Download del file - Gruppo Archeologico Salernitano
Download del file - Gruppo Archeologico Salernitano
Download del file - Gruppo Archeologico Salernitano
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
lici 21 . Molti dei sopravvissuti fecero ritorno in patria,<br />
altri restarono sull’isola che ebbe un periodo di ripresa,<br />
cui bruscamente pose fine il sacco dei pirati nel 69 a. C.<br />
L’esodo che seguì la distruzione di Delo condannò<br />
questa a perdere il ruolo centrale che aveva in precedenza<br />
nel mercato mediterraneo.<br />
Tuttavia, i negotiatores italici non avevano ormai più<br />
bisogno <strong>del</strong>lo scalo egeo: dal 125 a. C. i Romani avevano<br />
infatti ottenuto lo stato di katoikuntes (residenti)<br />
nell’isola e l’ascesa economica di Pozzuoli fu certamente<br />
in parte parallela a quella di Delo, che raggiunse<br />
il suo apogeo nel periodo compreso fra il 120 e l’88<br />
a. C. L’istituzione di un porto flegreo dalle caratteristiche<br />
simili a quello <strong>del</strong>io, che ne fece una vera e propria<br />
‘Delo Minore’ secondo la celebre definizione di<br />
Lucilio spiegata in un lemma di Festo 22 , aperto agli<br />
stranieri e punto di snodo commerciale più importante<br />
<strong>del</strong>l’occidente mediterraeo, rientra in un disegno<br />
politico ben preciso in cui rientrano tanto Delo che<br />
l’antica Dicearchia e che vede coinvolti, oltre ai mercatores<br />
italici, spregiudicati slave-traders in grado di<br />
influenzare la politica romana mediante il loro rilevante<br />
peso economico, anche alcuni esponenti <strong>del</strong>la nobilitas<br />
senatoria che avevano certamente interessi molto<br />
ingenti a che lo scalo <strong>del</strong>io assumesse rapidamente il<br />
ruolo di emporium più importante <strong>del</strong> Mediterraneo, i<br />
quali indirizzarono la politica romana verso la creazione<br />
<strong>del</strong> porto franco, posto sotto il protettorato ateniese,<br />
nell’isola di Apollo. Anche i rapporti con l’Egitto e<br />
l’ingresso di questo regno nel mercato egeo e italico<br />
dovettero essere parte di un preciso disegno politico<br />
che permise ai Puteolani di costruire una grande flotta<br />
commerciale, stringendo legami diretti con la Siria e<br />
Alessandria; gli Egiziani iniziarono a frequentare<br />
direttamente l’Italia, in particolare Ostia e Pozzuoli,<br />
portando con loro merci e idee. Nonostante questa<br />
intensa frequentazione, tuttavia, resterà proibito alle<br />
navi alessandrine di entrare nei porti italici fino all’ingresso<br />
<strong>del</strong>l’Egitto nella sfera politica romana stricto<br />
sensu, la qual cosa diventerà possibile solo con la riduzione<br />
<strong>del</strong>lo Stato tolemaico a Provincia romana in età<br />
augustea 23 .<br />
Gli dèi egizi nel Golfo di Napoli e nella Campania interna 24<br />
Pozzuoli<br />
Le prime attestazioni di contatti fra l’Egitto e la<br />
Campania sono molto antiche e risalgono già all’età<br />
SALTERNUM<br />
- 32 -<br />
Orientalizzante 25 . La prima testimonianza archeologica<br />
di un culto isiaco ufficiale in Campania è tuttavia la<br />
Lex parieti faciendo, molto più tarda, datata al 105 a. C. 26<br />
Si tratta di un’epigrafe in marmo rinvenuta a<br />
Pozzuoli, il cui testo riguarda la sistemazione di un’area<br />
antistante il Serapeum (tempio di Serapide) <strong>del</strong>la<br />
città campana 27 . E’ un documento di importanza capitale:<br />
grazie ad esso sappiamo che, alla fine <strong>del</strong> II sec.<br />
a. C., Pozzuoli aveva già un Serapeo destinato ad essere<br />
restaurato, e pertanto di certo più antico <strong>del</strong>l’iscrizione<br />
di qualche tempo.<br />
Serapide, divinità “artificiale” creata da Tolomeo I<br />
Soter (310-282 a. C.) o forse da Tolomeo II Fila<strong>del</strong>fo<br />
(285-246 a. C.) è il nume che nel mondo ellenistico<br />
soppiantò in un primo momento Osiride, antico paredro<br />
di Iside nella tradizionale religione faraonica. Il<br />
nuovo dio avrebbe dovuto favorire il processo di integrazione<br />
fra vincitori e vinti, fra l’élite greca dominante<br />
ed il popolo egizio, ma anche fra i nuovi monarchi<br />
e la potente casta sacerdotale. Fu un’operazione maturata<br />
nella contesto <strong>del</strong>la koinè culturale e religiosa<br />
seguita alle conquiste di Alessandro. I Lagidi, che<br />
governavano seguendo l’etica e i costumi dei Faraoni,<br />
cosa che spesso inorridiva i Greci 28 , tentarono di conciliare<br />
i due popoli su cui regnavano istituendo un<br />
culto che fosse accettabile per entrambi, anzi che fosse<br />
una vera e propria fusione fra la cultura greca e la cultura<br />
autoctona: «It seems that the Ptolemies strove to reconcile<br />
the Nilotic tradition with Hellenic piety by instituting the<br />
cult of Serapis» 29 . Serapide ricevette tutti gli attributi<br />
divini di Osiride: fu dio <strong>del</strong>la fertilità, <strong>del</strong>l’agricoltura,<br />
<strong>del</strong>la morte; il suo aspetto tuttavia venne elaborato in<br />
base ai canoni estetici <strong>del</strong>l’arte alessandrina. Le sue<br />
caratteristiche sono studiate a tavolino da due sacerdoti:<br />
uno egizio, Manetone di Sebennytos; uno greco,<br />
Timoteo ateniese 30 . La loro collaborazione fu essenziale<br />
affinché il nuovo idolo risultasse accettabile sia<br />
per i Greci sia per gli Egizi. Per la concreta realizzazione<br />
<strong>del</strong>l’archetipo iconografico <strong>del</strong> nuovo dio si scelse<br />
l’artista greco Briasside, il quale, per rappresentarlo, si<br />
ispirò all’iconografia di Ade 31 , accompagnandolo a<br />
Cerbero e dotandolo di modius o kalathos, copricapo<br />
traboccante di frutti simbolo <strong>del</strong> potere ctonio.<br />
Serapide divenne anche protettore <strong>del</strong>la navigazione e<br />
dio-guaritore, attributi che il precedente sposo di Iside<br />
non aveva. I Greci, data la somiglianza con le proprie<br />
divinità, lo identificarono spesso con Zeus o, più tardi,<br />
con Helios; i due dèi vennero a tal punto assimilati da