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A DAY IN MATERDEI COSMO-RUSHDIE FUORI ORARIO - Urban

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PRIMA&DOPO<br />

FRIENDS<br />

06-6861416<br />

Legno, acciaio e una bella illuminazione<br />

intorno al bancone<br />

non vi distolgano da una serie<br />

di cocktail da lode. Il Friend’s<br />

Frozen, per esempio, con gelato<br />

home made. Già, perché qui la<br />

qualità si sente anche negli assaggi:<br />

caponatina di melanzane,<br />

farrotto con verdure e addirittura<br />

una tempura più che espressa,<br />

da un menu di appetizer a parte.<br />

Non per niente, Friends è il locale<br />

che ha importato gli aperitivi<br />

nella capitale e ancora fa scuola.<br />

Fermatevi anche a cena perché<br />

le premesse ci sono tutte.<br />

Via della Scrofa, 60<br />

Sempre aperto<br />

SOCIÉTÉ LUTÈCE<br />

06-68301472<br />

Dilaga sulla bella piazzetta la<br />

simpatia di questo localino nato<br />

esclusivamente per aperitivi<br />

fino a notte fonda. Tre ambienti<br />

grandi come le stanze di casa,<br />

arredi che sembrano volutamente<br />

rimediati, poltroncine, tavolini<br />

dagli anni ’50 ai ’70 e nella saletta,<br />

che fa pensare a un tinello<br />

neorealista, il tavolo con le cose<br />

buone: quattro paste per sera,<br />

il cous cous, le verdure grigliate,<br />

salse allo yogurt, sesamo e<br />

così via. Fantastico! Si beve e si<br />

mangia, anche solo con 2 euro<br />

e mezzo! E in Trastevere, dagli<br />

stessi poliedrici soci, è appena<br />

arrivato anche Freni e Frizioni (in<br />

via del Politeama 4).<br />

Piazza di Montevecchio, 17<br />

Sempre aperto<br />

LA BOTTEGA DEL CAFFÈ<br />

06-4815871<br />

Più che altro un salotto allargato<br />

sulla piazza, in un mélange di<br />

umanità varia suadente e rilassato.<br />

Mai quanto ai tavolini della<br />

Bottega, però, dove vi passano<br />

davanti aperitivi accompagnati<br />

da spiedini di frutta, bruschette e<br />

altre amenità. All’interno, volte a<br />

mattoncini, grandi tubi in acciaio<br />

e un bancone con tanti sfizi.<br />

Piazza Madonna dei Monti, 5<br />

Sempre aperto<br />

MANGIARE & BERE | ROMA<br />

DI LAURA RUGGIERI<br />

<strong>IN</strong> UNA TAZZA DI TÈ, TUTTA<br />

LA C<strong>IN</strong>A CHE NON TI ASPETTI<br />

Tè ma non solo,<br />

direttamente dalla<br />

Grande Muraglia<br />

Di questi tempi non c’è paese<br />

al mondo più della Cina che<br />

incuriosisca, scateni passioni,<br />

ribalti soprattutto idee e preconcetti.<br />

Non c’è locale più di<br />

Green T che capovolga una certa<br />

idea della Cina, che più o meno<br />

tutti e più o meno fino a ieri<br />

avevamo. Tanto più a tavola… e<br />

allora andiamo a scoprire l’intrigante<br />

spazio dalle tante funzioni,<br />

avvolto da un’aria di fascino<br />

sottile, da una luce d’oriente, la<br />

grazia dei gesti, la morbidezza<br />

dei suoni, l’armonia dei profumi<br />

e l’incanto dei sapori. Una casa<br />

di delizie dagli occhi a mandorla,<br />

che però guarda anche oltre<br />

l’oriente.<br />

“Mangiare, bere, vestire, sognare…”<br />

è il logo del locale, dove T<br />

sta per tè, una elegante Casa da<br />

Tè, dove si possono degustare<br />

rare qualità del salutare oro verde.<br />

Nel pomeriggio i tè vengono<br />

serviti insieme a una selezione<br />

di biscotti, mentre alla carta si<br />

possono ordinare a parte spuntini<br />

dolci e salati preparati dallo<br />

chef, i “Dim sum” in cantonese,<br />

“Dian xin” in cinese mandarino.<br />

Per sua natura una Casa da Tè<br />

è anche musica, letteratura,<br />

arte, dialogo e in questo caso<br />

una cucina cinese declinata<br />

esclusivamente per gourmet, tra<br />

citazioni, rivisitazioni, contaminazioni<br />

di intensa suggestione.<br />

Piaceri e sapori dell’alta cucina<br />

orientale, spaziando tra ben<br />

sette tipi di cucine di regioni<br />

diverse.<br />

E così, quando arrivano in tavola<br />

piatti fatti anche di giochi<br />

Assaggio e massaggio in un<br />

colpo solo: è il binomio vincente<br />

del Wai Thai, il primo relaxing<br />

and massage lounge bar della<br />

capitale ideato da Valentina<br />

Sorangelo al rientro da un lungo<br />

viaggio in Thailandia. Atmosfera<br />

cromatici e armonie di forme, si<br />

rimane sorpresi e intrigati, così<br />

come dai sapori nuovi e concettualmente<br />

suggestivi, in un ambiente<br />

speciale e di atmosfera,<br />

simile a quella che si respira oggi<br />

nell’elegante e modernissima<br />

Shanghai.<br />

distesa, manco a dirlo, musica<br />

chill-out selezionata dal dj<br />

Francesco Fichera, toni e ritmi<br />

etnici, profumi speziati, oli aromatici,<br />

e non solo nel piatto…<br />

Tartine, finger food, verdurine in<br />

agrodolce, insalate di riso thai<br />

e frutti esotici, spiedini di pollo<br />

al curry verde, involtini, tagliate<br />

di frutta, bocconcini misti e poi<br />

tante tisane profumate, centrifughe<br />

preparate al momento,<br />

cocktail aromatici e speziati di<br />

Come la spirale verticale di una<br />

fumante coppa di tè, il Green<br />

T è su quattro livelli: piccoli<br />

ambienti (40 tavoli in tutto),<br />

quasi incastonati l’uno sull’altro,<br />

come scatole cinesi, appunto.<br />

Cambiano magari i colori, i leggeri<br />

arredi antichi, i bellissimi<br />

tradizione orientale ma anche<br />

robusti vini italiani. Il tutto, però,<br />

mentre adorabili e dolcissimi<br />

esperti del massaggio vi coccolano<br />

da capo a piedi, è il caso<br />

di dirlo, al centro della sala, a<br />

vista. Sdraiati su comodissime<br />

long chair potete scegliere di<br />

entrare in un mondo di benessere<br />

anche solo per 20 minuti,<br />

e alla modica cifra di 15 euro.<br />

Per calarvi in una sensazione di<br />

vaga spiritualità di casa nostra<br />

divani in seta per l’oppio. Ed è<br />

magico il minuscolo giardino<br />

segreto dove degustare tranquillamente<br />

i tè più pregiati, dal<br />

salutare tè verde, all’aromatico<br />

Oolong, all’energetico tè nero.<br />

Struttura e distribuzione degli<br />

spazi naturalmente seguono i<br />

dettami del Feng Shui, l’antica<br />

arte cinese dell’architettura<br />

naturale. È forse per questo che<br />

l’atmosfera che vi si respira è<br />

particolare e l’attività principale<br />

sembra quella del contemplare<br />

una qualche idea di bellezza.<br />

Sempre che questa sia un’attività<br />

che ci si possa permettere…<br />

Per circa 45 euro in ogni caso<br />

permettetevi la cena, spaziando<br />

dalla Gran selezione di crudi<br />

di giornata (tonno, salmone,<br />

mezzancolle, ostriche, a 20<br />

euro) alle zuppe (di anatra, di<br />

tartaruga, all’orientale, tra i<br />

6,50 e i 12 euro) ai piatti solo<br />

su prenotazione, come il Maiale<br />

del Grande Timoniere (piatto<br />

preferito da Mao Tze Tung) o<br />

il prelibatissimo Granchio allo<br />

zenzero (ma qui il prezzo sale:<br />

siamo sui 30 euro). Altrimenti<br />

fermatevi nella boutique con<br />

capi unici di abbigliamento realizzati<br />

appositamente, tessuti<br />

pregiati, scarpe artigianali magari<br />

in seta, accessori, ma anche<br />

tazze, teiere, componenti di<br />

arredo, antiquariato, libri, cd. O<br />

approfittate di presentazioni di<br />

libri, corsi di cucina, calligrafia,<br />

lingua e cultura cinese, mostre,<br />

concerti e ovviamente dell’organizzazione<br />

di viaggi. In Cina,<br />

s’intende.<br />

GREEN T<br />

via di Pié di Marmo, 28<br />

tel. 06-6798628<br />

chiuso lunedì<br />

MASSAGGIO CON COMPANATICO<br />

A tutto thai: dalla<br />

cucina al benessere, le<br />

mille risorse della Terra<br />

del Sorriso<br />

ci sono il massaggio della Pace,<br />

quello dell’Energia, l’Antistress<br />

oppure il più promettente, quello<br />

dell’Armonia. Ormai immersi<br />

nella Terra del Sorriso, sarà dura<br />

risalire quelle scale che vi riportano<br />

nel delirio cittadino del<br />

quartiere Prati.<br />

WAI THAI<br />

via Fabio Massimo, 113<br />

tel. 06-3231005<br />

chiuso lunedì<br />

ADESSO MANGIA CHE TI TAPAS<br />

“Contaminati” o filologici, semplici o rinforzati: il dove, come e quando degli assaggini più spagnoli che ci siano<br />

<strong>IN</strong> CUC<strong>IN</strong>A CI VUOLE MALIZIA<br />

Nel locale ispirato all’Allende, tra salmone marinato al tè verde e palle gelide ai lamponi, si sente l’arte dello chef<br />

Non sarà l’habanera di gamberi<br />

o l’insalata delle odalische<br />

e neppure un cesto di ciliegie<br />

civettuole a farvi tornare, anche<br />

se i proprietari rivelano che,<br />

se non sono state le ricette di<br />

Isabel Allende a ispirarli, del<br />

suo libro però hanno fatto tesoro.<br />

E così, l’idea della cucinatempio<br />

del piacere dei sensi li<br />

ha guidati intanto nella scelta<br />

di uno chef versatile e creativo,<br />

poi in quella di una carta tutta<br />

giocata su colori, profumi, contrasti.<br />

Un locale che, forse, però<br />

meriterebbe arredi e atmosfera<br />

più giocosi per una serata<br />

leggera e divertita, condita di<br />

ironia, senza prendersi troppo<br />

sul serio. Il piacere comunque<br />

è assicurato, garantisce lo chef<br />

Emiliano Malizia. L’avranno<br />

mica scelto per il cognome?<br />

No, è anche bravo e con un<br />

curriculum piuttosto corposo<br />

per i suoi 26 anni. Guidato,<br />

almeno ai nastri di partenza,<br />

da Alessandro Circiello, solo un<br />

anno di più, ormai un professionista<br />

per quanto riguarda lo<br />

start up gastronomico di molti<br />

locali della capitale. In sala,<br />

Emiliano De Angelis, anni 28,<br />

proprietario con papà e mamma,<br />

che i libri della Allende li<br />

divora. Ai tavoli ci si diletta tra<br />

consistenze soffici e croccanti,<br />

gusti dolce amaro, sensazioni<br />

caldo freddo, temperature abbinate,<br />

giochi di geometrie, in<br />

un’escalation di contrasti che<br />

soddisfano e dilettano anche<br />

lo sguardo. Tra premesse e<br />

promesse, ecco sfilare una tentazione<br />

di salmone marinato al<br />

tè verde con finocchi croccanti<br />

e il suo caviale, o una spuma<br />

tiepida al parmigiano, un flan<br />

di pecorino che è una piccola<br />

piramide morbida e appena<br />

pungente al gusto. E poi un<br />

millefoglie tenero di pasta o<br />

un filetto di tonno con semi di<br />

mostarda e friabilità di pane.<br />

Senza più inibizioni, ormai, concedetevi<br />

anche una sfera gelida<br />

ai lamponi con interno liquido<br />

al frutto della passione. Il resto<br />

andrà da sé…<br />

AFRODITA<br />

via dei Ciancaleoni, 31<br />

tel. 06-4742265<br />

chiuso domenica<br />

Qui il bicchiere è<br />

sempre mezzo pieno<br />

70 URBAN URBAN 71<br />

PAN DIV<strong>IN</strong>O<br />

Paninoteca e tapas: connubio<br />

interessante soprattutto se lo si<br />

scopre per caso in un vicoletto<br />

della Roma storica. A due passi<br />

da Campo de’ Fiori è dura trovare<br />

posto a sedere un po’ ovunque:<br />

qui vi sedete al massimo<br />

su sgabelloni improbabili, però<br />

davanti a voi sfilano salami, prosciutti,<br />

caci di ogni tipo e ancora<br />

sott’oli, di quelli da paese. Il pane<br />

ve lo scegliete e il panino o la<br />

bruschettona diventano insolito<br />

mix tra sapori locali, appunto, e<br />

il gusto iberico che ci gusta mucho.<br />

Insomma le tapas con pane<br />

casareccio, magari sfornato ai<br />

Castelli, c’intrigano, soprattutto<br />

se la taperia sembra quasi una<br />

fraschetta... Per 3 euro e mezzo,<br />

scegliete tra circa 50 tipi di tapas<br />

tostate al forno o se andare sugli<br />

imbottitissimi panini. Potete<br />

sfamarvi fino alle 4 del mattino,<br />

chiacchierando con Giuseppe,<br />

che poi è anche molto simpatico!<br />

Via del Paradiso, 39<br />

Chiuso lunedì<br />

TOROS Y TAPAS<br />

06-44290351<br />

Qui teoricamente giochiamo in<br />

casa: proprietà madrilena, cuoco<br />

pure, o almeno iberico, ambiente<br />

e arredi idem (manco a dirlo),<br />

menu totalmente tapas oriented,<br />

a parte due o tre tipi di paella e<br />

qualche piatto più consistente.<br />

Eppure a noi l’assaggio-degustazioni<br />

di tapas non ha entusiasmato,<br />

anche se la scelta è così<br />

ampia che si può sempre tornare<br />

e provare ancora e l’ambiente<br />

decisamente carino. Mattonello<br />

di Toledo e cotto spagnolo, molto<br />

azzurro in giro, poster e quadri<br />

di colore e folklore andaluso<br />

e una bella lista di piattini che<br />

incuriosiscono. Andate subito<br />

sul bel patanegra a vista oppure<br />

sui gambas cucinati in tanti modi,<br />

alici fritte all’andalusa, lomo<br />

marinato e così via, senza lasciare<br />

la tavola se non avete provato<br />

la regina di Valencia che Pilar<br />

Hernando vi garantisce come<br />

una tra le migliori paella.<br />

Via Nomentana, 79<br />

Chiuso lunedì<br />

TAPA LOCA<br />

06-6832266<br />

“Restaurante bar de Tapas”<br />

recita l’insegna, che rischia di<br />

passare inosservata nella caciara<br />

di una delle strade più deturpate<br />

intorno a piazza Navona, tra<br />

orribili gelaterie e creperie, pizze<br />

al taglio spalmate di Nutella<br />

e maionese e altri orrori vari a<br />

uso esclusivo dei turisti. Eppure<br />

questo localino non è male:<br />

tanto legno, anche qui tante<br />

azulejos, tori e corride nelle iconografie<br />

più consuete, specchi<br />

e tavolacci di legno a fare aria<br />

di taverna. Tante tortilla e mica<br />

male la paella vegetariana. E poi<br />

un fuoco di fila di assaggi che<br />

incuriosiscono: pimientos del<br />

piquillo, che poi altro non sono<br />

che peperoni ripieni, l’estofado<br />

de buey cucinato come si fa a<br />

Pamplona, i calamares rellenos.<br />

Buono il jamon serrano e le<br />

patatas bravas. Se già vi piace<br />

la crema catalana, qui provate la<br />

natilla alla cannella.<br />

Via di Tor Millina, 5<br />

Sempre aperto<br />

EL ABANICO<br />

06-8553336<br />

Le guide recitano che è l’unico,<br />

autentico bar de tapas a Roma.<br />

Arredi, mobilio e il cuoco, Esos<br />

di nome, arrivati da Siviglia<br />

fanno respirare una certa aria<br />

autentica e in qualche modo<br />

fanno sembrare di stare sul posto.<br />

Per pranzo meglio evitare<br />

il Sangre de toro, che è una potenza,<br />

ma limitarsi a una buonissima<br />

sangria. In menu tapas<br />

frias e calientes: jamon iberico,<br />

patanegra e serrano, choriso<br />

di Salamanca e poi i mariscos,<br />

polpo all’aglio, polpo alla galega<br />

bollito e servito su un<br />

tagliere spruzzato di paprika, il<br />

queso manchego, l’empanada<br />

di tonno, il solomillo al brandy.<br />

Una specialità la paella nigra,<br />

al nero di seppia, o la paella fideua<br />

che invece del riso è fatta<br />

con una pasta speciale tipo vermicelli.<br />

Per chi vuole contenere<br />

al massimo i costi, tortillas di<br />

patate o cipolle...<br />

Corso Trieste, 150/b<br />

Sempre aperto<br />

illustrazione: Ilaria Faccioli_due mani non bastano<br />

ROSSO&BIANCO<br />

Se non vi spaventa la parentela<br />

col dirimpettaio,<br />

L’Altro Mastai, ristorante<br />

gourmet sempre più in<br />

ascesa, anche come prezzi<br />

– ahinoi – (anzi, magari<br />

una volta fate una follia<br />

e prenotate un tavolo da<br />

Fabio Baldassarre, giovanissimo<br />

genietto dei<br />

sapori italici distillati in<br />

composizioni di squisita<br />

armonia), fermatevi a bere<br />

e non solo al bicchiere. Le<br />

tante bottiglie intorno a<br />

voi, lo scorcio sulla cantina<br />

che s’intravede dai tavoli<br />

in marmo e ferro battuto,<br />

il cotto a terra, i quadri da<br />

alcune gallerie metropolitane<br />

alle pareti, le luci studiate<br />

in abbinamento con le<br />

candele, ne fanno un wine<br />

bar vagamente ricercato,<br />

insomma da serata in cui al<br />

vino volete prestare molte<br />

attenzioni. Non per niente<br />

la cantina conta circa mille<br />

etichette che ruotano ogni<br />

mese. Per chi non vuole<br />

stappare una bottiglia, in<br />

mescita ogni giorno spaziate<br />

tra almeno 15 esemplari<br />

di bianchi e rossi di tutto<br />

rispetto, più le bollicine.<br />

Non da meno la lista dei<br />

salumi e formaggi dop, tipo<br />

il prosciutto di Sant’Ilario e<br />

il salame di Campagnano.<br />

Tra i formaggi, quelli delle<br />

Langhe, quello delle vacche<br />

rosse, stagionato ben 12<br />

mesi, o il provolone del<br />

Monaco. E quando l’estate<br />

è veramente e tristemente<br />

finita, ordinate una zuppa:<br />

buonissima quella di patate<br />

e porri.<br />

IL BICCHIERE DI MASTAI<br />

tel. 06-68192228<br />

via dei Banchi Nuovi, 52<br />

chiuso lunedì

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