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anno 2007 - Istituto studi atellani

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egina Giovanna senza che vi fosse alcun assenso da parte loro. Anzi, per dare prova<br />

concreta della loro sincerità e lealtà, alfine di non correre di nuovo il rischio di un<br />

tradimento tanto compromettente per tutta la comunità, chiesero tra l‟altro che per<br />

l‟avvenire nessuno dovesse più ricoprire contemporaneamente la carica di capitano della<br />

città di Aversa e di signore del suo castello.<br />

Chissà, forse il fedifrago ufficiale abitava da quelle parti o in quei paraggi facilitò il<br />

passaggio delle truppe avversarie. Fatto sta che il popolo continua ancora oggi ad<br />

indicare quel viottolo come „a via d‟‟o pertuso 32 .<br />

A questo punto, prima di proseguire nella trattazione del nostro tema, pare opportuno<br />

mettere in evidenza una certa caratteristica, in parte già accennata. Infatti, è da notare,<br />

che, a livello popolare, tutta l‟informazione toponomastica è espressa fondandosi<br />

unicamente su sei avverbi dialettali: abbascio, a rèto, „mmiezo, fora, „ncoppo ncoppa<br />

e sotto. È importante tener presente ciò, perché attraverso l‟uso che si fa di questi<br />

avverbi si intuisce la capacità immediata di descrivere e, allo stesso tempo, di<br />

rappresentare una parte della città, magari tramandando una caratteristica che non è più<br />

rilevabile.<br />

É il caso innanzitutto di abbascio. Quest‟avverbio sollecita l‟idea di una particolare<br />

caratteristica del territorio cittadino, in alcuni casi non più esistente o non più<br />

marcatamente evidente come un tempo. Per andare al concreto, per esempio, chi<br />

potrebbe mai pensare che nell‟ambito della parrocchia di s. Nicola vi fosse una strada in<br />

pendenza? Nessuno! Però c‟è documentazione d‟archivio del 1500, che certifica<br />

l‟esistenza di una strada del pennino 33 cioè, stando all‟antico significato di pennino,<br />

una strada che presentava una certa pendenza. Tuttavia, se questa caratteristica è<br />

completamente scomparsa e nulla più perciò ricorda la memoria popolare, tutt‟altro è il<br />

discorso per altri toponimi correntemente ancora usati nel gergo quotidiano dei nostri<br />

giorni.<br />

È di tutta evidenza, perché indichiamo Piazza Vittorio Emanuele III con abbascio „a<br />

scesa o Via Salvatore di Giacomo con abbascio ê Platani, ma perché si dice abbascio ê<br />

Scauzi un tratto di Via Saporito, abbascio â funnimma un tratto della zona di<br />

Savignano e Via Magenta abbascio ê fuossi? Beh, le ragioni storiche sono queste:<br />

** abbascio ê Scauzi. In quel segmento di Via Saporito, che dal deposito Brudetti<br />

arriva fino a Via Torrebianca, si nota ancora un maestoso rudere. È quanto resta<br />

dell‟antico convento di s. Agostino degli Scalzi. Il luogo in questione era alla fine del<br />

leggero pendio che caratterizzava (oggi un po‟ meno) la Via Platani, perciò la gente<br />

diceva al riguardo “abbascio ê Scauzi”. Quando il convento fu soppresso e, a pochi<br />

metri di distanza fu istituito il carcere mandamentale, la gente conservò il toponimo<br />

popolare, ma gli dette un altro significato. Quindi per abbascio ê Scauzi non s‟intese<br />

32 Dal momento che anche a Napoli esisteva una Via Pertuso, ciò fa pensare che al Giannetto<br />

sia stato imposto il sopr<strong>anno</strong>me di Pertuso per aver praticato proditoriamente il buco nel muro e<br />

che poi questo sia rimasto perché consentiva una più pratica e facile uscita dalla città nella<br />

campagna.<br />

33 In Parochia S. Nicolai (…) Domus una plurimum membrorum, sita in Via quae dicitur Il<br />

Pendino, et est eadem via quae transit per anteriorem partem praenotate domus Alphonsi<br />

Bortone: coniuncta Monasterio S. Augustini a parte posteriori (…) [Maiorana, Census …, op.<br />

cit., f. 265].<br />

1623 - (…) una casa sita allo pendino (…) [Parrocchia di s. Nicola, Visitatio generalis Regiae<br />

Civitatis Aversae facta per R. Dominum U.J.D. Abb. Paulum Squillante (…), <strong>anno</strong> 1623, f. 336]<br />

1712 - L‟heredi del q.m Felippo di Marino (…) pagano (…) Censo perpetuo per Concessione<br />

d‟uno basso, seù Casa Terranea, che l‟olim Parochi li fecero, sita, dove si dice allo pendino<br />

ristretto di questa Parocchia (…) [Parrocchia di s. Nicola, Censi Perpetui in Relationes Aversae<br />

datae <strong>anno</strong> 1712, J. B. Caracciolo, f. 119 t.].<br />

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