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PROGETTOScuola-Museo - Regione Siciliana

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6 Isola di Levanzo - Trapani, Cala Minnola. Vasche per la produzione del garum.<br />

L’uomoeilmare<br />

cinazione del sale con pestelli e la copertura di alcune<br />

vasche con laterizi.<br />

UN FILO MILLENARIO CHE GIUNGE SINO AD OGGI<br />

Da questo sintetico transitare lungo la millenaria<br />

storia del rapporto uomo-mare in Sicilia ricaviamo<br />

la chiara impressione che il retaggio di quanto si<br />

crea di consuetudine e familiarità fin dalla più remota<br />

preistoria perdura in periodo storico e giunge<br />

fino a noi.<br />

Le cognizioni che i pescatori siciliani hanno sulla<br />

navigazione di piccolo cabotaggio costiero, basate<br />

sull’esperienza secolare tramandata da padre in figlio,<br />

rappresentano il più ricco portolano verbale<br />

esistente.<br />

I proverbi, le credenze ed i miti costruiti su questa<br />

“scienza” costituiscono il corollario sovrastrutturale<br />

che ci fa percepire la ricchezza e la complessità di una<br />

civiltà che affonda le sue radici remote in un passato<br />

millenario che travalica anche la storia scritta.<br />

Nei suoni cupi e penetranti generati dal fiato pressato<br />

con vigore nell’opercolo sapientemente spaccato<br />

delle grandi conchiglie, usate come trombe di segnalazione<br />

nella mattine nebbiose che avvolgono spesso<br />

la costa meridionale dell’isola, riecheggia la trepidante<br />

navigazione dei primi trafficanti neolitici o micenei.<br />

Le processioni festanti delle Madonne e dei Santi<br />

patroni dei paesi marinari ricordano analoghi cortei<br />

di sapore egeo che dovevano rallegrare periodicamente<br />

la vita dei villaggi costieri pre- e protostorici.<br />

Un filo sottile, ma chiaro, lega anche il primo sfruttamento<br />

sistematico delle risorse marine a quanto<br />

è stato sapientemente prodotto utilizzando il mare<br />

fino ad oggi. I più antichi depositi di ingenti quantità<br />

di valve di conchiglie marine delle grotte paleomesolitiche<br />

sono spesso a breve distanza dagli impianti<br />

romani per la lavorazione del pesce secco al<br />

fine di produrre garum. E questi impianti (è il caso<br />

del Secco, presso San Vito lo Capo, e di Porto Palo,<br />

presso Pachino) li troviamo inglobati nell’area<br />

delle tonnare che hanno fino a qualche anno fa dato<br />

da vivere a interi paesi costieri della Sicilia.<br />

E come non collegare, anche se con larvata ironia,<br />

la particolare predilezione dei Palermitani verso i<br />

molluschi, sia marini che terrestri, ingurgitati con<br />

sacrale voracità in occasione della festa della Santuzza,<br />

con l’analoga tendenza dei nostri avi mesolitici<br />

che hanno riempito le grotte di quintali di valve<br />

di conchiglie, rifiuto dei loro pasti?<br />

LA MEMORIA CONTRO LA GLOBALIZZAZIONE<br />

In sintesi la Sicilia, come tante altre realtà isolane<br />

del Mediterraneo, ha vissuto un rapporto con il mare<br />

intensissimo fin dalla più remota preistoria. Tuttavia,<br />

come altrove, anche qui tale rapporto non è<br />

stato sempre lineare. Lunghi periodi della storia siciliana<br />

hanno visto la società locale legarsi maggiormente<br />

alle risorse della brulla collina interna, relegando<br />

a ruolo marginale l’apporto delle risorse marittime<br />

e dei contatti che attraverso il mare erano<br />

garantiti con l’esterno.<br />

Un altalenare di interessi che, comunque, non ha<br />

mai messo in dubbio il valore del mare come risorsa<br />

vitale per l’uomo, sia come mezzo di comunicazione,<br />

sia come serbatoio di biomasse, sia come regolatore<br />

climatico.<br />

Nel passato, vuoi per rispetto, ma soprattutto per<br />

le limitate capacità di intervento, l’uomo ha avuto<br />

un rapporto con il mare sempre equilibrato, che ha<br />

consentito a quest’ultimo di rigenerare con facilità<br />

le proprie riserve energetiche. Oggi, invece, statistiche<br />

e rapporti sull’ecologia del Mediterraneo ci fanno<br />

capire con chiarezza che il ritmo di sfruttamento<br />

delle risorse marine è superiore al ritmo rigenerativo.<br />

Anche le più ottimistiche previsioni indicano<br />

un progressivo degrado del Mediterraneo, con<br />

conseguenze catastrofiche per le società rivierasche<br />

e per la società europea in generale.<br />

Speriamo che queste previsioni siano errate per eccesso<br />

e che le politiche ambientali dei paesi rivieraschi<br />

riescano a bloccare un disastro che potrebbe essere<br />

anche prossimo futuro.<br />

Ci si auspica, altresì, che il tenere alta l’attenzione<br />

su questa pagina di storia siciliana e mediterranea<br />

possa contribuire a salvare dall’oblio e dalla globalizzazione<br />

l’enorme patrimonio materiale ed immateriale<br />

legato al millenario rapporto uomo-mare.<br />

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