38 economia modo <strong>di</strong> porsi al timone <strong>di</strong> questa struttura museale, concepita quasi esattamente come una azienda in espansione. Lo sa bene chi lo conosce – e sono davvero in molti, tra artisti e pubblico – e lo riba<strong>di</strong>sce continuamente anche lui, nel rispondere con malce<strong>la</strong>to orgoglio alle domande sul<strong>la</strong> sua attività <strong>di</strong> ine<strong>di</strong>to e singo<strong>la</strong>rissimo impren<strong>di</strong>tore museale. Impresa-museo o museo privato come “impresa” pionieristica ai limiti del<strong>la</strong> sperimentazione? “Quando avevo l’azienda, per me non c’è mai stata cesura tra museo e impresa: il museo era in qualche modo una parte dell’azienda, dato che l’ho sempre concepito come uno strumento <strong>di</strong> propaganda per aumentare il mio prestigio personale e quello del mio marchio, e come cornice straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> eventi che mi servivano a consolidare i rapporti con i clienti. Al<strong>la</strong> mia sincera passione <strong>di</strong> collezionista si affiancava dunque una visione funzionale dell’investimento in cultura, che <strong>di</strong>veniva così lo specchio del<strong>la</strong> mia immagine e personalità, e probabilmente un modo per aumentare il fatturato. Oggi che non c’è più un legame <strong>di</strong>retto con <strong>la</strong> mia precedente attività, il museo è <strong>la</strong> mia impresa nel senso compiuto del termine, e in questa mi comporto esattamente come ho fatto con l’altra, con spirito pionieri- Impresa e cultura stico e creatività da inventore. Mi muovo e penso da impren<strong>di</strong>tore anche quando faccio del volontariato in Africa, dove ho ottenuto dei grossi risultati (numerosi progetti umanitari, tra cui l’apertura <strong>di</strong> una scuo<strong>la</strong> per bambini sordomuti e un flusso continuo <strong>di</strong> forniture per l’ospedale a Malin<strong>di</strong> n.d.r.). Per un uomo che ha fatto impresa per cinquant’anni con gran<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni è impossibile comportarsi <strong>di</strong>versamente. La sfida è raggiungere gli stessi livelli, anzi con il museo voglio arrivare ad<strong>di</strong>rittura al<strong>la</strong> quotazione in Borsa, e sarebbe il primo caso al mondo.” Una proprietà da gestire <strong>di</strong>namicamente, insomma, con l’esperienza maturata a capo <strong>di</strong> un’azienda e l’affermazione <strong>di</strong> una personalità forte. Non a caso, par<strong>la</strong>ndo del museo come luogo fisico, lei ama ripetere che le piace essere il padrone, avere le chiavi, mentre par<strong>la</strong>ndone come iniziativa ha sempre detto che deve essere qualcosa che sta su con le sue gambe. Ma è davvero possibile, nello scenario del<strong>la</strong> gestione dei contenitori culturali italiani, che sono in perenne emergenza finanziaria, arrivare a una reale autonomia? “Naturalmente non è facile, perché si tratta <strong>di</strong> un ambito partico<strong>la</strong>re, e non ci siamo ancora arrivati neanche noi. Però è possibile, e vedo con chiarezza il percorso e le prospettive. Intanto il privato è molto più agile dell’ente pubblico, può contenere il personale, ottimizzare le spese, cercare risorse in tutti gli ambiti, dal<strong>la</strong> sponsorizzazione al<strong>la</strong> cessione d’uso degli spazi per eventi proposti da terzi. E poi si può inventare delle situazioni, avere delle idee e metterle in pratica <strong>di</strong>rettamente. Nel mio caso, ad esempio, io mi affido al curatore artistico per l’aspetto culturale, ma per il resto ho pieno controllo decisionale. Continuo a pensare in grande, ad al<strong>la</strong>rgare <strong>la</strong> mia visione progettuale e anche gli spazi espositivi, e mi <strong>di</strong>verto molto. Lo sa che presto ci sarà una sa<strong>la</strong> de<strong>di</strong>cata alle sculture che ho fatto fare in Africa in col<strong>la</strong>borazione tra artisti italiani e africani? E che stiamo già facendo accor<strong>di</strong> per l’acquisizione <strong>di</strong> un grande terreno da trasformare in giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> sculture? Qualcuno <strong>di</strong>ce che lo faccio per essere ricordato; in realtà l’ho sempre fatto soprattutto per il mio presente.”
<strong>la</strong><strong>Pianura</strong> 39
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Wolfang Amadeus Mozart, di cui da p