Delle rime volgari trattato di Antonio da Tempo, composto nel 1332 ...

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che nd' à fatto sta nera
con so traditi enganni.
El fa già plusor anni
chi ese questa bugada:
esso sì r à menada,
e mo nde dà pauada
senza pan.
— Die! mo pur pian,
per san Casian!
driédo ancùo vien doman;
lassò pur andar;
mo diséme, conpar,
che nde può-li far?
I nde può rubar;
da che partido
non saremo nu a lido?
— E seu porti dol porto,
xe sem Marco morto.
— Vu sé gran deseonforto
a la cittade,
che Dio ve dia firmitade,
lengua maledetta,
tollè gioso la vetta
« se sta terra benedetta
die andar a saccomano »;
che s' un garzon di mano ^
v' avesse oldido,
vu saresse schernido
e vituperado.
Lo campo xe levado . . .
— Dio '1 vola.
— Io dico: deve bona vola,
che nu averemo plazer e zoia
avanti che conpla '1 mese;
co' che xe
le Bebé 2 xe rescattade;
1 II Codic. saccomanno — di manno.
che n' ha fatto questa nera
co' suoi felli inganni.
Ei fa già più anni
eh' esce questa risciacquata:
egli SI r ha menata,
e or ne dà panata
senza pane.
— Dio ! però adagio,
per san Canziano!
dopo r oggi viene il domani;
lasciate andare;
or ditemi, compare,
che ne ponno essi fare ?
Essi ne ponno rubare;
di che partito
non saremo noi al lido?
— E siete voi diviso dal porto,
san Marco è morto.
— Voi siete grande sconforto
alla città,
che Dio vi dia fermezza,
lingua maledetta,
ritirate quell' infilata:
« se questa terra benedetta
dee andar a saccomanno »;
che se un garzon manesco
v' avesse udito,
voi sareste schernito
e vituperato.
Il campo è levato . .
— Dio il voglia.
— Io dico: datevi buon tempo,
che noi avremo piacer e gioia
avanti che compia il mese;
come che è (al momento che siamo)
le Bebbe sono riprese;
* 11 Forte delle Bebbe presso Cliioggìa, dai Veneziani perduto, riconquistato verso
la fine del lufflio 1380.
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