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EDITORI MUSICALI,UNA PASSIONE LUNGA UN SECOLO - Siae

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VIVAVERDI<br />

18<br />

autori in Mostra<br />

VENICE DAYS<br />

PER FORT<strong><strong>UN</strong>A</strong> RITORNANO<br />

di Giorgio Gosetti<br />

Spetta alla visione e alla tenacia di alcune persone,<br />

all’interno delle associazioni di categoria<br />

degli autori cinematografici italiani (Anac e<br />

autori dell’Api), nonché alla sensibilità prima<br />

del Direttore della Mostra di Venezia, Marco<br />

Müller, e poi del Presidente della Biennale,<br />

Davide Croff, se la sezione autonoma della<br />

Mostra denominata Giornate degli Autori sono<br />

diventate in appena due anni una delle realtà<br />

più vive e originali della grande kermesse<br />

lidense.<br />

Volendo fare un po’ di storia per i lettori non<br />

esperti, si può ricordare che questa scommessa<br />

partì nel mese di marzo (come utopia) e in<br />

quello di maggio (come progetto) del 2004<br />

avendo per obiettivo una realizzazione di lì a<br />

tre mesi, alla fine di agosto. Cuore della scommessa<br />

era creare, al gran teatro della Mostra,<br />

dove le novità si centellinano nei decenni, un<br />

fermento innovativo attraverso uno spazio di<br />

cinema, d’incontro e di scambio che ritornasse<br />

a far parlare chi il cinema lo crea, lo ama e lo<br />

sostiene come impresa e come forma d’arte. Le<br />

regole del gioco erano altrettanto chiare: elaborare<br />

un progetto diverso dai tradizionali<br />

percorsi del festival, trovare le risorse necessarie<br />

per affermare un’indipendenza non soltanto<br />

di facciata (quantunque con il prezioso supporto<br />

della Biennale e delle sue strutture),<br />

inventarsi modalità originali che evitassero di<br />

replicare quanto già esisteva.<br />

Tra le ovvie discussioni e polemiche di quei<br />

giorni ricordo con particolare piacere (mi fu di<br />

leale stimolo e mi aiutò a sbagliare di meno)<br />

l’obiezione di un autore – uno dei migliori del<br />

nostro cinema – che si opponeva al progetto<br />

dicendo, in buona sostanza: “C’è davvero bisogno<br />

di coinvolgere il nome degli autori per<br />

Nella foto<br />

della pagina accanto,<br />

Giorgio Gosetti<br />

Grande attività e fermento sotto i pergolati e le tende della Villa degli Autori nel corso<br />

della seconda edizione delle “Giornate degli Autori” alla Mostra del cinema del Lido di<br />

Venezia. Tra discussioni impegnate, chiacchiere amene e produttori stranieri e<br />

distributori intenti a siglare importanti affari per il mercato cinematografico<br />

internazionale…<br />

legittimare l’ego di un selezionatore che vuole<br />

firmare un proprio progetto nel cuore del<br />

Festival vero e proprio?”. Nelle stesse ore altri<br />

osservavano: “Ha senso riproporre un modello<br />

e una contrapposizione che fu fervido concime<br />

di novità al tempo della grande contestazione<br />

degli anni ‘60 e ‘70 (dalla Quinzaine des<br />

Réalisateurs di Cannes alle Giornate di Campo<br />

Santa Margherita di Venezia), oggi che questa<br />

contrapposizione non esiste ed è anzi il direttore<br />

della Mostra a sollecitare la novità?”.<br />

Obiezioni e interrogativi mi hanno – ci hanno<br />

– accompagnato a lungo mentre lavoravamo<br />

alle prime Giornate degli Autori.<br />

Un anno dopo mi sembra di poter dire, anche a<br />

nome del Presidente Roberto Barzanti, dei<br />

vicepresidenti Citto Maselli ed Emidio Greco,<br />

degli autori che si sono impegnati al nostro<br />

fianco, che abbiamo trovato risposte convincenti.<br />

La prima edizione andò bene, la <strong>Siae</strong> ne<br />

fu parte determinante e testimone attento, la<br />

stampa ci diede un confortante “via libera”, il<br />

piccolo miracolo di rendere concreta un’utopia<br />

venne realizzato. Non era solo cinema ciò che<br />

gli appassionati trovarono nel recinto dei<br />

dodici film da noi selezionati, non erano solo<br />

stanche chiacchiere quelle che si facevano nell’appartata<br />

(ma frequentatissima) “Villa degli<br />

Autori” dove stabilimmo un quartier generale<br />

tanto aperto e accogliente da essere utilizzato a<br />

tutte le ore (anche per dormirci da registi stranieri<br />

particolarmente nottambuli), non era<br />

ripetitivo un programma che fece scoprire un<br />

documentario – L’incubo di Darwin dell’austriaco<br />

Hubert Sauper – tanto bello da competere<br />

con film a soggetto di tutta Europa e capace,<br />

dopo Venezia, di fare il giro dei festival del<br />

mondo, delle sale di tutto il continente, fino a<br />

conquistare l’Oscar europeo nel dicembre<br />

scorso.<br />

Esattamente un anno dopo, le Giornate degli<br />

Autori sono tornate al Lido con 12 film (stavolta<br />

di tutto il mondo), due eventi speciali e due<br />

iniziative in accordo con la 62ma Mostra e con<br />

la Settimana della Critica in onore di due<br />

cineasti italiani troppo spesso dimenticati,<br />

Alberto Lattuada ed Elio Petri. Per rendere<br />

possibile l’edizione 2005, tutti i soggetti che<br />

avevano tenuto a battesimo il progetto, si sono<br />

detti pronti a confermare il proprio sostegno<br />

ed anzi a incrementarlo con uno sforzo tutto<br />

particolare: dalla Direzione Generale Cinema<br />

del Ministero alla Bnl e Lottomatica/Gioco del<br />

Lotto, da Raisat alla stessa <strong>Siae</strong> fino ad una<br />

serie di sponsor tecnici che hanno confermato<br />

la felice anomalia di un’iniziativa in cui il capitale<br />

privato o associativo è importante almeno<br />

quanto quello pubblico nella sua proficua<br />

scommessa sulla cultura. Perché alle Giornate<br />

le vere star erano per davvero i film e i registi,<br />

le idee e le discussioni, non i divi di un solo<br />

giorno. C’erano anche quelli (da Willem Dafoe<br />

a Nathalie Baye, da Teresa De Sio ad Anna

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