Aprile Vol.2 N° 1 - 2006 - Salute per tutti
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L. Brambilla, V. Boneschi, A. Amoruso, B. Scoppio<br />
La terapia del CB delle palpebre è prevalentemente<br />
chirurgica possibilmente con conferma<br />
istologica intrao<strong>per</strong>atoria dell’indennità dei<br />
margini dell’exeresi: è importante evitare l’insorgenza<br />
di recidive, valutate attorno al 5% a 5<br />
anni, che possono avere comportamento più<br />
aggressivo (24). Quando è difficile individuare<br />
esattamente i margini del tumore, come può<br />
verificarsi nella varietà sclerodermiforme, o in<br />
caso di recidive, è consigliata la tecnica chirurgica<br />
di Mohs che <strong>per</strong>mette il controllo estemporaneo<br />
dei bordi della lesione. Infatti l’asportazione<br />
di tumori ad alto rischio mediante questa<br />
metodica porta ad una riduzione del numero di<br />
recidive, rispetto a quello riportato utilizzando<br />
altri tipi di trattamento (21, 25).<br />
Nei casi in cui l’asportazione chirurgica sia controindicata<br />
<strong>per</strong> l’età e le condizioni del paziente,<br />
si può utilizzare la radioterapia che in buone<br />
mani dà ottimi risultati; il bulbo oculare va<br />
schermato con apposite placche di piombo.<br />
Bisogna ricordare che la varietà sclerodermiforme<br />
è radioresistente.<br />
Carcinoma squamocellulare<br />
Il carcinoma squamocellulare (CS) è il secondo<br />
tumore maligno cutaneo <strong>per</strong> frequenza,<br />
dopo il CB.<br />
Insorge spesso su cute fotodanneggiata, su radiodermiti,<br />
su cheratosi arsenicati, sul bordo di ulcere<br />
di lunga data, nel contesto di cicatrici distrofiche<br />
da ustione termica o chimica. Infezioni latenti<br />
da HPV oncogeni (ad esempio i tipi 16 e 18)<br />
sono in grado di determinare insorgenza di CS, in<br />
particolar modo in situazioni di immunodepressione<br />
(HIV indotta) o immunosoppressione in<br />
corso di trapianto d’organo. L’albinismo e lo xeroterma<br />
pigmentoso inoltre rappresentano condizioni<br />
genetiche ad alto rischio <strong>per</strong> lo sviluppo del<br />
CS e altre neoplasie cutanee. Vi è correlazione<br />
lineare tra fotoesposizione ed insorgenza di CS. Il<br />
rischio di insorgenza del CS è legato quindi principalmente<br />
al fototipo chiaro e all’esposizione<br />
solare cumulativa. Le sedi corporee di elezione<br />
sono quelle fotoesposte come il capo, la su<strong>per</strong>ficie<br />
posteriore del collo, il dorso, le mani ed avambraccia.<br />
Nel contesto del volto, area ad alto<br />
rischio, le palpebre sono relativamente risparmiate<br />
dal CS che rappresenta il 9.2 % dei tumori palpebrali<br />
maligni. Le palpebre sono quindi più<br />
spesso coinvolte dal CS <strong>per</strong> contiguità da focolai<br />
in cute fotodanneggiata del volto che non primitivamente.<br />
Il CS è una proliferazione neoplastica<br />
dei cheratinociti dello strato spinoso dell’epider-<br />
Journal of Plastic Dermatology <strong>2006</strong>; 2, 1<br />
mide che presentano livelli variabili di differenziazione<br />
e quindi di maturazione in senso squamoso.<br />
Tende a svilupparsi rapidamente e dà<br />
metastasi inizialmente ai linfonodi regionali. Nel<br />
contesto di cute fotodanneggiata le cheratosi attiniche<br />
o solari (considerabili come veri carcinomi<br />
in situ) sono la condizione da cui più spesso si<br />
sviluppa il CS.<br />
Clinicamente sono rappresentate da piccole<br />
aree cheratosiche a contorni indistinti, eritematose<br />
o dello colore della cute, a volte leggermente<br />
ipocromiche. Sono più facilmente<br />
apprezzabili al tatto <strong>per</strong> la loro ruvidezza. Le<br />
squame sono discrete e fortemente aderenti e,<br />
se molte spesse, danno origine ad un corno<br />
cutaneo. Le atipie cellulari delle cheratosi solari<br />
sono confinate agli strati basali dell’epidermide,<br />
senza invasione del derma, con disordine architetturale,<br />
affastellamento dei cheratinociti e loro<br />
atipie nucleo-citoplasmatiche; tali alterazioni<br />
sono presenti anche all’interno degli infundibuli<br />
pilari, da cui le recidive dopo trattamento<br />
incompleto con azoto liquido e diatermocoagulazione.<br />
La comparsa di un indurimento-ispessimento,<br />
di un corno cutaneo o di un’erosioneulcerazione<br />
far sospettare l’evoluzione della<br />
cheratosi solare verso il CS invasivo. Tuttavia le<br />
cheratosi attiniche hanno una bassa capacità<br />
evolutiva verso il carcinoma squamoso, stimabile<br />
nel 5-16% in un <strong>per</strong>iodo di 10-25 anni (23).<br />
Il CS si caratterizza clinicamente come nodulo<br />
cheratosico di consistenza dura con squame<br />
aderenti che con l’evoluzione tende all’ulcerazione<br />
centrale e alla formazione di pseudocisti<br />
ricolme di cheratina: queste con una pressione<br />
manuale possono essere svuotate con formazione<br />
di “vermiettes”, filamenti di cheratina caratteristici<br />
della neoplasia. I bordi dell’ulcera<br />
hanno aspetto carnoso e cribriforme, il fondo è<br />
smanioso, siero gemente (Figura 7). A volte il<br />
CS prende l’aspetto di nodulo a rapida crescita<br />
con cratere corneo centrale, a tipo cheratoacan-<br />
Figura 7.<br />
Carcinoma<br />
squamocellulare<br />
nodulo-cheratosico.