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Tito Livio. Gli ab urbe condita libri - Facoltà di Lettere e Filosofia

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Letteratura latina B a.a. 2008-2009 mod. 2. Appunti delle lezioni 61<br />

DUELLI<br />

Al motivo del duello fra campioni delle due parti in lotta <strong>Livio</strong> ricorre, nei <strong>libri</strong><br />

rimasti, sei volte 71: si tratta <strong>di</strong> un elemento atto a variare e soprattutto ad arricchire<br />

drammaticamente il resoconto <strong>di</strong> una guerra o <strong>di</strong> una campagna militare. Non si tratta<br />

naturalmente <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> inventati da <strong>Livio</strong>: egli li trae certamente dalle sue fonti,<br />

arricchendoli però, prob<strong>ab</strong>ilmente, <strong>di</strong> un significato più vasto, come si può constatare in<br />

un caso, per il quale <strong>di</strong>sponiamo della fonte impiegata dallo storico.<br />

Il duello più antico e più famoso è quello fra gli Orazi e i Curiazi: nec ferme res<br />

antiqua alia est nobilior (1,24,1), <strong>di</strong>chiara <strong>Livio</strong> apprestandosi a descriverlo. In questo<br />

caso il duello è molto importante perché, per concorde decisione del capo albano, che<br />

avanza la proposta, e del re Tullo Ostilio, che la accetta, si decide <strong>di</strong> affidare al duello fra<br />

i campioni (tre per parte, un elemento che <strong>di</strong>stingue questo da tutti gli altri duelli) la<br />

decisione sull’esito della guerra, per st<strong>ab</strong>ilire utri utris imperent: il popolo i cui campioni<br />

si <strong>di</strong>mostreranno più valorosi acquisirà il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> dominare sull’altro, perché i campioni<br />

sono l’espressione delle virtù guerresche dell’intero popolo. La situazione richiama, ma<br />

solo superficialmente ed esteriormente, il famoso duello epico fra Paride e Menelao<br />

nell’Iliade, cui si vorrebbe affidare la definitiva soluzione della guerra; ma i combattenti<br />

in Omero sono gli eroi <strong>di</strong>rettamente interessati alla contesa, non i rappresentanti dei due<br />

popoli. In entrambi i casi lo scopo del duello non viene raggiunto, e la guerra riprende.<br />

Nessuno degli altri duelli descritti da <strong>Livio</strong> è preceduto, come nel caso degli Orazi e<br />

dei Curiazi, da un accordo preventivo ufficiale; ma lo storico li arricchisce <strong>di</strong> un analogo<br />

valore simbolico, poiché i combattenti incarnano le qualità (e i <strong>di</strong>fetti) dei rispettivi popoli.<br />

Tutti gli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo tipo hanno caratteristiche ricorrenti, anche se ciascuno ha<br />

naturalmente uno svolgimento suo proprio. Il primo elemento che li accomuna tutti è,<br />

<strong>ab</strong>bastanza preve<strong>di</strong>bilmente, la vittoria del campione romano; il secondo il fatto che la<br />

sfida è sempre lanciata dal nemico (salvo ovviamente che nel primo duello); il terzo è<br />

71 E cioè: 1,24-25 (Orazi e Curiazi); 7,9,8-10 (<strong>Tito</strong> Manlio Torquato e un Gallo); 7,26,1-10 (Marco<br />

Valerio Corvo e un Gallo); 8,7 (<strong>Tito</strong> Manlio il Giovane e Gèmino Mecio, comandante dei cavalieri <strong>di</strong><br />

Tuscolo, sconfitto e ucciso); 23,46,12-47 (Clau<strong>di</strong>o Asello e Cerrino Vibellio Taurea, cavaliere<br />

campano); 25,18 (<strong>Tito</strong> Quinzio Crispino e Ba<strong>di</strong>o, cavaliere campano). Questo elenco comprende<br />

soltanto i combattimenti extra or<strong>di</strong>nem, cioè quelli in cui due guerrieri si affrontano dopo un<br />

accordo preventivo – sempre, tranne che nel caso degli Orazi e Curiazi, la sfida lanciata da uno e<br />

accolta dall’altro - , in una pausa delle ostilità, e senza che altri intervengano; non gli scontri<br />

singoli nel corso <strong>di</strong> una battagliia, che sono più numerosi, ma hanno caratteristiche <strong>di</strong>verse (per<br />

es. 2,6 Arrunte e Bruto; 2,19-20 vari scontri singoli; 4,19 Cornelio Cosso e Tolumnio re dei Veienti;<br />

5,36 l’ambasciatore Quinto F<strong>ab</strong>io e il comandante dei Galli; 9,22 il magister equitum Aulio<br />

Cerretano e il generale dei Sanniti; 22,6 il cavaliere insubro Ducario e il console Flaminio, batt.<br />

del Trasimeno; ecc.). A tutti i combattimenti singoli è de<strong>di</strong>cato il libro <strong>di</strong> J.FRIES, Der Zweikampf.<br />

Historische und literarische Aspekte seiner Darstellung, Hain, 1985, che contiene molte<br />

interessanti considerazioni, ma non <strong>di</strong>stingue sufficientemente i “duelli” dagli scontri fra due<br />

guerrieri nel corso <strong>di</strong> una mischia.

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