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anno 2007 - Istituto studi atellani

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AGGREGAZIONI DELLE CORTI IN VILLAGGI<br />

Il fenomeno delle aggregazioni delle corti in villaggi sia in Campania che altrove è di<br />

origine medievale. Infatti, fu il bisogno di sicurezza, la necessità di fuggire la malaria,<br />

l‟opportunità di essere vicini ad un luogo di mercato, ad una chiesa, ad un monastero, ad<br />

un castello o ad un‟arteria stradale e principale che prese fine, una volta crollato il<br />

possente organismo dello Stato romano, all‟originaria dispersione della popolazione<br />

agricola, determinando da luogo a luogo diversa distribuzione degli insediamenti e<br />

dando origine a quella lenta e complicata trasformazione che trae origine proprio da<br />

secoli oscuri del Medioevo.<br />

PRODUZIONE DELLA SETA, DELLA CANAPA E DEL LINO<br />

Il Casale di Secondigliano con le numerose masserie sparse sul suo territorio aveva<br />

un‟economia agricola e solo nel XIX secolo si cominciò a sviluppare l‟industria e il<br />

commercio della seta. Nell‟archivio storico diocesano di Napoli, fondo Ebdomadari<br />

fascio N° 629 del 1805 vi è la conta degli alberi esistenti nella Masseria di Capodichino<br />

e risultano essere ben 196.<br />

La seta prodotta dai Casali di Napoli era ottima e ricercata. I secondiglianesi erano<br />

molto laboriosi e h<strong>anno</strong> sempre avuto innato il senso del commercio, molti di essi h<strong>anno</strong><br />

girato il mondo piazzando tele e stoffe sui mercati internazionali. La stessa signora<br />

Maria Marseglia, madre del Venerabile Padre Gaetano Errico era tessitrice di felpe e nel<br />

casale si produceva anche la canapa e il lino. I tessitori dei drappi di seta facevano<br />

spesso la vigliata cioè tessevano alcune ore prima del sorgere del sole e spesso, anche<br />

nei giorni festivi.<br />

CAPODICHINO, PUNTO STRATEGICO<br />

DAL VICEREGNO SPAGNOLO AL MURAT<br />

Nel 1528, al tempo del governo del Viceré di Spagna Filippo di Chalons, principe<br />

d‟Orange, Napoli fu cinta d‟assedio e il Maresciallo di Francia, Visconte Odette de Foix<br />

(Odetto) di Lautrec si accampò con le sue truppe sul colle di Capodichino.<br />

Questi, forte dell‟appoggio della flotta di Filippo Doria, nipote del Visconte che era<br />

sbarcato a Sorrento, pose l‟assedio alla città, ma dopo un accordo di Genova con la parte<br />

imperiale il blocco fu tolto.<br />

Prima che ciò accadesse, il Lautrec, di fronte all‟ostilità dei locali, mise in atto con i<br />

suoi fedelissimi compagni di ventura una guerra batteriologica ante litteram e fece<br />

inquinare le acque destinate all‟approvvigionamento idrico dei cittadini, ma mal gliene<br />

colse; infatti, una terribile epidemia di peste scoppiò a Napoli e si accanì contro i<br />

francesi, lo stesso Lautrec ne fu colpito. Egli morì il 17 agosto 1528 e, il suo corpo e<br />

quello del suo luogotenente Pietro Navarro furono sepolti nella storica chiesa di Santa<br />

Maria La Nova nelle splendide tombe fatte eseguire da A. Caccavello.<br />

Morto il Visconte Odette de Foix di Lautrec che era stato l‟animatore della spedizione,<br />

l‟esercito che assediava Napoli, nell‟agosto 1528, ripiegò su Aversa, finché decimato<br />

dalle continue sortite del nemico decise di rinunciare all‟impresa.<br />

In ricordo di quel condottiero la zona, più o meno corrispondente all‟attuale cimitero di<br />

Santa Maria del Pianto, fu denominata dello Trecco e, ancora oggi c‟è una strada che è<br />

chiamata Cupa Lautrec.<br />

CAMPO DI MARTE<br />

Gioacchino Murat nel 1808 divenuto re di Napoli continuò l‟opera di riforma di<br />

Giuseppe Buonaparte, durante il suo regno avviò una serie di lavori, tra i quali si ricorda<br />

la strada di Posillipo e il Campo di Marte. Un vasto terreno di 900 moggia fu destinato a<br />

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