14.06.2013 Views

anno 2007 - Istituto studi atellani

anno 2007 - Istituto studi atellani

anno 2007 - Istituto studi atellani

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

RECENSIONI<br />

MICHELE PUCA, Sant‟Antimo nel Settecento, un contributo di storia economica,<br />

presentazione di Franca Assante, Sant‟Antimo <strong>2007</strong>.<br />

«Per l‟affitto … della Gabella della Farina, Forno e Dogana e della Gabella del Dazio,<br />

che formano il maggior pieno (leggi maggior introito), perché gli altri sono di poca<br />

rendita, con sommo mio rincrescimento vedo che quelli naturali usino malversazione 1 a<br />

d<strong>anno</strong> dell‟Università, e mi fan presupporre che regni in essa un pernicioso complotto,<br />

perché ravviso una sensibile decadenza annuale di essi». Sono poche righe scritte nel<br />

1775 dal giudice Francesco Olaj della Regia Camera della Sommaria in una relazione<br />

inviata al presidente della stessa, per far presente la situazione rovinosa in cui versava<br />

l‟amministrazione comunale di Sant‟Antimo, dovuta alle male pratiche messe in atto<br />

dalla borghesia locale per vincere le gare d‟appalto delle Gabelle. Essa, non consentendo<br />

agli appaltatori forestieri di partecipare alle aste, poteva offrire di <strong>anno</strong> in <strong>anno</strong> un<br />

importo sempre inferiore.<br />

Pratica antica che si ripete anche oggi sotto forme, ovviamente, diverse.<br />

Eppure erano passati già quarant‟anni dall‟arrivo di Carlo di Borbone a Napoli nel 1734,<br />

il cui insediamento fu vissuto da molti della classe dirigente come motivo di grandi<br />

speranze per il rinnovamento della vita economica e sociale del Regno. Fruttuosa fu la<br />

sosta di Carlo ad Aversa per consentire che si organizzasse il suo ingresso trionfale nella<br />

capitale. «In tutto questo (periodo, dal 16 aprile al 10 maggio), scrisse l‟Anonimo<br />

Aversano, questa (città divenne) un‟altra Napoli sì per la quantità della gente che ogni<br />

giorno calava da Napoli e dal Regno, come anco vi concorsero abbondantissimi<br />

commestibili d‟ogni sorta senza che vi fossero gabelle di nessuna maniera». Sembra che<br />

l‟estensore della Memoria citata, anche se probabilmente non soffriva direttamente per<br />

la penuria dei beni alimentari che caratterizzava la vita del Regno, gustasse<br />

l‟abbondanza delle derrate che era possibile acquistare a prezzi più bassi perché non<br />

gravati dalle gabelle. Ecco, le gabelle! Imposte indirette che gravavano sui consumi e<br />

che affiggevano particolarmente i poveri. Un acuto osservatore dell‟epoca, infatti,<br />

l‟abate Francesco Longano, scriveva: «Chi consuma di più, il povero bracciante, il quale<br />

porta il peso della fatica, o il ricco sfaticato? Il contadino per lo meno consuma in un<br />

<strong>anno</strong> il triplo del secondo; paga adunque il povero più che il ricco». Le gabelle il più<br />

delle volte dovevano anche compensare, come accade spesso anche oggi, le tasse sulla<br />

proprietà che venivano eluse con veri e propri imbrogli di cui si rendevano responsabili<br />

gli amministratori comunali attraverso la falsificazione dei documenti catastali, per<br />

favorire i loro sodali, amici e parenti.<br />

E‟ quanto accadeva a S. Antimo, ma anche in altri comuni del Regno, dove i proprietari<br />

di beni immobili riuscirono a rimandare l‟applicazione dell‟imposta catastale adducendo<br />

a motivo la convenienza (chiaramente per loro, non per il popolo) dell‟imposizione<br />

indiretta attraverso le gabelle. Ed anche quando furono costretti a realizzare<br />

l‟imposizione catastale limitarono le entrate da questa fonte a meno del 20 % del gettito<br />

fiscale complessivo, facendo ricadere sulla massa popolare oltre l‟80 % del peso<br />

tributario. Ma come veniva gestita l‟Università, cioè il comune? Con sistemi che oggi<br />

diremmo camorristici, cioè finalizzati al bene dei pochi a d<strong>anno</strong> di molti. Segno che la<br />

camorra, presente oggi in queste aree geografiche in maniera massiccia, ha “ereditato”<br />

dalla borghesia locale le tecniche di arricchimento e ne sta traendo benefici superiori a<br />

quelli che la borghesia stessa, che ne ha favorito in questi ultimi anni l‟inserimento nella<br />

vita politica e sociale, avrebbe desiderato.<br />

1 Puca legge mal versuzie.<br />

75

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!