libretto C.A. Badian partituurin mukaisena

Alvilda con Irena viene da lontano accompagnata a suon di trombe, e suddetti
ALVILDA: Vi conosco, lusinghe d’amor.
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Se l’acquisto tentate dell’alma, se del core volete la palma, v’ingan-
nate, voi siete in error.
ERNANDO: Alvilda, a te s’inchina devoto Ernando e del suo re per
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cenno prega che tu pietosa vogli ad Alfo apprestar voto di sposa.
IRENA: (Oh, che giovine vago!)
DELIO: (Oh, che ancella vezzosa.)
ALVILDA: Aspe sono a tue voci.
ERNANDO: E che? Ricusi l’alto imeneo?
ALVILDA: L’alto imeneo rifiuto.
ERNANDO: Non mi par, o Re-
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ina, un sì gran torto al mio signor dovuto!
ALVILDA: Eguale appunto al di lui merto.
ERNANDO: Forse la corona di Dania del diadema di Gotia ha minor luce?
ALVILDA: Anzi maggior assai!
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