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Aprile Vol.2 N° 1 - 2006 - Salute per tutti

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62<br />

L. Brambilla, V. Boneschi, A. Amoruso, B. Scoppio<br />

La terapia del CB delle palpebre è prevalentemente<br />

chirurgica possibilmente con conferma<br />

istologica intrao<strong>per</strong>atoria dell’indennità dei<br />

margini dell’exeresi: è importante evitare l’insorgenza<br />

di recidive, valutate attorno al 5% a 5<br />

anni, che possono avere comportamento più<br />

aggressivo (24). Quando è difficile individuare<br />

esattamente i margini del tumore, come può<br />

verificarsi nella varietà sclerodermiforme, o in<br />

caso di recidive, è consigliata la tecnica chirurgica<br />

di Mohs che <strong>per</strong>mette il controllo estemporaneo<br />

dei bordi della lesione. Infatti l’asportazione<br />

di tumori ad alto rischio mediante questa<br />

metodica porta ad una riduzione del numero di<br />

recidive, rispetto a quello riportato utilizzando<br />

altri tipi di trattamento (21, 25).<br />

Nei casi in cui l’asportazione chirurgica sia controindicata<br />

<strong>per</strong> l’età e le condizioni del paziente,<br />

si può utilizzare la radioterapia che in buone<br />

mani dà ottimi risultati; il bulbo oculare va<br />

schermato con apposite placche di piombo.<br />

Bisogna ricordare che la varietà sclerodermiforme<br />

è radioresistente.<br />

Carcinoma squamocellulare<br />

Il carcinoma squamocellulare (CS) è il secondo<br />

tumore maligno cutaneo <strong>per</strong> frequenza,<br />

dopo il CB.<br />

Insorge spesso su cute fotodanneggiata, su radiodermiti,<br />

su cheratosi arsenicati, sul bordo di ulcere<br />

di lunga data, nel contesto di cicatrici distrofiche<br />

da ustione termica o chimica. Infezioni latenti<br />

da HPV oncogeni (ad esempio i tipi 16 e 18)<br />

sono in grado di determinare insorgenza di CS, in<br />

particolar modo in situazioni di immunodepressione<br />

(HIV indotta) o immunosoppressione in<br />

corso di trapianto d’organo. L’albinismo e lo xeroterma<br />

pigmentoso inoltre rappresentano condizioni<br />

genetiche ad alto rischio <strong>per</strong> lo sviluppo del<br />

CS e altre neoplasie cutanee. Vi è correlazione<br />

lineare tra fotoesposizione ed insorgenza di CS. Il<br />

rischio di insorgenza del CS è legato quindi principalmente<br />

al fototipo chiaro e all’esposizione<br />

solare cumulativa. Le sedi corporee di elezione<br />

sono quelle fotoesposte come il capo, la su<strong>per</strong>ficie<br />

posteriore del collo, il dorso, le mani ed avambraccia.<br />

Nel contesto del volto, area ad alto<br />

rischio, le palpebre sono relativamente risparmiate<br />

dal CS che rappresenta il 9.2 % dei tumori palpebrali<br />

maligni. Le palpebre sono quindi più<br />

spesso coinvolte dal CS <strong>per</strong> contiguità da focolai<br />

in cute fotodanneggiata del volto che non primitivamente.<br />

Il CS è una proliferazione neoplastica<br />

dei cheratinociti dello strato spinoso dell’epider-<br />

Journal of Plastic Dermatology <strong>2006</strong>; 2, 1<br />

mide che presentano livelli variabili di differenziazione<br />

e quindi di maturazione in senso squamoso.<br />

Tende a svilupparsi rapidamente e dà<br />

metastasi inizialmente ai linfonodi regionali. Nel<br />

contesto di cute fotodanneggiata le cheratosi attiniche<br />

o solari (considerabili come veri carcinomi<br />

in situ) sono la condizione da cui più spesso si<br />

sviluppa il CS.<br />

Clinicamente sono rappresentate da piccole<br />

aree cheratosiche a contorni indistinti, eritematose<br />

o dello colore della cute, a volte leggermente<br />

ipocromiche. Sono più facilmente<br />

apprezzabili al tatto <strong>per</strong> la loro ruvidezza. Le<br />

squame sono discrete e fortemente aderenti e,<br />

se molte spesse, danno origine ad un corno<br />

cutaneo. Le atipie cellulari delle cheratosi solari<br />

sono confinate agli strati basali dell’epidermide,<br />

senza invasione del derma, con disordine architetturale,<br />

affastellamento dei cheratinociti e loro<br />

atipie nucleo-citoplasmatiche; tali alterazioni<br />

sono presenti anche all’interno degli infundibuli<br />

pilari, da cui le recidive dopo trattamento<br />

incompleto con azoto liquido e diatermocoagulazione.<br />

La comparsa di un indurimento-ispessimento,<br />

di un corno cutaneo o di un’erosioneulcerazione<br />

far sospettare l’evoluzione della<br />

cheratosi solare verso il CS invasivo. Tuttavia le<br />

cheratosi attiniche hanno una bassa capacità<br />

evolutiva verso il carcinoma squamoso, stimabile<br />

nel 5-16% in un <strong>per</strong>iodo di 10-25 anni (23).<br />

Il CS si caratterizza clinicamente come nodulo<br />

cheratosico di consistenza dura con squame<br />

aderenti che con l’evoluzione tende all’ulcerazione<br />

centrale e alla formazione di pseudocisti<br />

ricolme di cheratina: queste con una pressione<br />

manuale possono essere svuotate con formazione<br />

di “vermiettes”, filamenti di cheratina caratteristici<br />

della neoplasia. I bordi dell’ulcera<br />

hanno aspetto carnoso e cribriforme, il fondo è<br />

smanioso, siero gemente (Figura 7). A volte il<br />

CS prende l’aspetto di nodulo a rapida crescita<br />

con cratere corneo centrale, a tipo cheratoacan-<br />

Figura 7.<br />

Carcinoma<br />

squamocellulare<br />

nodulo-cheratosico.

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