Aprile Vol.2 N° 1 - 2006 - Salute per tutti
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82<br />
L. Brambilla, A. Amoroso<br />
diclofenac 3% in ialuronato 2,5% gel è un farmaco<br />
antinfiammatorio non steroideo con alta<br />
affinità <strong>per</strong> la forma inducibile della COX2<br />
capace di inibire la produzione dei metaboliti<br />
dell’acido arachidonico che sono alla base di<br />
svariati processi di carcinogenesi. Si ottiene una<br />
clearance completa in circa il 47% dei pazienti<br />
trattati, gli effetti collaterali locali come il prurito,<br />
l’eritema, la xerosi si osservano in una <strong>per</strong>centuale<br />
di casi più bassa rispetto ai farmaci<br />
precedenti (8, 9). Sono riportati in letteratura<br />
altri effetti indesiderati, sebbene in numero<br />
limitato, come dermatiti allergiche da contatto<br />
(10-12) ed eruzioni eritema polimorfo-like<br />
(13). Ultimamente il dermatologo dispone di<br />
una metodica ambulatoriale molto valida che si<br />
avvale dell’applicazione di metil 5-aminolevulinato<br />
topico associata a radiazione luminosa<br />
della lunghezza d’onda compresa tra 570 e 670<br />
nm. Con questa tecnica si è osservata una scomparsa<br />
delle lesioni in circa il 60-75% dei casi<br />
con un ottimo risultato estetico e una forse<br />
maggiore tollerabilità rispetto alla crioterapia<br />
(14, 15) ed alla diatermocoagulazione che da<br />
sempre rappresentano terapie efficaci nelle cheratosi<br />
attiniche.<br />
Ormai borderline tra le patologie benigne e le<br />
maligne troviamo il cheratoacantoma che si presenta<br />
<strong>per</strong> lo più al volto come un nodulo a rapida<br />
crescita, con una piccola depressione centrale<br />
zaffata di materiale cheratosico (Figura 2),<br />
regredisce spontaneamente nella maggior parte<br />
dei casi presenta una istologia molto simile ad<br />
un carcinoma squamocellulare. Sono stati<br />
descritti casi con comportamento aggressivo,<br />
<strong>per</strong> tali motivi alcuni autori lo ritengono un carcinoma<br />
in situ, considerandolo un tumore a<br />
basso grado di malignità che nella maggior<br />
parte dei casi l’organismo riesce a controllare.<br />
Più raramente il Morbo di Bowen (Figura 3),<br />
carcinoma in situ, può comparire in queste aree<br />
corporee, richiedendo una più attenta diagnosi<br />
differenziale verso forme di eczema, psoriasi,<br />
lupus eritematoso discoide, cheratosi attinica<br />
bowenoide e carcinoma basocellulare su<strong>per</strong>ficiale<br />
che sono di gran lunga più frequenti in<br />
questi distretti corporei, in particolare all’orecchio.<br />
Tra i tumori maligni quelli che si localizzano in<br />
maniera preferenziale, anche se non peculiare<br />
in queste sedi troviamo il carcinoma basocellulare<br />
e squamocellulare (Figura 4). In particolare<br />
il carcinoma squamocellulare del padiglione<br />
auricolare si sviluppa generalmente da una<br />
Journal of Plastic Dermatology <strong>2006</strong>; 2, 1<br />
lesione precancerosa, in soggetti di età avanzata<br />
e di razza caucasica, si presenta come una<br />
papula od un nodulo duro alla palpazione che<br />
tende ad ulcerarsi, la progressione del processo<br />
neoplastico comporta l’ interessamento della<br />
cartilagine sottostante, con conseguente danno<br />
estetico molto grave, inoltre la diffusione <strong>per</strong><br />
contiguità della neoplasia può determinare un<br />
coinvolgimento del <strong>per</strong>icondrio, <strong>per</strong>iostio e<br />
delle strutture neurovascolari con difficile controllo<br />
del tumore stesso. Se il carcinoma si presenta<br />
con un diametro su<strong>per</strong>iore ai 2 cm, una<br />
profondità su<strong>per</strong>iore ai 4 mm, una scarsa differenzazione<br />
ed un coinvolgimento <strong>per</strong>ineurale è<br />
gravato da una prognosi peggiore riguardo alle<br />
recidive locali ed alle metastasi, con un’incidenza<br />
pari al 5-10% (16). Se c’è già un interessamento<br />
linfonodale la sopravvivenza a 5 anni e<br />
di circa il 20-25%.<br />
I carcinomi baso e squamocellulari del canale<br />
uditivo esterno sono molto più rari, si osservano<br />
generalmente in soggetti più giovani (50-65<br />
anni), spesso con una anamnesi positiva <strong>per</strong><br />
otite cronica. Questi tumori sono caratterizzati<br />
da una diffusione particolarmente insidiosa che<br />
può interessare la cartilagine, l’articolazione<br />
temporo-mandibolare, la parotide, e attraverso<br />
la membrana timpanica possono giungere all’orecchio<br />
medio ed interno con una gestione terapeutica<br />
ancor più difficile ed una prognosi ben<br />
più grave. I sintomi più comuni di un carcinoma<br />
squamocellulare invasivo in questa sede<br />
sono una secrezione ematica e purulenta dal<br />
condotto uditivo, seguita da dolore, <strong>per</strong>dita dell’udito<br />
e paralisi facciale.<br />
Figura 2.<br />
Cheratoacantoma.<br />
Figura 3.<br />
Carcinoma<br />
squamocellulare<br />
tipo Bowen.<br />
(Per gentile concessione<br />
del Dr. R.Gianotti)