libretto C.A. Badian partituurin mukaisena

ERNANDO: Eguale al mio so che ‘l coraggio tuo, ma quando fosse diverso, immantinente
aspetta per questa man la morte.
GILDE: (E pur sarò consorte.)
ERNANDO: Gilde, tu m’intendesti.
GILDE: E non t’avvedi ch’Ol-
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miro è delirante, de sognati sponsali ei racconta che n’hebbe da me la promessa.
Osserva come nella fronte stravolto il suo guardo s’aggira.
ERNANDO: (Oh dei, ch’ascolto!)
GILDE: Di più sappi ch’or ora volea quasi che fosse al talamo vicino giacer nel suol
ignudo.
ERNANDO: Ed è ver?
GILDE: (Se discopre ciò che vietai,
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questa bugia m’è scudo.)
ERNANDO: Che far dobbiam?
GILDE: Permetti ch’io gli ragioni. Prence, scusami, se del padre ch’a tue nozze
m’esorta, io m’oppongo al desir.
OLMIRO: T’opponi?
GILDE: Piano, frena gli sdegni tuoi.
OLMIRO: Dunque tu sola agl’imenei contrasti?
GILDE: Vergine son di Cintia e tanto basti.
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OLMIRO: Perfida è la mia fede.
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