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Tito Livio. Gli ab urbe condita libri - Facoltà di Lettere e Filosofia

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Letteratura latina B a.a. 2008-2009 mod. 2. Appunti delle lezioni 75<br />

fidando nella sua promessa che, se avessero consegnato tutte le armi, li avrebbe lasciati<br />

liberi. Annibale però non mantiene la promessa fatta dal suo luogotenente: “questa<br />

parola – commenta lo storico – fu rispettata da Annibale con lo scrupolo proprio dei<br />

Cartaginesi, e tutti furono fatti prigionieri” (22,6,12).<br />

Il ritratto si conclude con una considerazione riassuntiva, che prepara e precede la<br />

ripresa del racconto, chiudendo la breve <strong>di</strong>gressione aperta al cap. 3: “Con questa indole<br />

in cui si mescolavano virtù e vizi, prestò servizio per tre anni sotto il comando <strong>di</strong><br />

Asdrubale, senza trascurare niente <strong>di</strong> ciò che un uomo destinato a <strong>di</strong>ventare un grande<br />

generale doveva compiere e conoscere” (21,4,10).<br />

Con 21, 5 riprende il filo principale del racconto, che ricorda ancora una volta la<br />

successione Amilcare, Asdrubale, Annibale. Il giuramento e il ritratto preparano<br />

efficacemente questo inizio della guerra: il lettore a questo punto conosce quel dux<br />

annunciato fin dall’introduzione alla decade91. 91 Fra gli altri ritratti presenti nell’opera <strong>di</strong> <strong>Livio</strong> si propone alla lettura quello de<strong>di</strong>cato a Papirio<br />

Cursore (9,16, v. testi). Mentre quello <strong>di</strong> Annibale ne precede l’effettiva comparsa in scena come<br />

protagonista, quello <strong>di</strong> Papirio suggella la sua impresa più gloriosa, la vittoria sui Sanniti, che<br />

riscatta l’onta delle Forche Cau<strong>di</strong>ne. A questo punto del racconto il lettore conosce già bene il<br />

personaggio e alcune delle sue caratteristiche, richiamate nel ritratto da due piccoli aneddoti<br />

caratterizzanti (cosa <strong>ab</strong>bastanza inconsueta in <strong>Livio</strong>), entrambi arricchiti da una battuta in<br />

<strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>retto. <strong>Livio</strong> rende a Papirio un onore gran<strong>di</strong>ssimo, affermando che era opinione comune<br />

che egli sarebbe stato in grado <strong>di</strong> tener testa ad Alessandro Magno; con Alessandro Papirio<br />

con<strong>di</strong>vide una caratteristica certo biasimevole (la tendenza al bere), che <strong>Livio</strong> trasforma, senza<br />

mettere le due figure <strong>di</strong>rettamente a confronto, in un segno del suo straor<strong>di</strong>nario vigore fisico:<br />

fuisse ferunt cibi vinique eundem capacissimum. Come si è visto invece la frugalità nel mangiare e<br />

nel bere è una delle virtù <strong>di</strong> Annibale.

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