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parte III - IReR

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grandi ali facendo forza contro alla resistente aria vincendola poterla soggiogare<br />

sopra di lei.” (Codice Atlantico fol. 272)<br />

Già Aristotele, (cap. X De animalium ) ripreso poi da Plinio e Alberto<br />

Magno,aveva sostenuto che le ali negli uccelli avevano la medesima funzione che<br />

hanno i remi per la barca.<br />

Leonardo si occupò del volo degli uccelli in particolare durante il suo<br />

soggiorno a Milano. Osserva a questo proposito G.B. De Toni (1922) dell’Istituto<br />

Vinciano di Roma: “La questione degli studi sulla cinematica del volo deve aver<br />

occupato parecchi anni di osservazioni, tanto grande è di queste il numero,<br />

destinate com’erano , non già a un semplice dilettantismo, ma a redigere un vero<br />

trattato sul volo e a investigare il modo di preparare ordigni atti a far volare<br />

l’uomo”.<br />

In particolare il Trattato degli uccelli dev’essere diviso in quattro libri “de quali<br />

il primo sia del loro volare per battimento d’ali, il 2° di volo senza batter ali e per<br />

favor di vento, il 3° del volare in comune come d’uccelli pipistrelli pesci animali<br />

insetti, ultimo del moto strumentale” .<br />

Anche nel manoscritto F, folio 41 è ricordato “Del moto dell’uccello”. “Parlar<br />

di tal materia ti bisogna nel primo libro definire la natura della resistenza dell’aria,<br />

nel 2° l’anatomia dello uccello e delle sue penne, nel terzo la operation di tal<br />

penne per diversi moti classe, nel quarto la valetudine dell’alie e coda sanza<br />

battimento d’alie con favore di vento aversi a guidare per diversi moti”.<br />

Anche in questo studi ricorse frequentemente al metodo di comparazione in<br />

particolare fra il pipistrello e l’aquila.<br />

“Dico che se’l palpastrello pesa 2 oncie e apre ½ braccio che l’aquila a questa<br />

comparazione debba aprire braccia 60 e non meno e noi vediamo per esperienza<br />

quella non preterire la lunghezza di braccia 3. E parrebbe a molti che non<br />

vedessino o avessino veduti simili animali che uno de due non potessino volare<br />

stimando che se ‘l palpastrello à ben proportionato il suo peso alla larghezza delle<br />

ali che l’aquila n’abia carestia e se l’aquila colle sue sta bene che l’altro n’abi<br />

troppe e sieno isconcie e disutile al suo uso e noi vedemo l’uno e l’altro essere<br />

portato con somma destreza<br />

dalle sue ali e massime il pipistrello che colle sue veloci rivolture e<br />

schernimenti vincere le preste torture e fuggire dalle mosche e mosconi e simili<br />

animaletti”<br />

Secondo Leonardo il pollice libero della membrana alare dei pipistrelli ha lo<br />

scopo di indirizzate le ali svolgendo quindi una funzione timoniera.<br />

Descrive poi il modo di volare dei pipistrelli e del Formicaleone, un pipistrello<br />

“divoratore delle formiche alate” ed infine quello della mosca spiegando che<br />

“la mosca nel suo fermarsi in fra l’aria sopra le sue allie batte esse allie con<br />

gran velocità e sonito levandole del sito della equalità e alzandole in alto quanto<br />

essa alia è lunga e nell’alzare la mette inanzi per obliquo in modo che quasi<br />

percote l’aria per taglio e nello abbassarla vi è percotento l’aria in faccia e<br />

andrebbe alquanto in suso se l’animale non facesse peso in contrario colla sua<br />

obliquità”.<br />

“La semplice potentia dell’omo non menerà mai l’alia del corbo con quella<br />

velocità che faceva il corbo dov’era attaccata. E la esperienza fia manifesta nel<br />

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