le esternalizzazioni “relazionali” - Fondazione Prof. Massimo D'Antona
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Integrazione contrattua<strong>le</strong> tra imprese: ricognizione dei modelli<br />
organizzazione il risultato della prestazione di dipendenti formalmente al servizio<br />
dell’impresa terza 2 .<br />
Sotto il profilo della regolamentazione lavoristica, il nostro ordinamento ha risposto a<br />
tali processi economici con due regolamentazioni varate in diverse stagioni: la L. 23 ottobre<br />
1960, n. 1369 e il D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276. Si è passati progressivamente da un<br />
genera<strong>le</strong> divieto di interposizione nel<strong>le</strong> prestazioni di lavoro alla <strong>le</strong>gittimazione giuridica di<br />
ampie ipotesi di deroga al divieto – come nei casi di somministrazione, distacco e appalto<br />
c.d. labour intensive –, <strong>le</strong> quali hanno talora fatto pensare ad un definitivo venir meno della<br />
fattispecie interpositoria il<strong>le</strong>cita all’indomani della riforma del 2003.<br />
L’obiettivo di questa ricerca è quello di dar conto della disciplina del<strong>le</strong> <strong>esternalizzazioni</strong><br />
– segnatamente di quel<strong>le</strong> <strong>“relazionali”</strong>, <strong>le</strong> cui peculiarità saranno specificate nel prosieguo –<br />
e del<strong>le</strong> loro implicazioni ricostruttive in una dimensione storico-evolutiva, così da registrare<br />
nel tempo <strong>le</strong> discordanze e <strong>le</strong> continuità del<strong>le</strong> opzioni normative del <strong>le</strong>gislatore e del<strong>le</strong><br />
soluzioni ermeneutiche approntate dal diritto vivente.<br />
La presente indagine, altresì, ambisce a delineare una visione sistematica del<strong>le</strong><br />
<strong>esternalizzazioni</strong> in una logica de jure condito nonostante la pluralità del<strong>le</strong> fonti di<br />
regolamentazione che è dato ravvisare allo stato dell’arte. Obiettivo, questo, che fu<br />
genericamente abbozzato, ma subito dopo accantonato, dalla versione originaria della<br />
proposta <strong>le</strong>gislativa di riforma del mercato del lavoro. L’art. 1, comma 2, <strong>le</strong>ttera h), n. 5 del<br />
Disegno di <strong>le</strong>gge col<strong>le</strong>gato alla Finanziaria 2002 (varato dal Consiglio dei Ministri il 15<br />
novembre 2001), contenente la De<strong>le</strong>ga al Governo in materia di mercato del lavoro,<br />
auspicava infatti «l’identificazione di un corpo normativo inderogabi<strong>le</strong> minimo, applicabi<strong>le</strong><br />
a tutti i rapporti di lavoro, al di là della qualificazione del contratto come appalto o<br />
somministrazione di manodopera e del<strong>le</strong> modalità concrete di esecuzione del lavoro».<br />
Come si vedrà, l’approccio suggerito non considera con diffidenza preconcetta il<br />
confronto tra scienza giuridica e altre branche del sapere scientifico. Piuttosto, esso<br />
manifesta interesse per i contributi che l’economia è in grado di apportare al progresso<br />
del<strong>le</strong> discipline giuridiche in genera<strong>le</strong> e del diritto del lavoro in particolare. Nondimeno,<br />
questo studio proverà a sottrarsi al rischio di un rapporto di sudditanza del diritto<br />
all’economia, connotato nel senso di un esclusivo ed unilatera<strong>le</strong> condizionamento del<strong>le</strong><br />
discipline economiche nei confronti della costruzione dogmatica formulata in ambito<br />
giuridico. Si proverà a delineare un’impostazione improntata al coordinamento virtuoso e al<br />
2 Nella scienza dell’organizzazione si sono via via affacciate ricostruzioni circa i modelli organizzativi<br />
dell’impresa orientate a valorizzare gli aspetti di diversità sia dallo schema della gerarchia alla base degli studi di<br />
Coase che da quello del<strong>le</strong> operazioni di mercato proprie della logica del buy. Trattasi di modelli definiti “forme<br />
reticolari di produzione” (network form of production) da POWELL W.W., Neither Market nor Hierarchy: Network<br />
Forms of Organization, in Research in Organisational Behavior, 1990, vol. 12, p. 295 ss.<br />
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