parte III - IReR

dell’incontinenza. Secondo sant’Antonio da Padova la parola “passero”
deriverebbe da parvitas, cioè piccineria, una caratteristica propria dell’avaro.
Scrive a questo proposito “piccolo, ma meschino perché non può stare senza il
denaro, ed è più piccolo di tutte le ricchezze che gli servono e di cui lui è loro
servo”.
Il passero solitario
Di piumaggio azzurro ad eccezione delle ali, che sono scure, fu per gli antichi
simbolo della tristezza tanto che Cesare Ripa (1560-1625) afferma che nei giorni
di lutto una donna si vestiva di scuro ed aveva in capo un passero solitario, uccello
che ha il canto malinconico e mesto!”..
In una celebre canto Giacomo Leopardi scrive
D’in su la vetta della torre antica
Passero solitario alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno
Ed erra l’armonia per questa valle
Primavera d’intorno
Brilla nell’aria, e per li campi esulta,
si cha mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
gli altri augelli contenti, a gara insieme
per lo libero ciel fan mille giri
pur festeggiando il loro tempo migliore:
tu pensoso in disparte il tutto miri;
non compagni, non voli,
non ti cal d’allegria, schivi gli spassi;
canti e così trapassi
dell’anno e di tua vita il più bel fiore.
Il simbolismo di tristezza deriva dal salmo 202.
Lo storno
Nel continuo vegliare
sono diventato come un passero solitario.
Uccello migratore fra i più conosciuti, ha un colore scuro particolare che deriva
dal nero su cui, a primavera, compaiono piume screziate di bianco. Una tinta che
viene chiamata “storna” ed è usata anche per indicare quei cavalli che hanno il
nero predominante con peli bianchi sparsi in ogni parte del corpo. E lo ricorda
anche Giovanni Pascoli nella sua celebre poesia La cavallina storna.
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