parte III - IReR

ucciso, san Floriano di Lorch che si festeggia il 4 maggio, ed è il protettore degli
uomini contro incendi ed inondazioni, e santa Martina a cui insieme a Luca è
dedicata una chiesa ai Fori a Roma. Quest’ultima viene ricordata il 31 gennaio.
Il falco
La sua è vita in gran parte misteriosa, l’indole fiera, il volo “rapido più del
pensiero” come affermano gli arabi hanno sempre calamitato l’attenzione degli
uomini. Gli Egiziani lo venerarono come il dio Horus: aveva corpo di uomo e
testa di falco. Omero lo descrive come messaggero di Apollo
Mentre (Telemaco) diceva così, gli volò incontro da destra un uccello
Un falco, rapido e nunzio d’Apollo, e fra gli artigli stringendo
Una colomba le strappava le penne che a terra piovevano
Molte le credenze e le superstizioni: secondo Eliano “il falco si rifiuta di bere
se vede che un uomo solo sta incanalando dell’acqua poiché è sicuro di causargli
un danno sottraendogli l’acqua”.
Nella simbologia del sogno invece è una donna ricca e bella e con
comportamento irreprensibile.
Nel Medioevo il falco venne addestrato alla caccia, (Federico II di Svevia
scrisse il “De Arte venandi cum avibus”, un trattato in cui sono racchiuse tutte le
tecniche di caccia con i rapaci e considerato ancor oggi la base di tale “scienza”.
La caccia col falco era stata già descritta da Aristotele “In Tracia, nella parte
chiamata un tempo Dendreipolis, e nei territori paludosi, gli uomini cacciano gli
uccellini tramite i falchi: i primi scuotono con delle lunghe pertiche rovi e alberi
per snidare gli uccellini e farli volare, a loro volta i falchi precipitandosi dalle
nuvole piombano su di loro, spaventano gli uccellini che si appiattiscono a terra. E
gli uomini li colpiscono con le pertiche e li catturano.
Poi danno ai falchi una parte della caccia lanciando in aria alcuni uccellini che i
falchi acchiappano al volo”.
Nel Medioevo fu il simbolo della caccia dei re e dei nobili di corte, ma anche il
segno di nobiltà.
Folgore da San Gemignano che in una sua celebre composizione indica per
ogni mese le attività da svolgere e le pratiche piacevoli, nel sonetto “Di
Settembre” così lo ricorda e rammenta ancor più in genere l’arte della falconeria.
Di settembre vi do diletti tanti
Falconi, astori, smerletti e sparvieri
Lunghe, gherbegli e geti con carnieri
Bracchetti con sonagli, pasti e guanti
Bolze, balestre dritte e ben portanti
Archi, strali, pallotte e pallottieri
Sianvi mudati, girfalchi ed astieri
Nidaccie di tutt’altri uccelli volanti.
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