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@ www.gianadda.ch www.russianmuseums.info www.ibs.net IL SOGGETTO L’icona allinea la santa martire Parasceve, con la croce in mano e avvolta in un velo rosso simboli del martirio, e tre dei primi gran<strong>di</strong> padri fondatori della Chiesa dopo l’E<strong>di</strong>tto <strong>di</strong> Costantino (313) LA POSTURA Mentre la santa è leggermente <strong>di</strong> tre quarti, in segno <strong>di</strong> deferenza verso i tre padri della gerarchia ecclesiastica, costoro sono ieraticamente frontali davanti ai fedeli, in posa ferma e abito solenne <strong>di</strong> CLAUDIO GUARDA Non è un caso che <strong>due</strong> dei tre protagonisti dell’arte astratta <strong>di</strong> inizio ‘900 – vale a <strong>di</strong>re Kan<strong>di</strong>nski e Malévitch – siano tutti e <strong>due</strong> russi e profondamente ammaliati sia dalla tra<strong>di</strong>zione popolare e fabulistica russa, sia dallo spiritualismo ortodosso che sono <strong>due</strong> componenti fondamentali della cultura <strong>di</strong> quel popolo. Il terzo fu l’olandese Mondrian, pure lui animato da <strong>una</strong> marcata tendenza teosofica ed ascetica. Ma accanto a quei <strong>due</strong>, bisognerebbe metterci anche altri moderni artisti russi – da Tatlin a Chagall (<strong>due</strong> nemici in arte), da Larionov alla Gontcharova, da Filonov a Jawlensky – che, in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi, attinsero comunque a quelle fonti tanto che c’è chi evidenziato Le ra<strong>di</strong>ci bizantine dell’immaginario contemporaneo (Parigi, 1996). A <strong>di</strong>re cioè <strong>di</strong> quel filo che ha legato la nascita dell’arte moderna, vuoi in Russia o ad o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> artisti russi, con il portato <strong>di</strong> quella loro tra<strong>di</strong>zione ortodossa fondata sulle icone: decisamente antinaturalistiche, catartiche e simboliche, mi- CULTURA In mostra a Martigny le icone della National Gallery <strong>di</strong> Mosca Sante immagini <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione russa LA MOSTRA Immagini Sante dalla galleria Tretiakov <strong>di</strong> Mosca Fondazione Gianadda, Martigny Fino al 13 giugno I Santi Parasceve, Gregorio, Crisostomo e Basilio, XV secolo, tem<strong>per</strong>a e oro su tavola, 147 x 134 cm ranti a esprimere un concetto o un rapporto (vale a <strong>di</strong>re <strong>una</strong> modalità dello spirito) più che <strong>una</strong> realtà visibile o, come scriveva Malévitch, “un contenuto ma dentro <strong>una</strong> verità antinaturalistica e antianatomica, al <strong>di</strong> fuori della prospettiva aerea e lineare, dove il fondo oro e i colori mirano a <strong>una</strong> resa puramente emozionale del tema.” Ora la Fondazione Gianadda pre- LA SACRALITÀ S. Gregorio, San Crisostomo e San Basilio raffigurati con i paramenti sacri della <strong>di</strong>gnità episcopale presentano, avvolto in un telo, il Vangelo impreziosito <strong>di</strong> <strong>per</strong>le e pietre preziose L’IMMATERIALE L’alternanza calibrata e mentale dei colori sul fondo oro, la bi<strong>di</strong>mensionalità delle immagini come il <strong>di</strong>segno astratto-geometrico dei loro paramenti, hanno certamente influito sulla storia del “moderno” senta 64 icone della Galleria Nazionale <strong>di</strong> Mosca, <strong>di</strong> notevole rilevanza sia qualitativa che storica: dal 1408 (anno <strong>di</strong> esecuzione delle <strong>due</strong> gran<strong>di</strong> tavole <strong>di</strong> André Roublev, contemporaneo del Beato Angelico e come lui canonizzato) alla fine del Me<strong>di</strong>oevo russo, con l’ascesa al trono <strong>di</strong> Pietro il Grande che fonda la nuova capitale <strong>di</strong> S. Pietroburgo (1703) e poi la fa progettare dal Trezzini. Va da sé che <strong>per</strong> sua natura e <strong>per</strong> la sua stessa storia “un’icona non è un’o<strong>per</strong>a d’arte come qualunque altra”: vive infatti dello spirito e <strong>per</strong> lo spirito, <strong>per</strong> cui è nata. Gianadda racconta della sua sorpresa nel vedere gente che deponeva fiori davanti alle icone: non in chiesa, ma dentro il museo nazionale! L’icona russa insomma è la storia <strong>di</strong> un popolo che continua anche nel presente, nonostante 70 <strong>anni</strong> <strong>di</strong> comunismo bolscevico in mezzo; è qualcosa <strong>di</strong> intrinseco alla concezione stessa del mondo che sta “nel cuore dell’arte, ma anche della vita intellettuale, filosofica e religiosa della Russia <strong>di</strong> ieri, come <strong>di</strong> quella o<strong>di</strong>erna.” PAGINE D’OGGI L’AMORE AI TEMPI DI SHAKESPEARE IL CAFFÈ 21 febbraio 2010 45 <strong>di</strong> MARCO BAZZI Romeo e Giulietta <strong>di</strong> William Shakespeare (Mondadori, nella traduzione <strong>di</strong> Salvatore Quasimodo) é uno dei poemi d’amore <strong>per</strong> eccellenza. Affronta i temi universali <strong>di</strong> questo sentimento, banalmente celebrato nella ricorrenza <strong>di</strong> San Valentino. La notizia del giorno era: Manuela Arcuri l’ha festeggiato da sola. Allora, tentiamo <strong>di</strong> parlare d’amore. Facendo astrazione dalla trama e isolando alcuni versi ci si rende conto che Shakespeare ha scritto un trattato sull’amore. I temi <strong>di</strong> fondo sono l’amore impossibile e la sua coniugazione con la morte. Ma nella trage<strong>di</strong>a si ritrova l’intero universo amoroso. All’inizio c’è l’innamoramento: “Romeo: il sole, che tutto vede, non ne vide mai <strong>una</strong> simile a lei, dal principio del mondo (...). Ha amato mai il mio cuore? Negate, occhi: prima <strong>di</strong> questa notte non ho mai veduto la bellezza”. Seguono le riflessioni sulla natura dell’amore: se sia benevolo o malvagio, tema centrale della poesia greca antica. “Benvolio: Ahimè, <strong>per</strong>chè Amore, <strong>di</strong> aspetto così gentile è poi, alla prova, così aspro e tiranno?”. E ancora: “Mercuzio: tu sei innamorato: fatti prestare le ali <strong>di</strong> Cupido e vola al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni limite. Romeo: io sono ferito troppo profondamente dalla sua freccia <strong>per</strong> poter volare con le sue penne leggere: e così legato, non posso sorvolare l’altezza del triste dolore: sotto il grave peso dell’amore, io precipito (...). L’amore <strong>una</strong> tenera cosa? È troppo rude, troppo brutale, troppo aspro e punge come <strong>una</strong> spina”. Ma l’amore non si ferma <strong>di</strong> fronte al dolore che suscita. Dice Romeo: “E sei i suoi occhi fossero nel cielo veramente e le stelle nel suo viso? Lo splendore del suo volto farebbe pallide le stelle, come la luce del giorno la fiamma d’<strong>una</strong> torcia (...). Con le ali leggere d’amore volai su questi muri: <strong>per</strong> amore non c’è ostacolo <strong>di</strong> pietra”. C’è poi il tema della separazione. “Giulietta: lasciarti è dolore così dolce che <strong>di</strong>rei buona notte fino a giorno. Romeo: scenda sui tuoi occhi il sonno, e la quiete nel tuo cuore”. E il tema della notte, che segna gli incontri dei <strong>due</strong> amanti. “Giulietta: sten<strong>di</strong> la tua cortina nera, o notte, che proteggi l’amore (...). Copri col nero manto il sangue acceso che batte sul mio viso, e fai l’amore timido più audace, ma sempre puro in ogni suo abbandono”. E il tema del giorno, che riporta alla separazione. “Romeo: era l’allodola, messaggera dell’alba, non l’usignolo. Guarda, amore, la luce invi<strong>di</strong>osa a strisce orla le nubi che si sciolgono a oriente; le candele della notte non ardono più e il giorno in punta <strong>di</strong> pie<strong>di</strong> si sporge felice dalle cime nebbiose dei monti”. Rete fissa, mobile ed Internet al forfait <strong>per</strong> soli 80 franchi al mese? Rete fissa: <strong>di</strong> sera e nel fine settimana telefonate sempre gratis verso la rete fissa svizzera, dalle ore 8 alle 17: 6 ct/min., 35 ct/min. verso tutte le reti mobili svizzere. Costi <strong>di</strong> collegamento 10 ct. 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