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Tito Livio. Gli ab urbe condita libri - Facoltà di Lettere e Filosofia

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Letteratura latina B a.a. 2008-2009 mod. 2. Appunti delle lezioni 34<br />

tempi recenti e recentissimi cui soprattutto è rivolta l’attesa dei lettori. Ora infine questi<br />

eventi recenti, dai quali lo storico vuole per il momento <strong>di</strong>stogliere l’attenzione, sono<br />

esplicitamente definiti mala: un termine negativo ma generico, scelto certo <strong>di</strong> proposito,<br />

perché può riferirsi sia ai fatti luttuosi cui ha accennato sopra (le forze che si rivolgono<br />

contro se stesse) sia anche a “colpe, mali morali”. In tal modo si prepara l’ulteriore<br />

sviluppo <strong>di</strong> questo tema, al § 9: sono i mores corrotti la vera causa per cui lo stato più<br />

grande e potente del mondo ha forse iniziato la sua par<strong>ab</strong>ola <strong>di</strong>scendente. Non va<br />

trascurato peraltro un piccolo segno che potremmo <strong>di</strong>re <strong>di</strong> cauto ottimismo, contenuto<br />

nel perfetto vi<strong>di</strong>t: il periodo più triste è passato; dopo Azio Augusto ha riportato la pace<br />

nello stato, ed ha messo mano ad un vasto programma <strong>di</strong> restaurazione religiosa e<br />

morale.<br />

§ 6. Dopo il tema de persona prevalente sin qui, lo storico passa a trattare<br />

compiutamente il tema de materia; il collegamento con quanto precede è offerto<br />

dall’accenno al verum: <strong>Livio</strong> vuole anzitutto chiarire quale posizione intenda assumere<br />

sulle tra<strong>di</strong>zioni relative al passato leggendario, operando una netta <strong>di</strong>stinzione fra poesia<br />

(cui è concessa una libertà assai maggiore) e storia. I perio<strong>di</strong> ai quali si applica la<br />

sospensione <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio dello storico, espressa con le parole nec adfirmare nec refellere,<br />

sono due, <strong>di</strong>stinti. Con l’espressione ante <strong>con<strong>di</strong>ta</strong>m <strong>urbe</strong>m <strong>Livio</strong> si riferisce alle vicende<br />

anteriori alla fondazione <strong>di</strong> Roma, ma ad essa connesse in quanto la preparano, cioè<br />

l’arrivo <strong>di</strong> Enea in Italia, la guerra contro i Rutuli, la fondazione <strong>di</strong> Alba Longa, la<br />

<strong>di</strong>scendenza <strong>di</strong> Enea fino a Numitore e Amulio. A queste leggende lo storico de<strong>di</strong>ca i primi<br />

tre capitoli del primo libro. Con l’espressione ante condendam <strong>urbe</strong>m rinvia invece alle<br />

leggende connesse alla fondazione: la vicenda <strong>di</strong> Rea Silvia, la nascita dei gemelli, la loro<br />

esposizione e il salvataggio, l’allevamento, il recupero del regno <strong>di</strong> Numitore, la decisione<br />

<strong>di</strong> fondare una nuova città, l’auspicio e l’uccisione <strong>di</strong> Remo. A questi fatti <strong>Livio</strong> de<strong>di</strong>ca<br />

altri tre capitoli e mezzo; il resto <strong>di</strong> 1,7 è anch’esso <strong>di</strong> carattere leggendario, con la<br />

<strong>di</strong>gressione su Ercole e Caco. La sud<strong>di</strong>visione qui in<strong>di</strong>cata con i due participi <strong>con<strong>di</strong>ta</strong>m e<br />

condendam è mantenuta puntualmente anche nel racconto: il cap. 4 si apre con le parole<br />

sed debebatur fatis origo tantae urbis, premesse al racconto della nascita dei gemelli. Di<br />

qui inizia la parte ante condendam <strong>urbe</strong>m, che si conclude, dopo l’uccisione <strong>di</strong> Remo, con<br />

le parole <strong>con<strong>di</strong>ta</strong> urbs con<strong>di</strong>toris nomine appellata (1,7,3). Da questo momento in avanti<br />

tutto il materiale tramandato è considerato storia, monumentum incorruptum. In realtà,<br />

anche nel corso della narrazione successiva a volte <strong>Livio</strong> spesso assume un<br />

atteggiamento simile a questo (nec adfirmare nec refellere), quando riferisce tra<strong>di</strong>zioni<br />

posteriori alla fondazione <strong>di</strong> Roma: a volte si impegna a fornire spiegazioni razionalistiche<br />

<strong>di</strong> alcune leggende, più spesso si limita a <strong>di</strong>ssociare elegantemente la propria<br />

respons<strong>ab</strong>ilità <strong>di</strong> storico da quanto riferisce, con formule come ut ferunt, tradunt,

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