Sintesi storica - Dott. Faustino Nazzi
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proprio idioma lo fanno per un’esigenza spirituale, accompagnata e sostenuta da una presa di<br />
coscienza etnica ben precisa, non "macchiata" ancora da qualsiasi rivendicazione<br />
nazionalistica.<br />
(8) Pre Lodovico Catarino (1558-1563) ♣ Torna il Catarino: "Lui spiega come fosse stato<br />
trattenuto lontano da affari indilazionabili che lo costringevano nei suoi paesi, ma ora si dice<br />
pronto ad eseguire la volontà del capitolo. I capitolari, conoscendo la sua retta intenzione e<br />
sincerità verso di loro, dopo aver rimosso pre Gregorio Pirich per rimandarlo a Santa Maria<br />
di Monte, incaricarono di nuovo pre Lodovico alla cura di San Pietro e filiali, ad nutum<br />
capituli" (AMC Def n. 28. 10-10-1558, p. 156v).<br />
Le urgenze personali del clero prevalevano ancora sulle urgenze pastorali, un residuo della<br />
commenda. È questa sfasatura che spiazzerà il capitolo, favorendo, suo malgrado, la<br />
centralizzazione promossa dal Concilio tridentino.<br />
Ci sono delle accuse contro pre Lodovico: "Mentre pre Lodovico era accompagnato al<br />
tribunale del vicario patriarcale dal rev.do Giovanni Rebugio, per valutare se le accuse<br />
mosse contro di lui dagli slavi fossero vere, fu arrestato quasi risultasse inabilitato ad<br />
accedere alla cura. Questa incarcerazione torna a grave disdoro del capitolo, perciò il<br />
capitolo si dice disposto ad offrire una cauzione idonea perché il vicario liberi pre Lodovico"<br />
(AMC Def n. 28, 26-10-1558, p. 161).<br />
Pre Lodovico è stato per così dire calunniato dai sampietrini, in pratica di non essere adatto<br />
alla cura pastorale per qualche motivo che aveva a che fare con la retta fede, altrimenti il<br />
vicario Maracco non lo avrebbe incarcerato. Era quello un momento d’estrema tensione tra il<br />
vicario e i due capitoli di Cividale e di Aquileia, comprese le due città di Udine e di Cividale.<br />
Si era attivata l’Inquisizione, gestita ancora dal vicario patriarcale con troppa discrezionalità<br />
ed i diversi processi messi in atto sconvolgevano cittadini e religiosi con violazione plateale<br />
delle rispettive giurisdizioni e rispettabilità. Le accuse ed i processi contro i cividalesi come<br />
Domenico Marangon, Floreano de Filippi, pre Bladassare Fantino vicario di San Giovanni in<br />
Xenodochio, pre Narciso Di Prampero vicario di Ciconicco (DE BIASIO 1986) sotto la<br />
giurisdizione capitolare, i canonici Tranquillo Liliano, Girolamo Bernardo e tanti altri della<br />
città di Udine, mettevano in grandissimo disagio l’intera cittadinanza (DEL COL 1998). Il<br />
vicario patriarcale approfittava della tensione, anzi la costruiva per quanto gli riusciva, dando<br />
solennità giuridica alle insinuazioni dei comuni di San Pietro; metteva così a disagio il<br />
capitolo di Cividale e lo costringeva a spendere anche lui una montagna di soldi per difendersi<br />
da un’aggressione che si sapeva programmata e strumentale con grave offesa della verità e<br />
della carità cristiane.<br />
I sampietrini, nella presunzione di esercitare un loro diritto di patronato, propongono come<br />
loro vicario pre Bulfango, vicario di Vipacco e residente nei dintorni, ma il capitolo lo rifiuta.<br />
Nel frattempo, nominato vicario di Plezzo dallo stesso capitolo, non disdegna di intromettersi<br />
in quel di San Pietro. Viene convocato per la scomunica: "Pre Bulfango chiede scusa e<br />
supplica di essere assolto, per il semplice motivo di aver saputo del mandato dopo la sua<br />
scadenza, promettendo di non disobbedire mai più a questo capitolo, ma di essere per sempre<br />
obbediente nel modo migliore". L’arcidiacono lo assolve dalla scomunica, purché "d’ora in<br />
poi non osi né presuma di celebrare nella pieve di San Pietro e nella giurisdizione del<br />
capitolo, sotto pena di bando e d’incarcerazione" (AMC Def n. 28, 8-11-1558, p. 165).<br />
Capitula ♣ "I motivi prodotti dagli slavi per sostenere la loro rivendicazione di<br />
giuspatronato: 1-che gli uomini del comune di San Pietro e gli altri coinvolti nella lite<br />
mantengono il prete che provvede alla cura delle loro anime con i propri beni e sudori,<br />
garantendogli gli incerti ed il vitto; 2- che, a memoria d’uomo ed oltre, gli uomini dei<br />
suddetti comuni prima si eleggevano un prete che li istruisse e fosse capace d’intenderli e<br />
solo dopo lo presentavano al capitolo perché lo confermasse; 3- che in pregiudizio<br />
gravissimo di questi uomini e delle loro anime, che spesso desiderano e vogliono far<br />
celebrare messe da qualche altro sacerdote per una loro devozione particolare, sono diffidati<br />
dal farlo; 4- che, per la mancanza del prete, molti sono morti senza sacramenti; 5- che la<br />
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