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Download del file - Gruppo Archeologico Salernitano

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nendo ben presto un tόpos, un ‘luogo comune’ che<br />

attraversa generi letterari e autori differenti.<br />

Obiettivo <strong>del</strong>la nostra ricerca sarà indagare la presenza<br />

ed il ruolo <strong>del</strong> tόpos nell’arco <strong>del</strong>la produzione<br />

poetica latina, limitando l’indagine ai luoghi in cui il<br />

toponimo è citato con aggettivi e termini che ne connotano<br />

l’amenità.<br />

Ogni genere letterario, infatti, ricorre «ad una formalizzazione<br />

<strong>del</strong> linguaggio all’interno di un sistema in<br />

cui l’enunciato <strong>del</strong> testo ha valore non solo in relazione<br />

al contesto immediato ma anche in relazione agli altri<br />

possibili enunciati <strong>del</strong>la tradizione» 2 . Il riferimento alla<br />

fertilità e alla salubrità <strong>del</strong>la Campania, come vedremo,<br />

non è un mero richiamo geografico, ma si inserisce<br />

all’interno <strong>del</strong> sistema intertestuale e allusivo 3 che è cifra<br />

portante <strong>del</strong>la letteratura latina, e assume in ogni testo<br />

preso in esame un determinato ruolo, a seconda <strong>del</strong>le<br />

convenzioni <strong>del</strong> genere letterario all’interno <strong>del</strong> quale si<br />

colloca l’intenzione artistica <strong>del</strong> poeta.<br />

Come è noto, nella divisione che Augusto fece<br />

<strong>del</strong>l’Italia la Campania 4 formò la Regio I insieme con il<br />

Latium vetus ed il Latium adiectum; in seguito arrivò a<br />

comprendere anche il territorio degli Irpini e parte <strong>del</strong><br />

Sannio. Nel nuovo ordinamento <strong>del</strong>l’impero alla fine<br />

<strong>del</strong> III sec. d. C., con gli stessi confini <strong>del</strong>la regione di<br />

Augusto, la Campania formò una <strong>del</strong>le province in cui<br />

allora fu divisa l’Italia.<br />

Il tόpos <strong>del</strong>la Campania felix ha, in primo luogo, tre<br />

significative attestazioni nell’ambito <strong>del</strong>la poesia d’amore<br />

latina. Properzio, poeta di età augustea, pubbli-<br />

Fig. 2 - L’Ager campanus (da SAVINO 2005).<br />

SALTERNUM<br />

- 48 -<br />

cò i suoi quattro libri di elegie tra il 28 e il 16 a. C.;<br />

tema principale dei suoi carmi (dei primi tre libri) è l’amore<br />

tormentato per la sua Cinzia. I principali tόpoi<br />

<strong>del</strong>l’elegia latina 5 , i caratteri costitutivi <strong>del</strong> genere letterario,<br />

sono la sofferenza ‘istituzionale’ <strong>del</strong> poeta, la<br />

concezione <strong>del</strong>l’amore come schiavitù (servitium amoris),<br />

la durezza e l’infe<strong>del</strong>tà <strong>del</strong>la donna amata, la<br />

povertà <strong>del</strong>l’amante elegiaco, che non può competere<br />

con i rivali ricchi, la nequitia <strong>del</strong> poeta, che si allontana<br />

dallo status di buon cittadino per obbedire solo alle<br />

leggi di Amore.<br />

Il tόpos <strong>del</strong>la Campania felix compare in Prop. III, 5, 1-6:<br />

«Pacis Amor deus est, pacem veneramur amantes:<br />

stant mihi cum domina proelia dura mea.<br />

Nec tamen inviso pectus mihi carpitur auro,<br />

nec bibit e gemma divite nostra sitis,<br />

nec mihi mille iugis Campania pinguis 6 aratur,<br />

nec miser aera paro clade, Corinthe, tua» 7 .<br />

(«Amore è dio di pace, e noi amanti veneriamo<br />

la pace: ho già una dura guerra da combattere<br />

con la mia signora. E tuttavia il mio animo non<br />

si lascia consumare dall’inviso oro, né la nostra<br />

sete beve ad una coppa gemmata, né mille gioghi<br />

di buoi arano per me la pingue Campania,<br />

né, misero, accumulo bronzi con la tua rovina,<br />

o Corinto»).<br />

Properzio proclama il suo servitium amoris e la militia<br />

che è costretto a condurre a causa <strong>del</strong>la sua domina,<br />

che lo spinge lontano dai campi di battaglia; nel passo<br />

compare, inoltre, il tόpos <strong>del</strong> poeta povero che rifugge<br />

dalle ricchezze. Properzio - come scrive C. Formicola<br />

- «ha frequentemente dichiarato, soprattutto nel I<br />

libro, il suo disimpegno, che consiste proprio nel rifiuto<br />

<strong>del</strong>la carriera militare, rifiuto preconcetto di accumulo<br />

di danaro e condanna dei modi con cui quest’accumulo<br />

avviene» 8 .<br />

A. La Penna osserva che il poeta si sente vittima<br />

«di una situazione in cui è il più ricco a vincere: perciò<br />

sospira anche lui una Roma povera e semplice» 9 .<br />

Properzio, ricorrendo ad una Priamel 10 , si dichiara, perciò,<br />

indifferente all’odiato oro, alla ricca coppa gemmata,<br />

alla fertile Campania arata da mille gioghi di<br />

buoi. La ricca Campania compare, quindi, in un’enumerazione<br />

di oggetti preziosi e terre ricche di risorse,<br />

dai quali il poeta non si farà mai tentare, fe<strong>del</strong>e alla sua<br />

condizione di amante povero.

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