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parte III - IReR

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Il falco da caccia incappucciato divenne il simbolo della speranza e vi furono<br />

alcuni incisori che completarono l’effigie con la frase “Post tenebras spero<br />

lucem”, dopo il buio spero nella luce.<br />

Nella simbologia non si può non dimenticare che “falco”, nella metà del<br />

Novecento, era indicato in America il politico che non concepiva alcun<br />

compromesso con il comunismo, al contrario delle “colomba” che invece aveva<br />

un atteggiamento meno drastico.<br />

Lo sparviero<br />

Per gli Egiziani che consideravano il cuore come un contenitore dello spirito,<br />

simboleggiava l’anima ed il nome, nella loro lingua, lo stava a dimostrare. Era<br />

infatti chiamato “baieth”, sostantivo composto da bai, animale ed eth, cuore.<br />

Secondo Orapollo poteva guardar diritto verso il sole e, “per questo motivo i<br />

medici per curare gli occhi si servono dell’erba dello sparviero e per lo stesso<br />

motivo il sole, in quanto signore della vista,è talvolta rappresentato in forma di<br />

sparviero”. Inoltre simboleggiava sia l’altezza “perché esso soltanto vola dritto<br />

verso l’alto” che la vittoria perché “sembra vincere ogni altro uccello. Quand’è<br />

minacciato da un uccello più forte, lo sparviero si rovescia nell’aria e lotta con gli<br />

artigli rivolti verso l’alto, la schiena e le ali in basso: in questo modo il suo<br />

avversario, incapace di fare altrettanto soccombe”.<br />

Il nibbio<br />

Così lo descrive Plinio il Vecchio: “I nibbi ap<strong>parte</strong>ngono alla stessa specie dei<br />

falchi, ma ne differiscono per la grossezza. Riguardo a esso si è notato che benché<br />

sia rapacissimo e sempre affamato, non ruba mai cibo dalle offerte funebri né<br />

dall’ara di Olimpia e neppure dalle mani di coloro che recano cibi sacrificali, e se<br />

talvolta lo fa,questo è un segno infausto per il popolo che sta compiendo il<br />

sacrificio”. Fu considerato sacro dai chiaroveggenti perché si diceva riuscisse a<br />

scorgere i pesci attraverso l’acqua anche quando erano a grande profondità.<br />

Aristofane invece, più prosaicamente, lo considera un annunciatore della buona<br />

stagione scrivendo: “Il nibbio indica un’altra stagione, quand’è primavera ed è<br />

tempo di tosare le pecore”.<br />

Per i Greci era messaggero di Apollo ed in una scultura che risale al II secolo<br />

dopo Cristo e custodita nei Musei vaticani (Galleria dei candelabri) è ritratto<br />

Apollo che con la mano destra regge l’arco e nella sinistra ha un falco.<br />

I Romani ne riconoscevano la maestosità e la rapidità del volo e per dire che un<br />

territorio era sterminato affermavano che neppure un nibbio sarebbe riuscito a<br />

giungere ai suoi confini.<br />

Simbolo negativo per i Cristiani, viene così citato da sant’Antonio da Padova<br />

“è chiamato in latino milvus, come dire mollis avis, cioè uccello soffice, morbido.<br />

Questo per il suo volo e anche per la sua forza limitata; però è un uccello<br />

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