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E Giordano Bruno in Degli eroici furori la ricorda con questi versi<br />
Il terribile basilisco<br />
Unico augel del sol, vaga fenice<br />
Ch’appareggi col mondo gli anni tui<br />
Quai calmi nell’Arabia felice<br />
Tu sei chi fuste, io son quel che non fui.<br />
Un po’serpente, un po’uccello, quindi schiavo della terra o signore dei cieli o<br />
addirittura nessuno di tutte e due o <strong>parte</strong>cipe ad entrambe le nature, resta e rimarrà<br />
per sempre un animale misterioso. Persino la sua origine ha confini incerti o,<br />
addirittura, paradossali perché, si credeva, avesse vita da lunghe uova con solo<br />
albume e deposte da galli di almeno sette anni.<br />
Ci fu nei secoli chi lo descrisse serpente avvicinandolo al cobra e temendone il<br />
morso e chi invece come gli Egiziani, lo effigiò dipinto d’oro e posto sulla testa di<br />
una divinità.<br />
Plinio il Vecchio così lo descrive “secca li arbusti non soltanto toccandoli ma<br />
col suo soffio brucia le erbe e spezza le pietre; tale potenza ha questo pericoloso<br />
animale. Una volta così si credette, un esemplare venne ucciso da un uomo a<br />
cavallo con un’asta e dal veleno salito attraverso di essa non soltanto il cavaliere,<br />
ma anche il cavallo furono annientati”.<br />
Secondo i contadini medioevali il basilisco nasceva da uova di gallo e si<br />
riconoscevano come tali perché allungate e contenenti soltanto albume,<br />
un’anomalia, come poi fu accertato, dovuta a carenze alimentari della gallina<br />
mentre il gallo non c’entra affatto se non nella fantasia dello scrittore.<br />
Pierre de Beauvais scrive “C’è una bestia chiamata basigallo. I fisiologi ci<br />
raccontano della sua natura, di come nasce e abbiamo udito che nasce dall’uovo di<br />
gallo. Quando il gallo ha passato sette anni gli cresce un uovo nel ventre. E<br />
quando esso sente tale uovo rimane meravigliato di se medesimo e prova la più<br />
grande angoscia che bestia mai possa sentire né soffrire”.<br />
Il caradrio<br />
Misterioso anche il caradrio che molti hanno sostenuto essere il piviere e che i<br />
simbolisti medioevali hanno modificato in <strong>parte</strong> nelle sembianze per renderlo<br />
compatibile con le loro fantasticherie.<br />
Secondo Eliano questo uccello misterioso possiede “questa prerogativa<br />
naturale veramente degna di essere apprezzata sotto ogni aspetto. Se un uomo<br />
colpito dall’itterizia lo osserva fissamente e se il caradrio lo guarda sua volta con<br />
intensità quasi provasse per lui un sentimento di gelosia, quello sguardo libererà il<br />
malato dai suoi disturbi”.<br />
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