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Sintesi storica - Dott. Faustino Nazzi

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honore di pietà santa et solievo delle anime" (AMC Def n. 46, p. 26-4-1704, p. 45v). Si tratta della<br />

costruzione di una nuova cappella nella chiesa parrocchiale (ACC San Pietro, 26-4-1704). La<br />

confraternita tradizionale con la sua litigiosità amministrativa non sembra più rispondere alle<br />

nuove devozioni.<br />

"Istanza del vicario di San Pietro al Natisone di poter aprire nella parete del muro della<br />

chiesa per quanto abbisogna" (AMC Def n. 46, 28-10-1707, p. 154v). Se la chiesa si arricchisce di<br />

cappelle, data la sua ristrettezza, bisogna sfondare i muri e creando le "navate laterali".<br />

Notiamo la variante "del Natisone" al posto del tradizionale "de Sclabonibus", che si ripete<br />

qualche anno dopo. Si tratta della cappella per l'altare della confraternita del Crocefisso.<br />

Una nuova confraternita, quella del Carmine. "Istanza fatta del comune et huomini della<br />

villa di San Pietro degli Schiavoni per la licenza dell'eretione della Fraterna laicale che<br />

desiderano fare nella chiesa nostra... Stante la suplica fatta con ogni somissione possino<br />

erigerla con le forme proprie et senza nessun pregiuditio del vicario nostro in qualunque<br />

modo et forma". Al momento della ballottazione sorgono dei contrasti tra i capitolari. Il<br />

decano lascia la seduta, gli subentra il vicedecano che propone altra terminazione ed in fine<br />

escono anche i canonici (AMC Def n. 46, 7-9-1711, p. 326). Ci si rende conto che lo zelo non era<br />

del tutto limpido, forse espressione do concorrenze vicendevoli.<br />

Questo è pure il momento dell'autonomia della chiesa di San Silvestro d'Antro, con<br />

problematiche complesse che lasciamo al testo originale.<br />

(23) Pre Sebastiano Soberli (1723+1743) ♣ Nel 1723 muore pre Andrea Paravano e viene<br />

nominato economo spirituale della pieve di San Pietro pre Sebastiano Soberli, vicario curato<br />

di San Leonardo. Si fissa il concorso per il 22 di settembre (AMC Def n. 48, 22-8-1723, p. 139). Si<br />

presentano lo stesso Soberli e pre Giuseppe Coredigh con licenza di cura d'anime, ottenuta dal<br />

vicario generale di Udine a patto che siano "linguam sclabonicam callentes". "Uno dopo<br />

l'altro diedero saggio della propria abilità". Il Soberli ottenne 25 voti contro 1, il Coredigh 8<br />

contro 18 (AMC Def n. 48, 27-9-1723, p. 142). Passare da San Leonardo a San Pietro ormai<br />

significa promozione.<br />

Nel 1731 un fulmine praticamente distrugge la chiesa di San Pietro: tetto, altari, campanile.<br />

Il vicario si rivolge alle filiali per la ricostruzione (ACC San Pietro, 25-9-1731). La loggia avanti<br />

la facciata della chiesa di San Pietro è troppo angusta, bisogna ampliarla "con aggiunta di due<br />

altre allette alle due porte piccole situate in detta facciata, essendo sì l'una quanto l'altra<br />

necessarie per il comodo del popolo in tempo di maggiori concorsi". La spesa è di lire 150<br />

(ACC San Pietro, 3-8-1742). La loggia è l'apparato per i momenti di maggior affollamento<br />

"relativo" di chiese sorte in epoche di scarsa popolazione ed ancor minore frequenza per<br />

distanze e disagi. Ora, alla prima sollecitazione di "massa" si risponde allargando e<br />

aggiungendo fino alla costruzione di chiese monumentali in falso gotico all'inizio del sec. XX.<br />

La guerra di Candia e di Morea (1714), ultimi baluardi dei domini veneziani, arrecò un<br />

duro colpo alle finanze della Serenissima che decise di accelerare la vendita delle terre<br />

comunali o demaniali, prescindendo dal danno che avrebbe causato all'economia delle<br />

campagne. Si trattò di un mero calcolo finanziario. Se nel passato molta popolazione cossana,<br />

priva di ogni proprietà, poteva sopravvivere in qualche modo con gli usi civici regolati dalle<br />

vicinie, ora, mentre da una parte si dava ossigeno e spazio ai "ricchi" locali, si spingeva i<br />

nullatenenti a cercare lavoro presso questi terzi, ad emigrare in città ed all'estero. La nuova<br />

società sorgeva, come al solito, con metodologie selettive darwiniane, all'insegna del si salvi<br />

chi può, sia pure in una società che offriva possibilità di arrangiarsi sconosciute in altri tempi.<br />

"Le vendite dei beni comunali durarono dal 1646 al 1790, ma la gran parte fu venduta entro<br />

il 1727... Oltre la metà di tutti i beni comunali venduti nel dominio veneto riguardavano il<br />

Friuli... Il colpo per le vicinie fu durissimo e la reazione dei contadini, se in un primo tempo<br />

dovette essere più di rabbia, in seguito fu testarda e in alcuni casi feroce" (GASPARI 1976, p.<br />

111).<br />

Questo fatto si accompagna allo sviluppo delle autonomie delle filiali di fronte alla<br />

matrice, con cappellani sul posto, chiese sacramentali e cimiteri ed un contenzioso senza fine<br />

col vicario per gli orari delle celebrazioni, per compensi, diritti primari riservati al vicario ecc.<br />

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