libretto C.A. Badian partituurin mukaisena

Irena sola
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Stolta, un dì vorresti forse avermi ubbidito, e goder come l’altre un bel marito.
Quando il crin porge Fortuna, è pazzia non l’afferrar, poiché giunge al fin quel
giorno che la preghi a far ritorno, ma costei
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Scena 4ta
Olmiro solo
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più non appar.
Amor, tu sai perché m’aggiro in questo suol.
Vorrei poter un dì al bel che mi ferì scoprir l’occulto duol.
Gilde amata, ove sei! Ove, Gilde, dimori!
Hai pur in uso svegliato il sol apena. L’esser qui desta all’opre, o nella danza
ammaestrando i passi, o di Minerva saggia scorrendo i fogli. Ad ascoltar, deh,
vieni, non per anco a te noti i miei cordogli.
E’ troppo gran pena l’amar e tacer,
chi ‘l prova, lo sa.
L’Inferno non ha tormento più fier.
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