Sintesi storica - Dott. Faustino Nazzi
Sintesi storica - Dott. Faustino Nazzi
Sintesi storica - Dott. Faustino Nazzi
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
nostra pieve et in juris patronato, quale cassa li ladri la brusciarono insieme con le dette<br />
nostre scritture pertinenti al detto nostro juspatronato acciò non fossero conosciuti haver<br />
loro robbati tal denari et dio volesse che non fusse successo tal caso de brusamento di<br />
scritture, perché si manifestariano le nostre ragioni del detto nostro juspatronato più<br />
amplamente ita che non haveria occorso a justificarlo per testimoni come habbiamo fatto et<br />
perché molti delli nostri homeni moreno alla giornata senza confessione communione et<br />
estrema unzione, solite fare a christiani et li puti senza battesmo per haver detto rev.do<br />
capitolo et soi canonici fatto interdir con mandati come giudici et parte minazzato li preti che<br />
per modo alcuno non ne debbino celebrar le messe et attender alla cura delle nostre anime et<br />
altre cose necessarie al culto divino, onde ricoremo alli piedi di V. Ser.ma, come altre volte<br />
sempre semo ricorsi et per sua solita gratia speciale semo stati sufragati et la preghemo si<br />
degni comettere per giustizia al magnifico Proveditore di Cividal de Friul che prohibisca a<br />
detto rev.do capitolo et canonici che possiamo metter uno over più preti estranei, secondo ne<br />
farà bisogno, sine priudicio jurium partium liti pendente per evitar detti scandali et<br />
inconvenienti"(AMC Proc giur doc. 1559, allegato del 1563, p. 363).<br />
Il ragionamento dei sampietrini non fa una grinza: chi paga assume. Il capitolo aveva<br />
ottenuto l’unione della pieve di San Pietro, come tante altre, alla propria mensa capitolare, con<br />
l’obbligo di garantirne il servizio pastorale di cura d’anime. Come mai dal proprio quartese<br />
non sottraeva alcunché per mantenere il vicario, anzi spillava ai vicari, che stavano oltre il<br />
famoso Ponte San Quirino, un ulteriore contributo di dieci ducati? Il capitolo, quando gli<br />
andava comodo, pretendeva che il suo prelievo dipendesse da un diritto dominicale e non<br />
sacramentale, salvo poi sostenere il carattere sacramentale dello stesso di fronte alle pretese di<br />
riconoscimento feudale del Dominio veneto. Il capitolo ragionava più o meno così: se quegli<br />
sprovveduti slavi pagano, significa che ne hanno la possibilità materiale e fattolo una volta si<br />
trasforma in diritto del capitolo. La cura d’anime e la famosa liturgia solenne capitolare erano<br />
coperture credute efficaci, eccome! Lo spiritualismo è una scoperta del marxismo, mentre<br />
questa religione è materialismo: non si prega per salvarsi l'anima, ma per mangiare. Quella<br />
cassa, sottratta dalla sacrestia della chiesa con le scritture comprovanti il diritto di<br />
giuspatronato, è il capolavoro di psicologia popolare che ci si aspettava, la vera/falsa Donatio<br />
Constantini. Ma a Roma si era esperti di simili procedure che stavano alla base del primato: il<br />
presente come sintesi del passato. Lorenzo Valla ne aveva dimostrata l’inconsistenza <strong>storica</strong>,<br />
non teologica. Ai sampietrini non gli è andata dritta.<br />
Processo canonico ♣ Da un processo del 1560, veniamo a sapere che pre Bulfango di<br />
Plezzo ed il cappellano di San Pietro pre Giacomo di Clastra, si erano recati a celebrare la<br />
messa nella chiesa di Clenia e furono coinvolti in una baruffa boccaccesca. "Ieri i due<br />
sacerdoti, mentre celebravano nella villa di Clenia e dopo aver pranzato nell'osteria di<br />
Stefano Rosso del luogo, si misero a giocare sulla pubblica piazza a campo per vino. Quindi,<br />
ubriachi, baruffarono e si strapparono a vicenda le barbe, accompagnato il tutto da insulti e<br />
parolacce scandalose con grave disdoro della dignità sacerdotale... Se riconosciuti colpevoli<br />
siano sottoposti a multa adeguata e, come si conviene a dei sacerdoti dignitosi, d'ora in poi<br />
vivano come religiosi e la loro punizione torni d'esempio a tutti gli altri". Testimoni:<br />
"Essendo venuti questi doi pretti qui in villa a dir messa et havendo menato con seco detto<br />
pre Bulfo un suo famiglio chiamato Gregorio di Plez per scoder gli ovi li quali si soglion dare<br />
ogni anno et havendo scossi detti ovi esso Gregorio cominciò a dir che se ben lui era famiglio<br />
di pre Bulfo che non voleva far la fatica per pre Jacob se lui non lo pagava et rispondendogli<br />
non so che esso pre Jacob, Gregorio li dete uno schiaffo et corse a tior una rassadora de<br />
pisonal per dargli, ma interponendosi Biasio et Paulo fratelli figlioli di Steffano Rosso non fu<br />
altro et all'hora sopragiungendo pre Bulfo el detto pre Jacob si lamentò di lui che lo havesse<br />
tirato per i capelli et negando ciò pre Bulfo, pre Jacob senza far altro li tirò di un piede alla<br />
volta delli testicoli et poi non so altro".<br />
Pre Giacomo è cooperatore di San Pietro, mentre pre Wolfango si aggira nei dintorni.<br />
Risiede in zona perché tiene in casa Gregorio suo servo, bandito da Plezzo per furto. La<br />
comunità di San Pietro l'aveva proposto come suo vicario, ma la questione era sospesa in<br />
18