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18 specchio<br />
economico<br />
gente. In vista di un periodo di instab<strong>il</strong>ità<br />
politica, l’associazione<br />
deve radicarsi ancora di più e stare<br />
vicino alle imprese».<br />
L’ITALIA DI MONTEZEMOLO. Sembrava<br />
ritrovata una sintonia tra <strong>il</strong> presidente<br />
in carica e un autorevole<br />
ex direttore generale. Una settimana<br />
più tardi è emersa, invece, una<br />
sintonia tra Emma Marcegaglia e<br />
Luca Cordero di Montezemolo,<br />
suggerita da un messaggio sul sito<br />
di Italia Futura, la fondazione animata<br />
da quest’ultimo. Il messaggio<br />
metteva a confronto la frase di<br />
Montezemolo «È giunto <strong>il</strong> tempo<br />
di salire sul ring. Non ci si può<br />
sempre lamentare, bisogna dare<br />
anche un contributo perché le cose<br />
cambino veramente», e una più recente<br />
dichiarazione della presidente:<br />
«In un momento così, noi saremo<br />
pronti a batterci per l’Italia anche<br />
fuori dalle nostre imprese, con<br />
tutta la nostra energia, con tutta la<br />
nostra passione, con tutto <strong>il</strong> nostro<br />
coraggio». L’annuncio di un ingresso<br />
in politica?<br />
Era presente anche John<br />
Elkann, presidente della Fiat, impegnato<br />
in un lungo colloquio con<br />
<strong>il</strong> vicepresidente Alberto Bombassei<br />
sulla possib<strong>il</strong>e uscita definitiva<br />
della grande fabbrica di automob<strong>il</strong>i<br />
dalla Confindustria. Si diffondeva<br />
la surreale impressione di messaggi<br />
privi di consistenza fatti piovere<br />
dall’alto dal presidente e dall’ex<br />
presidente della Confederazione,<br />
mentre i vertici della maggiore<br />
azienda privata italiana maturavano<br />
decisioni destinate a lasciare<br />
un profondo segno.<br />
Il 6 settembre si è vissuta<br />
un’altra giornata surreale con lo sciopero<br />
generale indetto dalla Cg<strong>il</strong> e manifestazioni<br />
in numerose città; doveva segnare<br />
<strong>il</strong> trionfo del segretario generale<br />
della grande Confederazione sindacale<br />
Susanna Camusso, in testa al corteo di<br />
Roma, con berrettino rosso alla Cipputi.<br />
Attuata con manifestazioni sparse in varie<br />
città, la protesta non ha consentito la<br />
conta dei partecipanti e quindi la rituale<br />
diffusione di cifre «ufficiali» relative a<br />
presenze almeno triple rispetto alla reale<br />
capacità di contenimento delle piazze.<br />
L’affluenza è stata deludente, comunque<br />
si è evitata l’immagine del maggiore<br />
sindacato in difficoltà dopo aver annunciato<br />
che lo sciopero generale «avrebbe<br />
fatto male».<br />
BANDIERE ROSSE IN VACANZA. In realtà esso<br />
è stato trasformato in una generica protesta<br />
politica contro <strong>il</strong> Governo e in una<br />
giornata di vacanza per i partecipanti al<br />
seguito delle bandiere rosse. Non è stato<br />
neppure necessario vig<strong>il</strong>are per evitare<br />
le violenze, temute dall’intransigente segretario<br />
generale della Fiom Maurizio<br />
Landini, capof<strong>il</strong>a dell’aspro confronto<br />
Sergio Marchionne; sotto, Luca Cordero di Montezemolo<br />
con Marchionne. Era previsto che andasse<br />
così, si è commentato nella sede<br />
del Partito Democratico ricordando la<br />
posizione assunta nel suo interno da autorevoli<br />
dirigenti poco favorevoli al<br />
nuovo corso assunto dalla Confederazione,<br />
scioperando mentre <strong>il</strong> Parlamento<br />
era chiamato a discutere della manovra<br />
economica.<br />
Convinti dell’inopportunità di uno<br />
sciopero solitario mentre si lavorava per<br />
una coerente politica di unità sindacale,<br />
una quindicina di parlamentari avevano<br />
annunciato che non avrebbero preso parte<br />
alla protesta: «Non dobbiamo esservi,<br />
non è <strong>il</strong> momento giusto», era la frase<br />
che circolava nella sede romana del PD<br />
in Via Sant’Andrea delle Fratte. Questo<br />
perché avevano lasciato <strong>il</strong> segno le inchieste<br />
di alcuni giornali sulle retribuzioni<br />
dei parlamentari, su caste, cricche,<br />
guadagni, attività di comodo, favori ottenuti<br />
per motivi non sempre chiari, indennità,<br />
compensi, retribuzioni, pensioni<br />
dei politici più in vista.<br />
E questo mentre gli introiti dei tre sindacati<br />
maggiori continuavano ad essere<br />
più misteriosi dei tre segreti di<br />
Fatima; e che neppure libri come<br />
«L’altra casta» del giornalista<br />
di Repubblica Stefano Liviadotti,<br />
dedicato a «priv<strong>il</strong>egi,<br />
carriere, misfatti e fatturato da<br />
multinazionale» del sindacato,<br />
come indica <strong>il</strong> sottotitolo di copertina,<br />
sono riusciti a superare.<br />
«Solo sommando Cg<strong>il</strong>, Cisl e<br />
U<strong>il</strong>–vi si legge–, i sindacalisti<br />
in servizio permanente effettivo<br />
sono oggi circa 20 m<strong>il</strong>a, un numero<br />
che fa delle tre Confederazioni<br />
l’ottava impresa privata<br />
italiana, dopo Fiat, Telecom,<br />
Luxottica, Edizione Holding,<br />
Pirelli, Riva e Italmob<strong>il</strong>iare».<br />
Secondo <strong>il</strong> quotidiano Libero, i<br />
tre sindacati incassano ogni anno<br />
un m<strong>il</strong>iardo 171 m<strong>il</strong>ioni di<br />
euro così ripartiti: 300 m<strong>il</strong>ioni<br />
di contributi dai lavoratori in<br />
pensione, 400 m<strong>il</strong>ioni dagli<br />
iscritti - sono 5 m<strong>il</strong>ioni di lavoratori<br />
che pagano 50-60 euro di<br />
tessera annuale -, 321 m<strong>il</strong>ioni<br />
per l’assistenza legale e in questo<br />
caso a pagare sono Inps,<br />
Inpdap, Ina<strong>il</strong> e altre strutture,<br />
100 m<strong>il</strong>ioni per l’attività dei<br />
Caf, Centri di assistenza fiscale<br />
cui i cittadini possono rivolgersi<br />
per la dichiarazione dei redditi,<br />
e ai quali <strong>il</strong> Ministero delle<br />
Finanze rimborsa 12-15 euro<br />
per pratica singola e 29,74 euro<br />
per pratica congiunta. Non sono<br />
quantificati gli stipendi dei lavoratori<br />
che godono di aspettativa<br />
sindacale a carico delle<br />
aziende private, e dello Stato<br />
per i dipendenti pubblici; i corsi<br />
di formazione professionale<br />
sovvenzionati dallo Stato e dall’Unione<br />
Europea; i ricavi delle copie dei nuovi<br />
contratti di lavoro che i sindacati inviano<br />
agli iscritti al prezzo di 25 euro l’uno.<br />
CHI RICORDA DI VITTORIO? M<strong>il</strong>anese, figlia<br />
di un direttore editoriale della Mondadori,<br />
Susanna Camusso intraprese l’attività<br />
sindacale nel 1975 coordinando le politiche<br />
delle 150 ore e del diritto allo studio<br />
per la Federazione dei metalmeccanici di<br />
M<strong>il</strong>ano. Alla prima vertenza, nel 1978 gli<br />
scritti chiesero che a difenderli fosse incaricato<br />
un uomo. Di carattere fermo, ricorda<br />
di aver messo <strong>il</strong> rossetto una sola<br />
volta, per andare a una festa di carnevale.<br />
Pochi ricordano Giuseppe Di Vittorio, <strong>il</strong><br />
comunista a capo della Cg<strong>il</strong> dalla fine<br />
della guerra alla morte nel 1957. Nel periodo<br />
in cui alla guida della Confindustria<br />
era Angelo Costa, altro personaggio di<br />
scorza dura, i due si davano appuntamento<br />
nella stazione di Bologna, salivano sullo<br />
stesso vagone letto per Roma e discutevano<br />
nella notte. Alla Stazione Termini<br />
si separavano, con l’accordo in tasca. Il<br />
giorno dopo i vertici di Cg<strong>il</strong> e Confindustria<br />
ne prendevano atto. ■