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Tito Livio. Gli ab urbe condita libri - Facoltà di Lettere e Filosofia

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Letteratura latina B a.a. 2008-2009 mod. 2. Appunti delle lezioni 63<br />

In primo luogo, <strong>Livio</strong> elimina l’interruzione inverosimile <strong>di</strong> una battaglia in corso<br />

da parte dello sfidante, scegliendo invece per il duello un momento <strong>di</strong> pausa nei frequenti<br />

scontri fra Galli e Romani per impadronirsi del ponte 74. Trasforma poi in <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>retto<br />

l’enunciazione della sfida e, soprattutto, ne muta sensibilmente il tenore: il Gallo <strong>di</strong><br />

Quadrigario invita al duello uno dei nemici, uno qualsiasi (si quis vellet); quello <strong>di</strong> <strong>Livio</strong><br />

invece vuole misurarsi con il guerriero più forte, e <strong>di</strong>chiara che l’esito del duello mostrerà<br />

il valore dell’intero popolo cui il combattente appartiene. In entrambi gli storici nessuno<br />

dei Romani accoglie subito la sfida. Ma i due testi solo apparentemente si corrispondono:<br />

mentre nell’autore più antico i Romani semplicemente e comprensibilmente hanno paura<br />

(per la corporatura gigantesca e l’aspetto feroce del barbaro), in <strong>Livio</strong> essi prob<strong>ab</strong>ilmente<br />

valutano in silenzio la terribile respons<strong>ab</strong>ilità che chi accetterà <strong>di</strong> misurarsi con il Gallo<br />

si deve assumere (<strong>di</strong>mostrare quanto valga tutto il suo popolo). È questo il periculum che<br />

ognuno esita ad affrontare, non il rischio <strong>di</strong> perdere la vita. Ma infine <strong>Tito</strong> Manlio decide<br />

<strong>di</strong> affrontare la prova. Il personaggio è già noto al lettore, e lo storico lo rileva con le<br />

parole “...figlio <strong>di</strong> Lucio, quello che aveva riscattato suo padre dalla persecuzione <strong>di</strong> un<br />

tribuno75” (7,10,1). Del solenne, cerimonioso scambio <strong>di</strong> battute in <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>retto fra<br />

<strong>Tito</strong> Manlio e il <strong>di</strong>ttatore (7,10,2-3) non c’è traccia in Quadrigario: sono una inserzione <strong>di</strong><br />

<strong>Livio</strong>, che tiene molto, come si è detto, a sottolineare la <strong>di</strong>sciplina dei soldati romani. Per<br />

contro, al posto del gesto <strong>di</strong> scherno del Gallo, che, quando nessuno si fa avanti, tira<br />

fuori la lingua, in <strong>Livio</strong> troviamo soltanto un laconico tum (tum Titus Manlius... 7,10,2).<br />

Vinto il momento <strong>di</strong> esitazione che accomuna tutti, Manlio accetta la sfida: ma invece <strong>di</strong><br />

farsi avanti e iniziare senz’altro lo scontro, ne chiede licenza al comandante. Nelle parole<br />

<strong>di</strong> Manlio c’è una presentazione del Gallo (aspetto selvaggio e tracotanza) negativa e<br />

denigratoria, in accordo con quella fatta subito dopo <strong>di</strong>rettamente dallo scrittore.<br />

Le armi <strong>di</strong> cui i compagni dotano Manlio corrispondono esattamente a quelle<br />

menzionate da Quadrigario. <strong>Livio</strong> non si cura <strong>di</strong> correggere, o non rileva, l’anacronismo<br />

costituito dalla spada spagnola, che – almeno secondo Polibio (fr. 179) - entrò in uso<br />

nell’esercito romano solo più tar<strong>di</strong>, durante la guerra annibalica; aggiunge invece la<br />

piccola chiosa esplicativa ad propiorem h<strong>ab</strong>ili pugnam, una spada da duello. Solo quando<br />

il duello sta per iniziare <strong>Livio</strong>, ostentando il suo biasimo per chi ha ritenuto <strong>di</strong> dover<br />

tramandare questo particolare sor<strong>di</strong>do e futile, recupera il gesto <strong>di</strong> scherno del Gallo che<br />

tira fuori la lingua. Ma trasferito a questo punto il gesto muta anche significato: non una<br />

manifestazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo per la paura che paralizza i Romani, nessuno dei quali osa<br />

accogliere la sfida, ma un gesto immotivato e volgare, accostato alla stolida esultanza.<br />

74<br />

Lo in<strong>di</strong>ca il fatto che <strong>Livio</strong> fa avanzare il Gallo in vacuum pontem<br />

75<br />

Episo<strong>di</strong>o narrato in 7,5

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