Il numero di Playboy con Stephanie Seymour
Il numero di Playboy con Stephanie Seymour
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Andrea Bentivoglio<br />
Avevo 18 anni e vivevo nella profonda<br />
provincia marchigiana nel 91, non avevo fratelli<br />
maggiori o amici fichissimi che mi in<strong>di</strong>rizzassero<br />
verso ascolti musicali decenti. Quando<br />
uscì Nevermind ovviamente non me ne accorsi,<br />
perché passavo le giornate chiuso in<br />
camera a imparare a mixare vinili <strong>di</strong> orrenda<br />
musica house-commerciale <strong>con</strong> la mia <strong>con</strong>solle<br />
appena comprata. E anche se le avessi passate<br />
altrimenti da noi non arrivava nemmeno ra<strong>di</strong>o<br />
DeeJay, figuriamoci MTV. Se alla ra<strong>di</strong>o si<br />
sentiva Ligabue c’era quasi da ringraziare.<br />
Quin<strong>di</strong> il mio personalissimo ventennale del<br />
primo ascolto <strong>di</strong> Nevermind sarà l’anno<br />
prossimo, perché risale al 92, quando avevo<br />
appena messo il naso fuori da casa per fare<br />
l’università. Era un giovedì sera invernale che<br />
non c’entrava niente, in una <strong>di</strong>scoteca perugina