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Capitolo 7<br />
Il divino<br />
Uccelli come simboli della divinità<br />
Le ali avvicinano gli uccelli alla divinità e ne fanno il simbolo. In tutte le<br />
religioni. Per i Greci la grande madre aveva sembianze di oca ed il mito ne<br />
racconta la storia suggestiva in cui gli dei hanno i medesimi sentimenti degli<br />
uomini, dall’amore alla gelosia all’inganno.<br />
Giove di innamorò, non corrisposto, di Nemesi, una delle figlie della Notte. La<br />
dea si trasformò in un’oca convinta così di riuscire ad eclissarsi, ma Giove, a sua<br />
volta, si tramutò in cigno riuscendo a congiungersi con lei che depose poi un uovo<br />
fecondato. I pastori lo presero donandolo a Leda che lo collocò in un cesto e<br />
nacquero Elena ed i Dioscuri.<br />
Nell’Antico testamento c’è l’invocazione a Dio “proteggimi sotto l’ombra delle<br />
tue ali” ed è quindi intuitivo che Dio viene raffigurato con le ali che sono un<br />
segno di potenza divina.<br />
La terza persona della Trinità è raffigurata come una colomba.<br />
Scrive Aldfredo Cattabiani “La figurazione alata del Creatore o della Creatrice<br />
è comprensibile se si pensa che il regno degli uccelli è il cielo, simbolo della<br />
trascendenza; sicché questo animale è per natura adatto a simboleggiare il dio<br />
supremo oppure a esserne il messaggero, il ministro o l’interprete tant’è vero che<br />
il simbolismo di ogni sua <strong>parte</strong>, dall’ala alla piuma, rinvia ad una dimensione<br />
trascendente, come d’altronde il suo linguaggio o canto.<br />
L’uccello, grazie al volo trascende il tempo, lo ricongiunge all’eternità.<br />
Invaghito di sole, di luce e libertà, si offre all’uomo come modello al quale<br />
s’ispirano mistici e poeti, celebra con i suoi canti l’arrivo della primavera,<br />
annuncia la festività del rinnovamento”.<br />
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