libretto C.A. Badian partituurin mukaisena

enda amor.
ALVILDA: Alfo, non sei per ancho satio di tormentarmi? Fosti nella mia reggia importuno
ad Alvilda et or procuri renderti più molesto?
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Mille volte te ‘l dissi che son guerriera e che l’amor detesto.
ALFO: Pietà, se vuoi, ch’io viva.
IRENA: Semini nell’arena.
ALVILDA: Pietà da me? Non l’otterai, se prima in amistà con l’onda tu non rimiri il foco.
ALFO: A piedi tuoi dunque la morte invoco.
IRENA: (M’intenerisce.)
ALVILDA: In petto alma non ho sì
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vile!Allorché teco disfidata pugnai nel navale conflitto,
havrei bensì, te volentier trafitto.
ALFO: (Che sento!)
ALVILDA: Ergiti pure.
ALFO: Oh, quanto fosti dal genio mio diversa.
ALVILDA: Ma primo in guerra a provocarmi all’ire.
ALFO: Per acquistar col ferro le beltà, ch’ostinata rifiutò le mie nozze.
ALVILDA: In ceppi io sono.
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ALFO: Vinta, ma non in ceppi.
Volsi colei ch’avrà di Dania il trono.
ALVILDA: Di Dania? Eh, non lasciai nella gotica terra il mio già derelitto, per ascendere il
tuo.
ALFO: Deh, sì?
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