PROGETTOScuola-Museo - Regione Siciliana
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Scrigno.<br />
Rame dorato, corallo, smalto, argento, cm<br />
20x28, maestranze trapanasi, fine sec. XVI<br />
inizio sec. XVII (Palermo, collezione<br />
Antonello Governale).<br />
Il particolare mette in evidenza la tecnica<br />
del retroincastro utilizzata per il fissaggio<br />
degli elementi di corallo sul rame.<br />
Le immagini della fascia per bambino e<br />
dello scrigno sono tratte da: DI NATALE<br />
M.C. (a cura di), L’arte del corallo in Sicilia,<br />
Trapani 1986.<br />
M.EmanuelaPalmisano Ilcorallo:pescaelavorazione<br />
separati i rami l’uno dall’altro e, stabilito quale sarebbe<br />
stato il loro migliore impiego, si procedeva al taglio<br />
con una tenaglia. I pezzi ottenuti, smussati con<br />
piccole lime o con una mola di pietra arenaria, erano<br />
principalmente destinati a divenire delle piccole sfere.<br />
Queste venivano utilizzate soprattutto per realizzare<br />
sia oggetti di oreficeria, quali collane e bracciali,<br />
sia per manufatti afferenti l’arte sacra, come i rosari.<br />
La foratura avveniva con una sorta di trapano, ese-<br />
guendo questa operazione sull’oggetto continuamente<br />
bagnato per evitarne il surriscaldamento e la rottura.<br />
I pezzi forati venivano arrotondati e sfaccettati e<br />
sfregati sino a quando non si otteneva una perfetta lisciatura<br />
della superficie. La lucidatura poteva essere<br />
effettuata in tre differenti modi: con stagno calcinato,<br />
con il buratto, contenente sostanze abrasive, o agitando<br />
i pezzi all’interno di un sacco di tela con sabbia<br />
o acqua e pomice in polvere.<br />
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