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Incostanza. Il rondone si mette per la incostanza il quale sempre sta in moto per<br />
non sopportare alcuno minimo disagio (Ms H 10 verso)<br />
Superbia. Il falcone per la sua alterigia e superbia vole signoreggiare sopra tutti li<br />
altri uccelli che son di rapina e sen desidera essere solo e spesse volte s’è veduto il<br />
falcone assaltare l’aquila regina degli uccelli.(Ms H 11verso)<br />
Castità. La tortora non fa mai fallo al suo compagno e se l’uno more l’altro<br />
osserva perpetua castità e non si posa mai su ramo verde e non beve mai acqua<br />
chiara. (Ms H 12 recto)<br />
Aquila. L’aquila quando è vecchia vola tanto in alto che brucia le sue penne e<br />
natura consente che si rinovi in gioventù cadendo nella poco acqua e se i sua nati<br />
non posson tenere la vista nel sole non li pasce nessuno uccel che non vuole<br />
morire non s’accosti al nido gli animali che forte la temano ma essa allor non noce<br />
sempre lascia rimanente della sua preda. (Ms H 12 verso)<br />
Cigno. Cigno è candido senza alcuna macchia e dolcemente canta nel morire il<br />
qual canto termina la vita. (Ms H 13 verso)<br />
Cicogna. Questa bevendo la falsa acqua caccia da sé il male se trova la compagni<br />
in fallo l’abbandona e quando è vecchia i sua figlioli la covano e pascano in fin<br />
che more.(Ms H 13 verso).<br />
Le favole<br />
Leonardo fu anche autore, in questo per la verità scarsamente conosciuto, di<br />
alcune favole, alla maniera di Esopo, che hanno per protagonisti gli animali o le<br />
piante. Tutte hanno un significato profondo. Nella maggior <strong>parte</strong> vi è un richiamo<br />
alla libertà, a non fidarsi di quanti offrono troppo spesso il loro aiuto e a non<br />
rallegrarsi per un alleato casuale che spesso si rivela più pericoloso del nemico.<br />
Non diede se non a pochissime, il titolo ma si limitò a chiamarla semplicemente<br />
favola. Da notare che sono scritte con un linguaggio essenziale che va diritto allo<br />
scopo.<br />
Notò a questo proposito Guido Mazzoni (Leonardo da Vinci scrittore, 1900)<br />
che “la prosa di Leonardo non solo esprime fedele ed efficace il suo pensiero ma è<br />
tale che, quand’ei non avesse titoli maggiori all’ammirazione, a lui dovrebbe venir<br />
fama dell’essere uno dè buoni prosatori della morta letteratura, così che in questa<br />
deve conseguire accanto a Leon Battista Alberti il luogo che gli spetta, luminoso<br />
ed alto”.<br />
Favola della civetta. I tordi si rallegrarono forte, vedendo che l’omo prese la<br />
civetta e le tolse la libertà, quella legando con forti legami ai sua piedi. La qual<br />
civetta fu poi, mediante il vischio, causa, non di far perdere la libertà ai tordi, ma<br />
la loro propria vita. Detta per quelle terre che si rallegran di vedere perdere la<br />
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