LINEE GUIDA IN TEMA DI ABUSO SUI MINORI Revisione ... - Sinpia
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Area della prevenzione nel modello territoriale- La letteratura nazionale e internazionale utilizza<br />
con molta cautela il termine “prevenzione” in riferimento al problema degli abusi all’infanzia.<br />
Nella definizione di un modello di intervento territoriale, è necessario prevedere uno spazio per la<br />
informazione /formazione degli insegnanti tenuto conto del fatto che la Scuola rappresenta uno dei<br />
luoghi più importanti di rilevazione del fenomeno<br />
Il problema dei maltrattamenti all’infanzia viene spesso affrontato con molti pregiudizi da parte<br />
del mondo adulto. È per questo che un intervento informativo e preventivo deve prima di tutto<br />
mirare alla promozione di una nuova cultura dell’infanzia, intesa come una maggiore conoscenza da<br />
parte degli adulti del bambino, con le sue emozioni, i suoi sentimenti, le sue passioni – ma anche<br />
con la sua maggiore fragilità e vulnerabilità<br />
La prevenzione dei maltrattamenti e la difesa dei bambini, infatti, si realizza in primo luogo creando<br />
un clima di reciproca fiducia. Se il bambino non riceve ascolto, attenzione e cure adeguate sarà più<br />
vulnerabile e tenderà in misura maggiore ad esporsi a situazioni rischiose. L’acquisizione di una sua<br />
autonomia e capacità di giudizio critico della realtà, invece, gli permetterà più facilmente di<br />
proteggersi o di chiedere aiuto in caso di bisogno.<br />
Proprio per questo la scuola che costituisce non solo il luogo in cui bambini e adolescenti passano<br />
molte ore della giornata per diversi anni, ma che rappresenta anche un osservatorio privilegiato<br />
sulla condizione del bambino e del ragazzo, riveste un’importanza fondamentale nella prevenzione<br />
degli abusi e nella protezione dei bambini.<br />
La scuola dovrebbe quindi poter promuovere programmi di prevenzione e informazione per tutte le<br />
fasce di età, adeguando tali programmi al bambino, compresi eventuali percorsi adeguati e corretti<br />
(e condivisi con le famiglie) di educazione sessuale. Si tratta non solo di informare, ma anche<br />
fornire strumenti utili (ad esempio giochi e programmi educativi adeguatamente e specificamente<br />
predisposti) per affrontare in maniera adeguata tali tematiche e permettere ai bambini, attraverso il<br />
coinvolgimento in situazioni interattive con coetanei o adulti, di sperimentare -imparando a<br />
discriminarle tra loro- situazioni di pericolo e/o situazioni fisiologiche che possono essere valutate<br />
di volta in volta con l’aiuto della figura adulta. Quest’ultima avrà il compito di chiarire e<br />
confrontare il bambino progressivamente con situazioni-tipo, dirigendolo nell’acquisizione di un<br />
maggior spirito critico e quindi di una maggiore conoscenza e consapevolezza dei propri diritti<br />
relazionali così come sono sanciti dalla Convenzione ONU dei Diritti del Fanciullo di New York<br />
(1989, ratificata dal nostro ordinamento legislativo nel 1991).<br />
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