EDITORI MUSICALI,UNA PASSIONE LUNGA UN SECOLO - Siae
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VIVAVERDI<br />
28<br />
mestieri<br />
“doppio binario”: uno artistico – appunto la<br />
scoperta dei talenti – e un altro amministrativo:<br />
ovvero offrire all’autore “la massima assistenza<br />
affinché sia in Italia che all’estero i suoi<br />
proventi siano assicurati da una corretta<br />
amministrazione”. Chiude Alessandro Savasta,<br />
publishing manager delle Edizioni Suvini<br />
Zerboni, alle prese forse con il mercato più difficile<br />
di tutti, quello della musica “seria”: l’editore,<br />
a suo avviso, “deve dare la possibilità ad<br />
un giovane compositore di fare carriera”, al di<br />
là dell’occasionale passaggio in radio di qualche<br />
esecuzione. Per un catalogo contano “i<br />
nomi e le opere che possano rimanere nel<br />
tempo”.<br />
Il che non è facile, viste le condizioni del mercato<br />
e non solo in quello della musica classica,<br />
tanto che il contratto in esclusiva è diventato<br />
una rarità circoscritta ad artisti di ormai provato<br />
valore: “I rapporti sono molto elastici,<br />
nessuno è più in grado di garantire la sopravvivenza<br />
a un autore dandogli un fisso mensile<br />
per campare”, spiega Corsi; la regola è piuttosto<br />
quella dell’opera singola o dei contratti a<br />
tempo limitato, anche per volontà degli stessi<br />
artisti: “Prima c’erano vincoli contrattuali che<br />
facevano un po’ sorridere, contratti di 5 anni<br />
più 2, ovvero sette anni di accordo il che significava<br />
andare in pensione dopo tre accordi firmati”,<br />
ricorda Verona.<br />
“Tenere molti rapporti di esclusiva, che poi<br />
non portano a nulla, crea solo frustrazione.<br />
Quindi noi ne abbiamo pochi e quei pochi che<br />
abbiamo cerchiamo di farli lavorare al massimo”,<br />
conferma Sugar. Più possibilista Buja:<br />
“Accanto ad autori molto consolidati abbiamo<br />
autori giovani che stanno crescendo e che<br />
dovrebbero essere quelli che ci garantiscono lo<br />
sviluppo della nostra attività nei prossimi<br />
anni”. Più difficile invece è la situazione in<br />
mercati più di nicchia, come quello della<br />
musica da ballo, come spiega Galletti:<br />
“Esistono sia contratti di esclusiva con determinati<br />
autori, soprattutto di una certa levatura,<br />
sui quali si investe in maniera massiccia e<br />
soprattutto nel tempo; in altre occasioni invece<br />
si fanno contratti (Bollettini modello 112, ndr)<br />
opera per opera, soprattutto con i più giovani,<br />
anche perché occorre metterli alla prova. Nel<br />
settore della musica da ballo i brani sono molto<br />
Di fianco,<br />
Franco Daldello;<br />
nella pagina che segue,<br />
Alessandro Savasta<br />
e Anna Galletti<br />
lenti a partire, non è come nella musica dance<br />
che in sei mesi sai già se un pezzo funziona; il<br />
ciclo vitale di un’opera dance è sicuramente<br />
molto più breve rispetto a quello di un’opera<br />
da ballo su cui però devi insistere, devi promozionarla,<br />
devi lavorarci sopra per dei mesi, se<br />
non per degli anni”. Una delle difficoltà per le<br />
case editrici – dalla quale paradossalmente la<br />
figura dell’editore ne esce rafforzata – è che la<br />
struttura del mercato, e quindi dei diritti d’autore,<br />
sembra cambiata: il dominio indiscusso<br />
del vinile prima e del Cd poi appare assai meno<br />
solido, grazie all’avvento delle nuove tecnologie<br />
o del sempre maggiore utilizzo delle canzoni<br />
direttamente nelle pubblicità o nel cinema:<br />
tutti canali che evitano di passare per un discografico<br />
ma che per essere sfruttati hanno bisogno<br />
di un editore che sappia riconoscere le<br />
loro possibilità e utilizzarli per la promozione.<br />
Le strategie possibili sono diverse, come spiega<br />
Sugar: “Noi siamo anche editori di musica<br />
classica e nell’ambito della musica classica la<br />
cosa più importante è far arrivare un brano ad<br />
una esecuzione; dopodiché è ovviamente fondamentale<br />
la maggior diffusione possibile –<br />
dai dischi a qualsiasi altro mezzo, come le partiture.<br />
Anche nel caso della musica leggera è<br />
importante fare arrivare un brano ad una esecuzione,<br />
tuttavia in questo settore attualmente<br />
la stampa degli spartiti non ha più il valore che<br />
aveva 40 o 50 anni fa. Le possibilità possono<br />
essere varie: un progetto discografico, quindi<br />
portare quel brano ad un cantante, ad un artista;<br />
il cinema, che è una strada interessantissima;<br />
la televisione, qualsiasi mezzo di divulgazione<br />
che abbia la musica come parte del suo<br />
contenuto”.<br />
Trovare un ‘interprete adeguato per una canzone<br />
non è sempre semplice però, avverte<br />
Rolando, che addita l’esempio di Andrea<br />
Bocelli o Gianni Morandi: “È sempre più raro,<br />
anche se rimane una grande parte del nostro<br />
lavoro. Tra i giovani è più raro trovare un interprete<br />
puro, oppure trovi la via di mezzo: la<br />
Pausini, che vuole i brani da fuori ma vuol scrivere<br />
con chi glieli propone”.<br />
“La stampa della musica a favore dei musicisti<br />
che suonano dal vivo si fa sempre, è un veicolo<br />
promozionale”, afferma Corsi, che precisa: “La<br />
promozione più importante è nel circuito<br />
internazionale dei nostri consociati. Per esem-<br />
pio, quando ci dicono che c’è un interprete<br />
internazionale che sta cercando canzoni, noi<br />
promuoviamo le opere dei nostri autori per far<br />
sì che quell’artista le ascolti ”. Per quel che<br />
riguarda i canali offerti dalle nuove tecnologie,<br />
la difficoltà è quella di trovare degli strumenti<br />
che garantiscano la giusta remunerazione degli<br />
autori: “Fatta eccezione per iTunes che paga<br />
regolarmente, la norma sul digitale è la pirateria”,<br />
conferma Corsi, il quale sottolinea: “Chi<br />
utilizza la musica deve essere cosciente di dover<br />
pagare, e questo è un fatto di educazione su cui<br />
l’industria si deve impegnare fortemente con la<br />
<strong>Siae</strong> per spiegare perché questo sia giusto”.<br />
Per Buja la promozione è quasi un “porta a<br />
porta”: “Si contattano le case discografiche e<br />
gli interpreti, e si propongono canzoni in catalogo<br />
che possono essere considerate loro adatte.<br />
Ma abbiamo anche altri tipi di promozione:<br />
proponiamo il nostro repertorio attraverso le<br />
agenzie di pubblicità per un utilizzo di sincronizzazione<br />
pubblicitaria per campagne radiofoniche<br />
e televisive; inoltre attraverso un contatto<br />
che passa dall’ufficio ‘nuove tecnologie<br />
Universal’ cerchiamo di inserirlo in siti<br />
Internet o nella telefonia mobile, in maniera<br />
che ci si possa avvicinare alla canzone non<br />
necessariamente attraverso la sola produzione<br />
discografica”.<br />
“Una volta si andava alla casa discografica, e lì<br />
si chiudeva la questione”, ricorda Daldello:<br />
oggi invece occorre innanzitutto trovare un<br />
intreprete o registrare un demo, compito in cui<br />
l’editore può fare da intermediario, assumendo<br />
così anche un ruolo da produttore; ma in<br />
secondo luogo “ogni buon editore che si<br />
rispetti ha un archivio dati, un data base”,<br />
indirizzi – a volte migliaia – ai quali vengono<br />
inviati spartiti e basi midi. Una scelta obbligata,<br />
questa, per chi si occupa di musica – come<br />
quella da ballo – che verrà soprattutto eseguita<br />
dal vivo più che affidata solo ad un supporto<br />
discografico, spiega Galletti: “Abbiamo una<br />
mailing list di migliaia di nomi che è costante