Sintesi storica - Dott. Faustino Nazzi
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sussidio ai vicari curati. A dire dell'Arcivescovo non s'intendeva sopprimere l'arcidiaconato<br />
cividalese, ma solo precisare alcuni confini territoriali per facilitare la riunione di congrega<br />
dei preti per la soluzione dei casi. Ma i dubbi rimanevano nonostante il parere del Fazzutti<br />
vicario generale. Il capitolo vi vede uno smembramento della sua giurisdizione. Per cui si<br />
decide di mandargli il presente verbale (ACC Def X, 4-1-1912). Alla puntualizzazione del<br />
capitolo segue la rinunzia del Tessitori da vic. Foraneo. Ma l'Arcivescovo non l'accetta e<br />
pretende di conservare i tre vicariati foranei di Fagagna, Cividale e San Pietro al Natisone da<br />
lui stabiliti nel territorio del capitolo (ACC Def X, 25-1-1912). Al capitolo non rimane che<br />
l'ennesimo ricorso alla Sacra Congregazione del Concilio contro lo smembramento del<br />
distretto capitolare (ACC Def X, 8-3-1912).<br />
L'emigrazione ♣ Nell'800 l'emigrazione sia temporanea che permanente ha interessato in<br />
tono minore la Slavia in quanto, a dire di tutti gli storici, "questa popolazione non ha<br />
dimostrato mai molta capacità e iniziativa per superare con una coraggiosa emigrazione la<br />
propria vita di stenti". Si trattava per lo più "di piccoli agricoltori proprietari... Gli sloveni<br />
erano poveri, ma sobri e laboriosi; lavoravano a mano il loro campicello senza risparmio di<br />
fatica, spesso dissodandolo, sistemandolo con muretti, appianandolo in mezzo alla roccia.<br />
Dove non si poteva coltivare il grano si producevano castagne e frutta (pere, mele, susine);<br />
dopo le frutta il principale prodotto era la legna da ardere, che gli sloveni vendevano ed<br />
anche il fieno con cui nutrivano le poche mucche che li provvedevano di latte e di burro".<br />
Quando si mossero preferirono l'emigrazione transoceanica, specie in Canadà, "occupati nei<br />
grandi lavori edilizi e ferroviari e nelle colossali costruzioni americane di varia natura". Nel<br />
1885 il comune di Rodda contava 37 emigranti temporanei, quello di San Pietro 27 più una<br />
ventina di permanenti e San Leonardo 10 temporanei (PAGANI 1968, pp. 83, 146, 106, 85): ben<br />
poca cosa di fronte alle cifre del resto del Friuli.<br />
Su proposta di don Eugenio Blanchini di Biacis, parroco di San Giorgio in Udine, nel<br />
1902, nacque La Unione di San Raffaele tra i Sacerdoti per le Missioni agli Emigranti cui<br />
aderirono ben 100 sacerdoti, anche se all'entusiasmo iniziale non corrispose poi un altrettanto<br />
impegno pratico; "quel maledetto scetticismo che mette in dubbio il vantaggio delle missioni<br />
all'estero" a dire del Blanchini (ELLERO 1980, p. 83). I preti "secolari" sono nati stanziali;<br />
concepirli missionari suppone una nuova vocazione. Particolarmente triste l'emigrazione<br />
clandestina verso il Brasile, "dove la povera gente ben presto vien condotta in condizioni<br />
miserabili" (RDU 1913, p. 38).<br />
La grave inadeguatezza della chiesa italiana di fronte a questo esodo biblico è indicata<br />
dalla ritardata (a. 1914) istituzione in Roma del Collegio per Sacerdoti emigranti (RDU 1914,<br />
Motu proprio di Pio X, 19-3-1914, p. 105). Il 1914 segnò la fine della grande e tradizionale<br />
emigrazione friulana, con 52.124 emigranti contro i 2.231 del 1915. Lo scoppio della guerra<br />
"determinò l'affannoso rientro in Friuli di un numero enorme di operai", gettando<br />
innumerevoli famiglie nella miseria più nera. Lo Stato diede l'avvio ad un piano di opere<br />
militari con la costruzione di strade, ferrovie e trinceramenti a scopo strategico (PAGANI 1968,<br />
p. 164). Quello che nel passato era compito della peste ora l'assolve il patriottismo.<br />
La guerra ♣ La guerra sembra all'inizio una scampagnata, ma ben presto dimostra il suo<br />
volto discrezionale e dispotico. Il Comando della Piazza Alto Tagliamento consegna<br />
all'arcivescovo un primo elenco dei preti "inutili e dannosi alla difesa: 1- Foramiti don Pietro<br />
di Chiusaforte; 2- Contini don Patrizio da Dogna; 3- Pittino don Severino da Moggio; 4-<br />
Traunero don Domenico da Moggio di Sopra": gli si chiede di provvedere al loro<br />
trasferimento oltre Appennino (ACAU Ms 805, 2-6-1915). All'elenco si aggiungono come sospetti<br />
di spionaggio don Eugenio Dorbolò capp. di Prossenicco e don Antonio Cencig di<br />
Montemaggiore (ACAU Ms 805, 3-5-1915). Mons. Rossi, rispondendo al suo confratello di<br />
Belluno angustiato dalle stesse procedure sbrigative del comando militare, conferma:<br />
"Purtroppo consimili misure sono state prese riguardo ad altri sacerdoti di Udine ed altri se<br />
ne minacciano, senza che la parola del Superiore ecclesiastico possa avere influenza. È<br />
doloroso in questo momento che dovrebbe essere di concordia nelle aspirazioni e nel lavoro<br />
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