EDITORI MUSICALI,UNA PASSIONE LUNGA UN SECOLO - Siae
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VIVAVERDI<br />
22<br />
personaggi<br />
UMBERTO CONTARELLO<br />
RACCONTI DAL CUORE<br />
di Alberto Ferrigolo<br />
È uno dei principali sceneggiatori italiani. Ha scritto film per Salvatores,<br />
Calogero, Zaccaro, Piccioni, Amelio, da solo o come co-autore. Arrivato a Roma,<br />
da Padova, assieme a Carlo Mazzacurati e Enzo Monteleone a metà anni '80. Ora<br />
un romanzo, che è già una sceneggiatura e sarà presto un film di Francesca<br />
Archibugi. Colloquio sul mestiere di scrittore per il cinema<br />
È la storia di un infarto. Il suo. E di una passione<br />
per la scenaggiatura. Poi è storia di amicizie,<br />
intense, diverse. Di una vita sentimentale caotica<br />
nella quale Alberto, il protagonista, tenta di<br />
mettere ordine andando a convivere con Carla.<br />
Ma la casa che li dovrebbe accogliere, la dimora<br />
della loro intimità, si trasforma presto in un<br />
grande appartamento freddo, vuoto, privo di<br />
orizzonti. Lo specchio del loro rapporto muto.<br />
Come il sesso. Prevale il tormento, “la voce”<br />
professionale di Alberto si affievolisce mentre<br />
crescono preoccupazioni e incombono agenti e<br />
produttori carichi di richieste. Alberto è assediato,<br />
e nel frangente arriva – “come il morso di<br />
una carpa sdentata” – l’’infarto.<br />
Per il protagonista è una frustata, un segnale,<br />
un grande punto interrogativo, una domanda<br />
aperta sul proprio futuro. La storia è anche<br />
quella di una generazione comoda e “irresponsabile”,<br />
che ha amato molto i lussi e poco le<br />
convenzioni, più gli amori intensi, travolgenti e<br />
appassionati che le fedeltà. E che, alla soglia<br />
della mezza età, si trova già con gli acciacchi a<br />
fare i conti con un passato che brucia.<br />
Un’autobiografia. Trama nella trama.<br />
Alberto è Umberto Contarello, padovano trapiatato<br />
a Roma da più di due decenni, classe<br />
1957, al suo romanzo d’esordio (Una questione<br />
di cuore, Feltrinelli, libro che s’è aggiudicato il<br />
Premio Berto e che sarà un film di Francesca<br />
Archibugi), ma con alle spalle un cursus honorum<br />
di scrittura di grande talento. È uno dei<br />
principali sceneggiatori italiani per il cinema<br />
(vedi box), di quella generazione che scrive film<br />
pluripremiati, amati e visti dal pubblico, e che<br />
contempla nomi come Gualtiero Rosella e Lucia<br />
Zei o Francesco Bruni, Enzo Monteleone,<br />
Doriana Leondeff, Lara Fremder, Claudio Fava<br />
e Monica Zappelli. Giovani sceneggiatori che<br />
hanno padri nobili in Vincenzo Cerami o<br />
Stefano Rulli e Sandro Petraglia. Gente che si<br />
ritrova e scrive insieme, si alterna e allo stesso<br />
tempo intreccia nella vita, nelle storie, nelle<br />
frequentazioni, nei lavori.<br />
Ora Contarello sta per cominciare a scrivere il<br />
nuovo film di Salvatores, “una storia che sappiamo<br />
sarà ambientata in una nave mercantile,<br />
una cosiddetta ‘carretta del mare’ e il cui titolo<br />
provvisorio è Il popolo dell’acqua. Un lavoro<br />
che si profila molto impegnativo” dice. A breve<br />
uscirà il film di Amelio, che ha scritto, e poi, da<br />
Una questione di cuore il film della Archibugi.<br />
Com’è passare dallo scrivere per il cinema a un<br />
romanzo? Com’è accaduto?<br />
Come sempre, per tutto quel che mi riguarda,<br />
non per caso. Anche se ho sempre nutrito un<br />
senso di sana soggezione verso la letteratura e<br />
nei confronti della parola scritta fine a se stessa:<br />
è un linguaggio che non chiede altro che quel<br />
che dà. Ho sempre letto con molta ammirazione<br />
tutti quegli scrittori che possedevano questa<br />
specie di talento, difficile da definire in astratto,<br />
ma che quando uno lo incontra sa bene di<br />
conoscere…<br />
E che cos’è?<br />
È la lingua.<br />
Cosa intendi per lingua?<br />
La personalità della lingua, anzi la voce. Forse la<br />
parola giusta è la voce.<br />
Di un libro cosa ti interessa di più?<br />
Quando leggo un libro – forse per una deformazione<br />
professionale al contrario, e per il<br />
WHO’S WHO<br />
UMBERTO CONTARELLO Nato a Padova nel 1958, Umberto Contarello è<br />
laureato in Lettere e Filosofia e lavora come sceneggiatore professionista<br />
dal 1982. Come autore di varietà tv è coautore di Fantastico 8 e come<br />
autore di fiction è cosceneggiatore della Piovra 7 e coautore del soggetto<br />
della Piovra 8. Per il cinema è coautore di soggetto e sceneggiatura di<br />
Marrakech Express per la regia di Gabriele Salavatores, finalista al premio<br />
Solinas; coautore di soggetto e sceneggiatura de Il toro (Leone d’Argento<br />
alla mostra di Venezia) Vesna va veloce, La lingua del santo (regia di Carlo<br />
Mazzacurati). Cosceneggiatore de Il carniere (finalista al Premio David di<br />
Donatello) e Un uomo per bene, entrambi per la regia di Maurizio Zaccaro.<br />
Autore di soggetto e sceneggiatura di Il metronotte per la regia di<br />
Francesco Calogero, Luce dei miei occhi per la regia di Giuseppe Piccioni.<br />
Autore della sceneggiatura de L’aria che respiro, tratto dalla vicenda del<br />
Petrolchimico di Porto Marghera e di Ovunque sei (regia Michele Placido).<br />
Coautore della sceneggiatura de La stella che non c’è (Gianni Amelio).<br />
mestiere che faccio passo molto tempo attorno<br />
all’architettura delle storie, alla loro composizione<br />
–, mi accorgo che la storia è in realtà quel<br />
che m’interessa meno. I libri che mi emozionano<br />
e attraggono, mi obbligano a un tempo separato<br />
dalle cose, sono i libri che hanno una voce.<br />
Più potente dell’intreccio, della drammaturgia<br />
che viene raccontata.<br />
La voce equivale alla bella scrittura?<br />
No, non so cosa sia la bella scrittura. So solo che<br />
esiste una scrittura che mi parla e una che non<br />
parla. Quando una scrittura mi parla la chiamo<br />
voce.<br />
In che modo ti parla?<br />
Difficilmente dei libri che mi fanno pensare o<br />
che mi emozionano saprei ricostruire a distanza<br />
di tempo i fili della narrazione. Quel che mi<br />
rimane dentro è una specie di intimità, cioè la<br />
sensazione che la scrittura veicola un qualcosa<br />
che è…<br />
…l’anima del libro…?<br />
Sì, è molto simile… Per me che ho una tradizione<br />
famigliare di storia orale, la voce, l’anima<br />
di un libro è una sorta di malìa. Come essere<br />
dinanzi a un narratore speciale del quale potresti<br />
restare ad ascoltare qualunque cosa, perché<br />
non ascolti quel che racconta ma la sua voce. Un<br />
libro potente per me è questo.<br />
La tua scrittura ha questa voce?<br />
Non ho mai minimamente immaginato, né<br />
pensato di avere una voce, né le capacità.<br />
Ognuno si misura naturalmente con quello che<br />
considera letteratura o considera cinema e si fa<br />
il proprio esame in base a dei modelli alti e non<br />
Foto Talos Buccellati