PROGETTOScuola-Museo - Regione Siciliana
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rapidamente ispessendosi, usa dire, appunto: U sali<br />
parti! oppure U sali quagghia!<br />
Qualche giorno dopo, allorché lo spessore della<br />
crosta raggiunge i sei, gli otto e talora i dieci centimetri,<br />
la cristallizzazione viene ritenuta ottimale e<br />
non viene più spinta oltre per non pregiudicarne la<br />
purezza. È il momento della raccolta.<br />
4 Operazioni di raccolta<br />
A partire dal mese di luglio, le saline cambiano completamente<br />
aspetto, non solo per il colore bianco<br />
brillante derivante dalla cristallizzazione del sale, ma<br />
anche e soprattutto per l’improvviso brulicare di<br />
uomini che, nel giro di alcuni giorni, provvedono<br />
a raccogliere il sale puro, prima che i composti di<br />
magnesio, precipitando a gradi più alti di salinità,<br />
ne pregiudichino l’originaria purezza. I giorni buoni<br />
per la raccolta finiscono con l’essere sempre pochi<br />
e in quel ristretto periodo occorre concentrare<br />
grandi quantità di manodopera che il curàtulu accorto<br />
ha impegnato con largo anticipo.<br />
Il moltiplicarsi repentino dei prestatori d’opera segna<br />
il momento in cui si comincia a raccogliere il<br />
sale, sistemandolo prima nelle caselle salanti e depositandolo<br />
poi sulle piattaforme attigue.<br />
Gli uomini impegnati nel lavoro di raccolta svolgono<br />
operazioni rigidamente coordinate, dove il<br />
L’ACQUA FATTA<br />
Il salinaio riconosce l’acqua<br />
matura (acqua fatta) dal colore<br />
rossastro che essa assume nelle<br />
retrocalde e dall’odore di sostanze<br />
putrefatte che ne emana, dovuto a<br />
microfauna sviluppatasi<br />
spontaneamente quando l’acqua<br />
raggiunge i 14-15° Baumé.<br />
13<br />
Lesalinedeltrapanese<br />
11-12 Moderna raccolta del sale con nastri meccanici trasportatori.<br />
13 Cumuli di sale sulle aie di deposito.<br />
contributo del singolo dipende strettamente da quanto<br />
gli altri hanno fatto prima di lui e rende possibili<br />
gli interventi di coloro che lo seguono. Su tutte<br />
emerge l’immagine oleografica del trasporto del sale<br />
fuori dalle caseddi: file ordinate di uomini incappucciati,<br />
con ceste di sale in spalla, uscivano in passato<br />
dai bacini risalendo su instabili assi di legno fino<br />
alle aie di deposito (ariuni) alimentando cumuli<br />
prismatici di sale (munzidduni). Lavoro duro,<br />
com’è dato comprendere, svolto ormai in piena estate,<br />
non più mitigato dai venti primaverili e anzi oppresso<br />
dai caldi venti di scirocco che investono l’area<br />
costiera per settimane intere. Oggi nastri meccanici<br />
trasportatori avviano direttamente il sale sulla<br />
piattaforma attigua.<br />
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