Il numero di Playboy con Stephanie Seymour
Il numero di Playboy con Stephanie Seymour
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Federico Pucci<br />
<strong>Il</strong> bion<strong>di</strong>no era già bello che morto, sotterra,<br />
fuori dalle grinfie dei fan dell’ultima ora, cioè<br />
quasi tutti noialtri, lontano dalla flanella a<br />
buon mercato comprata al Benetton <strong>con</strong>trattando<br />
sulla taglia <strong>con</strong> la mamma che non vuole<br />
vederti sbrindellato. Io ero lontano, a Monza,<br />
periferia <strong>di</strong> un falso impero fatto <strong>di</strong> musica che<br />
allora non mi interessava. Nel novantasette mi<br />
intrufolavo dal fratellone e gli rubavo un po’ <strong>di</strong><br />
roba: Superunknown, Vs. e questo <strong>di</strong>sco <strong>con</strong><br />
una copertina che mi lasciò un po’ così – cosa<br />
potevo capirne, allora? – che si chiamava Nevermind.<br />
Quell’estate al mare ho <strong>con</strong>osciuto<br />
una ragazza che mi ha insegnato il significato<br />
della locuzione <strong>con</strong> un <strong>di</strong>sco dei Sex Pistols, ma<br />
quelli mi parevano dei cretini – cosa potevo<br />
capirne, allora? – e poi erano pure inglesi<br />
d’Inghilterra, cosa vuoi che mi importasse <strong>di</strong>