52 specchio economico gue. Quindi senso di affaticamento, difficoltà a salire le scale, a recuperare energia dopo uno sforzo, in quanto si va subito in debito d’ossigeno. Oppure non riuscire a dormire sdraiati ma avere bisogno del supporto di più cuscini per stare sollevati. E infine <strong>il</strong> gonfiore delle caviglie, altro segnale dello scompenso. Perché accade questo? Può essere presente una malattia valvolare, oppure può esservi stato un infarto e quindi una parte del cuore non contrae più in maniera valida inviando meno sangue in circolo. La tachicardia è una conseguenza dello scompenso, è la risposta del cuore, che accelera i battiti per aumentare <strong>il</strong> pompaggio del sangue. Esistono vari tipi di tachicardia dovuta ad altre cause: ad esempio al malfunzionamento del sistema elettrico del cuore, oppure ad ischemie cardiache. D. Veniamo all’infarto. Come ci si può accorgere che sta arrivando? R. A parte quello fulminante per <strong>il</strong> quale non ce niente da fare, uno dei sintomi canonici è costituito da un forte dolore al centro del petto. Attenzione, al centro, non a sinistra come molti, soprattutto le donne quando avvertono dolore sotto la mammella, erroneamente credono. È un dolore oppressivo, una morsa che stringe <strong>il</strong> petto dietro lo sterno, con estensione dei sintomi dolorosi al collo, al braccio sinistro, alla schiena. Negli infarti della parte inferiore del cuore, si può avere una sintomatologia anomala, cioè l’infarto può presentarsi come un mal di stomaco. Ecco perché nei Pronto soccorso degli ospedali si può sbagliare la diagnosi nel 30 per cento dei casi, non comprendendo che si tratta di infarto anziché di una semplice indigestione. E i pazienti in molti casi, purtroppo, muoiono. Così come può accadere ai diabetici che, per la particolarità della loro malattia, non sentono <strong>il</strong> dolore e non avvertono, pertanto, segnali di allarme. D. Quali controlli occorre fare per attuare un minimo di prevenzione? R. Diciamo che per gli uomini dopo i 40 anni, e per le donne dalla menopausa in poi, è indispensab<strong>il</strong>e sottoporsi ad un elettrocardiogramma ogni anno per verificare se esistono aritmie o sofferenze ischemiche. Se poi si pratica dello sport, allora occorre sottoporsi ad elettrocardiogramma sotto sforzo, proprio perché si chiede al cuore di lavorare di più, per cui occorre verificare la capacità di farlo senza danni. Troppe sono le persone che decidono di diventare atleti non avendone più <strong>il</strong> fisico; e che, senza alcun esame preventivo, affrontano impegni che ne danneggiano <strong>il</strong> cuore, per cui trovano la morte su un campo da tennis o in sella a una bicicletta. «La prevenzione è un fatto culturale; è più diffusa nelle classi medio-alte rispetto a quelle meno abbienti o povere, e questo dipende dalle maggiori difficoltà che incontrano i meno abbienti per prenotare visite e controlli nelle ASL, dove però esistono tutte le problematiche legate alle liste d’attesa, ma chi ha facoltà può sempre rivolgersi agli studi privati» D. La prevenzione è concepita come fenomeno di massa? R. La prevenzione è un fatto culturale. Diciamo che è più diffusa tra le classi medio-alte rispetto a quelle meno abbienti o povere. Questo è da imputare ovviamente alle maggiori difficoltà che incontrano i meno abbienti per prenotare visite e controlli nelle Unità sanitarie, dove esiste <strong>il</strong> problema delle liste d’attesa. Chi non ha questi problemi finanziari, può rivolgersi a studi privati. D. Dopo una grave malattia cardiaca o un intervento al cuore, quali comportamenti si devono adottare nelle abitudini alimentari e fisiche? R. Dal punto di vista alimentare occorre tenere presente che è <strong>il</strong> cuore a lavorare per compiere la digestione, quindi se si consuma un pasto abbondante si affaticherà maggiormente l’organo cardiaco. È preferib<strong>il</strong>e pertanto consumare piccoli e frequenti pasti durante l’arco della giornata; evitare le carni grasse e tutti i latticini e gli insaccati; limitare in misura massiccia l’uso del sale; mangiare prodotti freschi e non inscatolati perché quelli contenuti nelle lattine sono tutti conservati nel sale. Niente formaggi perché contengono grassi. Io consiglio solo lo stracchino. I superalcolici vanno assolutamente evitati. Si può invece bere un bicchiere di vino rosso a pasto. E veniamo al cosiddetto «paradosso francese». In base al consumo dei loro formaggi veramente molto grassi, i francesi dovrebbero registrare un numero di infarti molto superiore a quello reale. Una delle spiegazioni fornite a questo fenomeno è che nei pasti bevono di solito vino rosso che, consumato in modica quantità, sembra svolgere una fun- zione protettiva delle arterie. Quanto all’attività fisica di un post-infartuato, a differenza del passato quando lo si costringeva a letto per un mese, essa va sicuramente svolta. Ovviamente dovrà essere graduale e senza sforzi improvvisi: una passeggiata di cinque ch<strong>il</strong>ometri sì, i «cento metri» no. Ed è vietato sollevare pesi o compiere altre attività del genere. D. E per quanto riguarda l’attività sessuale? R. Ovviamente si può praticare, tenendo però presente che lo sforzo richiesto è pari a una camminata di cinque ch<strong>il</strong>ometri a passo svelto. Ognuno di noi ha un proprio bioritmo e su quello dobbiamo basarci. Il cuore è sottoposto ad impegni diversi durante l’arco della giornata, con varie punte di affaticamento. Ora si è visto che infarto ed angina insorgono nelle prime ore del giorno. Dunque, se devono compiersi degli sforzi, è molto meglio farli di pomeriggio o sera. D. Quali sono i centri migliori per la cura delle malattie cardiache? R. Ve ne sono vari. La maggior concentrazione è nel Nord, soprattutto a M<strong>il</strong>ano. Ma anche nel Sud vi sono ottime strutture, ad esempio a Catania e Napoli. Anche Roma dispone di centri di eccellenza. Inoltre ogni regione ha un proprio centro-trapianti, ma in realtà in 7 o 8 di essi non è stato mai compiuto un trapianto. Si assiste ad uno spreco di risorse e di competenze. Sarebbe preferib<strong>il</strong>e averne meno, ma farli lavorare di più, realizzando economie di scala, nuove esperienze e maggiori professionalità. Nel 2009, secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, vi sono stati 285 trapianti e la Lombardia è in testa, con 83. La richiesta è di circa 700 interventi, la lista di attesa è di 2-3 anni. D. Quali novità in questo campo nel Policlinico Gemelli di Roma, dove lei opera? R. Non eseguiamo trapianti perché a Roma l’unico centro trapianti è quello dell’ospedale San Cam<strong>il</strong>lo. Per le malattie cardiache <strong>il</strong> settore più sv<strong>il</strong>uppato è quello degli interventi sul sistema coronarico e su quello elettrico cardiaco, cioè nei vari tipi di aritmie. Si sono fatti progressi nell’angioplastica e nella sostituzione dell’aorta per via percutanea e passi avanti si avranno presto con l’uso di nuovi materiali. Parlo dei cosiddetti «stent», una sorta di guaine metalliche che avvolgono <strong>il</strong> «palloncino» quando viene introdotto all’interno dell’arteria occlusa. Presto avremo stent riassorbib<strong>il</strong>i, quindi più fisiologici. Abbiamo migliorato la stessa tecnica di intervento per le angioplastiche, ora inseriamo <strong>il</strong> catetere non più attraverso la gamba ma nel braccio, con evidenti benefici per la mob<strong>il</strong>ità del paziente. ■
e ... ...continua in libreria Redatto in forma di cronaca e di reportage quotidiano attraverso la descrizione minuto per minuto, notte per notte, di una serie di avvenimenti cui l’autore ha partecipato e personaggi che ha conosciuto, questo racconto ha l’intento di spiegare i profondi motivi della nascita di un fenomeno, di una mentalità, di un costume