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RetRospecchio<br />

Istituto Mario Negri,<br />

inaugurato <strong>il</strong> Centro<br />

Anna Maria Astori<br />

Nella ricorrenza del suo 50esimo<br />

anno dalla fondazione, l’Istituto di Ricerche<br />

Farmacologiche Mario Negri<br />

ha inaugurato la nuova sede di Bergamo.<br />

Situato nel Parco scientifico tecnologico<br />

K<strong>il</strong>ometro Rosso, un contesto<br />

nato per valorizzare<br />

l’innovazione e la<br />

multisettorialità, <strong>il</strong><br />

Centro è stato intitolato<br />

ad Anna Maria<br />

Astori, <strong>il</strong> cui generoso<br />

lascito ha permesso di<br />

avviarne la realizzazione.<br />

«La nuova sede è<br />

stata concepita per <strong>il</strong><br />

futuro e per i giovani,<br />

per quelli che già lavorano<br />

con noi nei campi<br />

più avanzati della medicina<br />

e per tutti quelli<br />

che nei prossimi anni<br />

vorranno dedicarsi alla<br />

Tetto fotovoltaico<br />

Solon sull’interporto<br />

di Padova<br />

Inaugurato <strong>il</strong> mese scorso, <strong>il</strong> tetto<br />

fotovoltaico più grande d’Italia conta<br />

12,3 m<strong>il</strong>ioni di watt installati su 18<br />

edifici e 7 pens<strong>il</strong>ine adibite a parcheggio<br />

dell’Interporto di Padova. Realizzato<br />

dalla Solon, azienda italiana dell’omonimo<br />

Gruppo berlinese operante<br />

in Italia nella produzione di moduli<br />

e sistemi fotovoltaici, l’impianto<br />

produce energia che immette in rete:<br />

la potenza prodotta è tale che potrà<br />

dare energia elettrica a circa 4 m<strong>il</strong>a famiglie.<br />

Il cliente è l’Interporto Solare,<br />

società partecipata pariteticamente da<br />

Orizzonte-Fondo Sistema<br />

Infrastrutture<br />

e Fondaco-Fondo<br />

PPP Italia, che detengono<br />

<strong>il</strong> 90 per<br />

cento delle quote,<br />

dalla Sinloc per <strong>il</strong> 6 e<br />

da Solon per <strong>il</strong> 4 per<br />

cento. «Siamo soddisfatti<br />

per l’investimento<br />

di 50 m<strong>il</strong>ioni<br />

di euro, ripagato<br />

dalle ottime prestazioni<br />

dell’impianto<br />

che nei primi mesi<br />

ha già prodotto ben<br />

più di quanto garan-<br />

ricerca», ha spiegato Giuseppe Remuzzi,<br />

coordinatore delle ricerche. Il<br />

Centro Astori è dotato di strutture e<br />

apparecchiature d’avanguardia, come<br />

<strong>il</strong> microscopio elettronico a trasmissione<br />

e a scansione per studiare<br />

l’ultrastruttura dei tessuti sia in bi che<br />

in tridimensione, un microdissettore<br />

laser per isolare e analizzare singole<br />

cellule, numerose stanze ster<strong>il</strong>i per<br />

colture cellulari, laboratori per studi<br />

di biologia cellulare e molecolare dotati<br />

di strumenti di ultima generazio-<br />

Il Centro Anna Maria Astori dell’Istituto Mario Negri<br />

tito dalla Solon», spiega Giuseppe<br />

D’Agostino, presidente di Interporto<br />

Solare. L’impianto rappresenta <strong>il</strong> futuro<br />

possib<strong>il</strong>e del fotovoltaico non solo<br />

per le dimensioni record, ma soprattutto<br />

per la tipologia. «Sfruttare<br />

tetti di edifici e capannoni significa<br />

realizzare impianti ad impatto ambientale<br />

zero, occupando superfici altrimenti<br />

inut<strong>il</strong>izzate», ha detto Em<strong>il</strong>iano<br />

Pizzini, amministratore delegato<br />

di Solon. Sono stati usati moduli<br />

realizzati nello stab<strong>il</strong>imento di Carmignano<br />

di Brenta, vicino Padova, secondo<br />

<strong>il</strong> criterio di produzione e consumo<br />

in loco. «La realizzazione di<br />

questo grande impianto fotovoltaico<br />

pone a disposizione del tessuto produttivo<br />

infrastrutture sostenib<strong>il</strong>i per <strong>il</strong><br />

trasporto e la logistica», afferma Sergio<br />

Giordani, presidente dell’Interporto<br />

Padova.<br />

Il tetto fotovoltaico sull’Interporto di Padova<br />

specchio<br />

economico<br />

Un documentario<br />

su Karamitev alla<br />

Casa del Cinema<br />

65<br />

ne per l’analisi del Dna e dell’Rna, apparecchi<br />

per dosaggi farmacologici.<br />

Sono dotazioni indispensab<strong>il</strong>i per<br />

confrontarsi con l’ambiente scientifico<br />

internazionale e per mantenere i livelli<br />

raggiunti in oltre 25 anni di attività.<br />

Nato con l’obiettivo di unire ricerca<br />

sperimentale e clinica, l’Istituto, fondato<br />

e diretto dal prof. S<strong>il</strong>vio Garattini,<br />

è attivo a Bergamo dal 1984, svolgendo<br />

attività di ricerca nei campi di<br />

malattie renali, diabete, immunologia,<br />

trapianti d’organo, farmacologia<br />

clinica, medicina molecolare e rigenerativa,<br />

bioingegneria e di alcuni<br />

aspetti delle malattie tumorali. Oltre<br />

all’attività di ricerca sono attivi programmi<br />

di formazione di ricercatore<br />

per giovani che hanno coinvolto negli<br />

anni circa 600 giovani tra diplomati e<br />

laureati, infermieri professionali e<br />

studenti in dottorato di ricerca. Oggi<br />

<strong>il</strong> Centro occupa circa 100 persone e i<br />

suoi ricercatori vantano 1.455 pubblicazioni<br />

in riviste scientifiche internazionali,<br />

1.900 comunicazioni in convegni<br />

nazionali e internazionali e 985<br />

convegni organizzati ai quali hanno<br />

partecipato scienziati e medici di tutto<br />

<strong>il</strong> mondo.<br />

Si intitola «La rievocazione di un<br />

mito» la presentazione, in programma<br />

sabato 19 novembre alle ore 17,30<br />

nella Casa del Cinema all’interno di<br />

V<strong>il</strong>la Borghese a Roma, di un documentario<br />

sulla vita del «Mastroianni<br />

bulgaro», come fu definito l’attore<br />

bulgaro Apostol Karamitev che, in<br />

riconoscimento dei suoi meriti, ottenne<br />

<strong>il</strong> Premio cinematografico più<br />

significativo del suo Paese. Apostol<br />

Karamitev è scomparso 37 anni fa lasciando<br />

un grande rimpianto nei<br />

pubblici cinematografici che lo ricordano<br />

tuttora per <strong>il</strong> fascino che emanava,<br />

per la bravura ma anche per la<br />

sensib<strong>il</strong>ità e l’umanità nonostante <strong>il</strong><br />

diffic<strong>il</strong>e periodo in cui visse ed operò<br />

in Bulgaria. Suo figlio Max Freeman,<br />

che ha seguito la sua strada diventando<br />

un apprezzato attore e regista<br />

e operando nel cinema americano, e<br />

che vive infatti a Los Angeles , ha dedicato<br />

al grande Karamitev <strong>il</strong> documentario<br />

<strong>il</strong>lustrandone la vita e, tra<br />

l’altro, la sua frequenza in Bulgaria<br />

di una scuola italiana, che lo fece affezionare<br />

alla storia e alla civ<strong>il</strong>tà italiana;<br />

anche questo gli consentì di<br />

creare nel proprio Paese un nuovo<br />

metodo di espressione artistica.

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