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Fanno vita di gruppo e proprio questa loro abitudine hanno ispirato gli antichi.<br />
Sognare un branco di storni, secondo Artemidoro, significa “evocare persone<br />
socievoli ed inclini alla vita in comune”. E’ noto che quando il branco teme di<br />
essere aggredito da un falco vola in cerchio e gli uccelli si stringono l’uno all’altro<br />
formando nel cielo una grande palla scura. In questo modo, accade anche per i<br />
pesci gregari quando si avvicinano predatori, si difendono meglio mostrando<br />
all’assalitore una massa imponente e compatta. Non raramente lo inducono ad<br />
allontanarsi. Tale fenomeno venne descritto anche da Plinio Il vecchio che però<br />
gli diede ben altro significato limitandosi a registrarlo nella sua opera “è tipico<br />
degli storni volare in frotta e muoversi circolarmente formando una sorta di palla<br />
e cercando tutti di raggiungere il centro della formazione”.<br />
La cutrettola<br />
Il nome deriva dal latino cauda trepida, cioè coda tremolante e fa riferimento alla<br />
caratteristica del grazioso volatile di non tenerla mai ferma. Un tempo, quando le<br />
campagne erano popolate di greggi, era conosciuta come l’amica del pastore.<br />
Accanto ad ogni branco di pecore, o ad ogni mandria di vacche, c’erano sempre<br />
numerose cutrettole pronte a cibarsi degli insetti messi in fuga dagli zoccoli delle<br />
bestie al pascolo.<br />
Spesso inoltre volavano sulle groppe di pecore, capre e mucche e si cibavano<br />
dei numerosi parassiti liberando gli animali dalle presenze sempre fastidiose ed a<br />
volte persino dolorose.<br />
Nel Medioevo era comune la credenza che alcune cutrettole avessero nello<br />
stomaco una pietruzza magica, chiamata anche pietra della cutrettola, che rendeva<br />
gli uomini immuni dalla peste, dalla rabbia e da numerose altre calamità. Quando<br />
si rintracciava tale pietra in una cutrettola uccisa da un cacciatore la si conservava<br />
incastonata in un anello o legata ad una collana convinti che propiziasse la fortuna<br />
e fosse, proprio perché simile ad un’ostia, un’immagine dell’Eucarestia. Invece<br />
non sarebbe altro che un calcolo che si crea nello stomaco del volatile.<br />
Si credeva inoltre che le sue piume potessero far innamorare le persone e c’era<br />
chi raccomandava di nasconderne alcune negli abiti della persona da far<br />
“conquistare”.<br />
La beccaccia<br />
Per i cacciatori fu e sarà sempre un uccello magico. Per la vita che conduce, nella<br />
penombra del bosco, le sue migrazioni che avvengono in gran <strong>parte</strong> di notte, la<br />
sua vita che trascorre sempre e comunque nella penombra.<br />
Già considerata dagli antichi una preda di lusso fu anche ritenuta il simbolo di<br />
Cristo allineandole nella simbologia il verme, di cui il volatile si ciba, quale<br />
immagine del diavolo.<br />
In un calendario francese del 1700 compare una miniatura in cui alla base della<br />
croce è raffigurato un serpente ed una beccaccia che cerca di mangiarlo.<br />
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