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Download del file - Gruppo Archeologico Salernitano

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Note<br />

1 Si veda una discussione recente <strong>del</strong>la problematica<br />

nei contributi presentati in occasione<br />

<strong>del</strong>la Conferenza Internazionale organizzata<br />

all’Istituto <strong>Archeologico</strong> Germanico nel<br />

giugno 2006 in onore di Dietrich Mertens i<br />

cui Atti sono in corso di stampa in un volume<br />

dei Palilia a cura di R. N. EUDECKER – M.<br />

MENZEL.<br />

2 L’esplorazione è stata intrapresa nel<br />

Settembre 1976, grazie ad un cospicuo finanziamento<br />

<strong>del</strong>la Cassa per il Mezzogiorno.<br />

Colgo l’occasione per rinnovare la mia gratitudine<br />

a B. d’Agostino, allora Soprintendente<br />

Archeologo, che ha voluto affidarmi la direzione<br />

<strong>del</strong>lo scavo. A W. Johannowsky devo<br />

molti consigli sulle fasi iniziali <strong>del</strong>la esplorazione<br />

ed il sostegno alla domanda di<br />

Concessione di Scavo presentata nel 1982,<br />

successivamente al mio trasferimento nei<br />

ruoli <strong>del</strong>la University of Alberta<br />

(Edmonton, Canada). G. Tocco ha quindi<br />

sostenuto in numerose occasioni il progetto<br />

canadese. Last but not least, la mia profonda<br />

gratitudine va a M. L. Nava, attuale<br />

Soprintendente, che ha voluto coinvolgermi<br />

in recenti iniziative sulla musealizzazione<br />

<strong>del</strong> sito.<br />

3 Alla fine degli anni ’70, quando fu intrapresa<br />

l’esplorazione <strong>del</strong> sito di Roccagloriosa, si<br />

discuteva ancora (in mancanza di specifici<br />

dati archeologici), se tali siti fortificati di<br />

altura fossero mere cinte di difesa a controllo<br />

di un territorio caratterizzato da occupazione<br />

sparsa o se potesse trattarsi di fortificazioni<br />

funzionali ad un abitato agglomerato:<br />

la problematica è stata analizzata in<br />

GUALTIERI 1987.<br />

4 Si considerino ad esempio i risultati conseguiti<br />

sull’ampio pianoro di 6-7 ettari denominato<br />

Area DB e le carte di distribuzione<br />

dei materiali rinvenuti in superficie presentate<br />

in Roccagloriosa II 2001, pp. 16-20<br />

5 Secondo un mo<strong>del</strong>lo di sviluppo <strong>del</strong>ineato<br />

da A. La Regina per gli abitati di area sabellica<br />

(LA REGINA 1991).<br />

6 Fondamentale, in un momento iniziale<br />

<strong>del</strong>la ricerca, è stato il Convegno di<br />

Acquasparta su ‘L’emergenza <strong>del</strong> politico nel<br />

mondo osco-lucano’ i cui Atti sono stati in parte<br />

pubblicati in Italici. Si veda ora Roccagloriosa I<br />

1990; Roccagloriosa II 2001.<br />

7 Il sito costiero identificabile con la Pyxous<br />

Micitea cui fa riferimento Strabone 6.1.3.<br />

8 In questo senso si esprime N. Purcell in un<br />

articolo di sintesi sull’Italia meridionale nel<br />

SALTERNUM<br />

IV secolo a. C. Sia pure basandosi su una<br />

documentazione ancora preliminare,<br />

Purcell sottolinea il carattere emblematico<br />

<strong>del</strong> ‘caso’ Roccagloriosa: «..the formation<br />

of nucleated settlements like Roccagloriosa<br />

in Western Lucania, in their early stages<br />

seem to respond to purely local and shortterm<br />

needs, until the arrival of a major fortified<br />

enceinte, which seems to hint that the<br />

whole process of nucleation might better<br />

be seen against the background of awareness<br />

of an urban ideal and the political<br />

institutions associated with it. In fact, a historical<br />

process can be seen at work which<br />

enables us to make sense of the whole of<br />

South Italy in the late fourth and early third<br />

centuries…», (PURCELL 1994, pp. 395-396).<br />

9<br />

GUALTIERI 2000, passim.<br />

10<br />

FRACCHIA - GUALTIERI 2004.<br />

11 Italici 1990, pp. 161-197.<br />

12 Si consideri il testo di defixio su laminetta<br />

plumbea dal complesso A , molto probabilmente<br />

associata all’attività rituale che vi si<br />

svolgeva. Il testo, pubblicato da P.<br />

Poccetti, include una serie di gentilizi italici<br />

(quali eris, eganatis e probabilmente pollies)<br />

e antroponimi (quali gavis e mamerex),<br />

(POCCETTI 1990, pp. 141-150); si vedano<br />

anche le osservazioni al riguardo in<br />

CAMPANILE 1993, pp. 369-371.<br />

13 Roccagloriosa II 2001, pp. 97-116.<br />

14 Si vedano a tal riguardo le fondamentali<br />

osservazioni di TORELLI, in A. MOMIGLIANO<br />

e A. SCHIAVONE (eds.) Storia di Roma, vol. 1,<br />

Torino 1988, pp. 53-74 (in particolare , pp.<br />

72-73), sulle trasformazioni sociali di IV<br />

secolo, in una più ampia prospettiva che<br />

abbraccia le società locali <strong>del</strong>la penisola italiana.<br />

Con più specifico riferimento al territorio<br />

lucano, M. Torelli qualifica tale documentazione<br />

quale manifestazione, a livello<br />

archeologico, di una vera e propria ‘liberazione<br />

di servi’ proiettandola nel più vasto<br />

ambito <strong>del</strong>le trasformazioni socio-economiche<br />

<strong>del</strong>le società italiche di IV-III secolo:<br />

«A ben vedere, il fenomeno che investe la<br />

Grande Lucania poco prima <strong>del</strong>la metà <strong>del</strong><br />

IV secolo a.C. è il prodotto <strong>del</strong>le stesse<br />

spinte sociali ed economiche che con un<br />

‘effetto domino’ dall'Etruria fino alla Sicilia,<br />

passando attraverso la società di Roma<br />

tardo-repubblicana, hanno condotto al<br />

definitivo superamento <strong>del</strong>le società indigene<br />

arcaiche e all'allargamento dei corpi civici<br />

compressi dalle chiusure oligarchiche».<br />

- 26 -<br />

(TORELLI 1992, XIV-XV) Sulla nozione di<br />

'corpo civico' in relazione alle comunità italiche<br />

si considerino anche i commenti, più<br />

generali, di LOMBARDO (1999, p. 180).<br />

15 Si veda BOKONYI, COSTANTINI e FITT, pp.<br />

323-332; Fourth Century B. C., cap. 7.<br />

16 E’ stata rinvenuta nel settore ovest <strong>del</strong><br />

Pianoro Centrale in prossimità <strong>del</strong>la monumentale<br />

porta di accesso all’interno <strong>del</strong>la fortificazione<br />

(Roccagloriosa II 2001, pp. 186-187).<br />

17 Sanniti 2000, pp. 224-228.<br />

18 Una prima messa a punto <strong>del</strong> contesto storico-archeologico<br />

in cui si colloca questo<br />

importantissimo documento epigrafico,<br />

contesto che, come sopra specificato, era<br />

stato oggetto di sistematiche ed estensive<br />

indagini intese a definire il livello di organizzazione<br />

insediativa <strong>del</strong> sito lucano, hanno<br />

indotto a collocare la stesura <strong>del</strong> testo nei<br />

decenni iniziali <strong>del</strong> III secolo a. C.<br />

(GUALTIERI 2000, pp. 247-253). Non è da<br />

trascurare il fatto che, pur in assenza di una<br />

più precisa datazione <strong>del</strong> contesto archeologico<br />

di rinvenimento (in giacitura secondaria),<br />

la giacitura <strong>del</strong> manufatto ad uno strato di<br />

dilavamento in prossimità <strong>del</strong>la porta centrale<br />

(supra, n.15) fornisce di per sé un evidente terminus<br />

ante quem <strong>del</strong>la fine <strong>del</strong> III secolo a. C.<br />

per la sua datazione. Opportunamente, H.<br />

Galsterer, nei suoi commenti conclusivi ad<br />

una Conferenza su “La maturazione politica dei<br />

popoli italici” (tenuta all’Università di Napoli<br />

“Federico II” nel Febbraio 2000), ha senza<br />

esitazione sottolineato la profonda diversità<br />

di contesto culturale e cronologico tra i due<br />

documenti. Gli Atti <strong>del</strong>la citata conferenza<br />

sono purtroppo ancora in cds.<br />

19<br />

POCCETTI 2001, p. 268.<br />

20 Da ultima, DEL TUTTO 2006, pp. 527-536.<br />

21 Su tale aspetto si veda l’ampia discussione<br />

di LETTA 1994.<br />

22 Roccagloriosa II 2001, pp. 13-18 .<br />

23 Illustrate in Roccagloriosa II 2001, figg. 7-8.<br />

24 Sanniti 2000, pp. 33-35.<br />

25 Si consideri, a tal proposito, la collocazione<br />

di un edificio generalmente interpretato<br />

quale probabile sede <strong>del</strong>la vereia nella Pompei<br />

sannitica (Sanniti 2000, pp. 107-109).<br />

26 Mi è gradito ringraziare H. Fracchia ed E.<br />

Lanza per uno scambio di vedute sulla cronologia<br />

<strong>del</strong>la più recente documentazione<br />

ceramica pertinente all’edificio in questione.<br />

La problematica è stata discussa in una Tesi<br />

di Dottorato difesa dalla Dott.ssa E. Lanza<br />

all’Università di Padova nel giugno 2006.

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