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le esternalizzazioni “relazionali” - Fondazione Prof. Massimo D'Antona

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Integrazione contrattua<strong>le</strong> tra imprese: ricognizione dei modelli<br />

prestazione ad opera degli stessi lavoratori in ragione della semplicità e ripetitività dei<br />

compiti e del<strong>le</strong> mansioni ad essi richiesti.<br />

Ma proprio l’esiguità dell’incidenza del potere direttivo e organizzativo del datore di<br />

lavoro cagiona, secondo logiche di inversa proporzionalità, l’ampliamento del<strong>le</strong> prerogative<br />

connesse al potere conformativo e di coordinamento del committente. Questi adatta al<strong>le</strong><br />

proprie esigenze <strong>le</strong> prestazioni rese dal persona<strong>le</strong> di altra impresa determinando i modi della<br />

loro inserzione all’interno dell’organizzazione principa<strong>le</strong> 105 . In altri termini, il potere di<br />

conformazione del committente plasma interamente il contenuto del<strong>le</strong> direttive di<br />

esecuzione impartite dal datore di lavoro forma<strong>le</strong> del<strong>le</strong> maestranze impegnate<br />

nell’erogazione del servizio. Qui la questione del potere assume connotazioni talmente<br />

intense da presentarsi in guisa di tota<strong>le</strong> assoggettamento dei dipendenti dell’impresa<br />

interposta rispetto all’organizzazione dell’interponte. In tal caso, il potere direttivo ed<br />

organizzativo dell’impresa esternalizzata assume tratti attenuati, laddove il potere di<br />

conformazione/coordinamento dell’impresa principa<strong>le</strong> conosce la sua massima portata ed<br />

incisività.<br />

Sin qui si è tratteggiata un’articolata fenomenologia socia<strong>le</strong> che ospita nel proprio seno<br />

tipi diversi di stabi<strong>le</strong> decentramento di attività dell’impresa a seconda del<strong>le</strong> dinamiche di<br />

potere che si instaurano tra i vari operatori coinvolti. Una ta<strong>le</strong> raffigurazione “sociologica”<br />

del<strong>le</strong> <strong>esternalizzazioni</strong> <strong>“relazionali”</strong>, apparentemente spuria in termini di stretto diritto,<br />

presenta termini non troppo dissimili da quel<strong>le</strong> opinioni della dottrina lavoristica che,<br />

semplicemente ribaltando il punto di partenza e quello di approdo del ragionamento (e,<br />

dunque, procedendo dall’interposizione di lavoro verso l’appalto ed i suoi equiva<strong>le</strong>nti<br />

funzionali), hanno affermato come «la fenomenologia socia<strong>le</strong> caratteristica del<strong>le</strong><br />

interposizioni nei rapporti di lavoro si muove lungo un arco nel qua<strong>le</strong> la posizione<br />

dell’intermediario tende, a misura che si amplia la propria micro-organizzazione produttiva,<br />

ad avvicinarsi al modello (tipico e <strong>le</strong>cito) dell’imprenditore (organizzatore a proprio rischio<br />

dei fattori della produzione)» 106 .<br />

Se mai, il rovesciamento di prospettiva che si ambisce a delineare con la presente<br />

indagine risiede nello spostare l’accento più sull’impresa principa<strong>le</strong> anziché su quella<br />

interposta, cioè sul soggetto che dirige e controlla la relazione con i soggetti decentrati.<br />

Sono i rapporti di potere che spiegano <strong>le</strong> differenze tra i vari tipi di outsourcing “relaziona<strong>le</strong>”,<br />

105 Cfr. in questo senso GAETA L., Lavoro a distanza e subordinazione, cit., spec. p. 64: “[…] la subordinazione<br />

diminuisce con la sostituzione del lavoro da parte del<strong>le</strong> macchine (il riferimento è ai videoterminali e ai<br />

connessi software applicativi, n.d.a.), pur ammettendosi che essa può riaffiorare in modo più impersona<strong>le</strong> e con<br />

connotazioni di tipo economico e non giuridico […]: il lavoro «f<strong>le</strong>ssibi<strong>le</strong>» non è meno subordinato, né<br />

presenta tassi inferiori di sfruttamento, tanto più che, nei casi di lavoro tecnologizzato, il controllo può<br />

presentarsi in forme più occulte e sofisticate, ma anche più pervasive rispetto ai cosiddetti rapporti<br />

«normali»”. Analogamente, v. ZANELLI P., Impresa, lavoro e innovazione tecnologica, Milano, 1985, p. 121.<br />

106 MAZZOTTA O., Rapporti interpositori e contratto di lavoro, cit., p. 384.<br />

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