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Università degli Studi di Roma “La Sapienza” - Padis

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le componenti verbali, senza considerarla una forma <strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> secondaria importanza.<br />

<strong>Stu<strong>di</strong></strong> recenti si sono occupati <strong>di</strong> analizzare l’importanza del non verbale nella<br />

comunicazione politica. Leathers (1986, in Argyle, 1977/90) si occupò ad esempio<br />

dell’addestramento <strong>di</strong> Carter in vista dei <strong>di</strong>battiti televisivi con Ford. L’alta frequenza <strong>di</strong> sguar<strong>di</strong>,<br />

i gesti energici, il mantenimento <strong>di</strong> una postura <strong>di</strong> auto-affermazione (braccia e pie<strong>di</strong> larghi), un<br />

tono <strong>di</strong> voce più alto, contribuirono a produrre, nel primo <strong>di</strong>battito faccia a faccia, un’immagine<br />

<strong>di</strong> Ford più cre<strong>di</strong>bile rispetto a quella prodotta da Carter. Quest’ultimo, d’altronde, manifestò<br />

evidenti e frequenti cambi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione dello sguardo, molto spesso rivolto verso il basso, una<br />

postura stretta e passiva, gesti deboli e <strong>di</strong> automanipolazione, un tono esageratamente <strong>di</strong>scendente<br />

alla fine delle frasi. Il suggerimento <strong>di</strong> Leathers, fu quello <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare questi comportamenti<br />

non verbali; Carter uscì vincitore dal secondo <strong>di</strong>battito.<br />

In Italia, ad esempio, Lame<strong>di</strong>ca (1987) ha condotto una ricerca su varie forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorso<br />

pubblico. L’autore ha osservato quattro tipi <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorso in pubblico: il comizio, l’omelia,<br />

la relazione congressuale, l’esortazione <strong>di</strong> un comandante militare. Dai risultati è emerso che,<br />

all’interno del comizio e dell’omelia, vengono fatti più gesti in assoluto, e in particolare gesti<br />

illustratori ed emblematici. Lame<strong>di</strong>ca ricorda che lo scopo <strong>di</strong> questi due tipi <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorso è quello<br />

<strong>di</strong> raccogliere consensi e convincere il pubblico su scelte comportamentali (mentre, ad esempio, il<br />

comandante militare può ricorrere a strumenti coercitivi). Risultano, inoltre, molte interazioni<br />

ritmiche dei gesti con il linguaggio; esse, analogamente a quanto offerto da altri autori già citati<br />

(per esempio a proposito dei gesti coesivi), avrebbero la funzione <strong>di</strong> dare continuità logica al<br />

<strong>di</strong>scorso, unificandone le varie argomentazioni, ma renderebbero possibile anche una coerenza <strong>di</strong><br />

tono, tale da attirare l’attenzione del pubblico per garantirne il consenso.<br />

Atkinson (1984) ha analizzato numerosi <strong>di</strong>scorsi politici, notando che l’applauso spontaneo<br />

spesso è provocato dall’utilizzo <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong>spositivi retorici, soprattutto le liste tripartite,<br />

accuratamente enfatizzati e sottolineati dalle dovute pause e da particolari gesti. Egli ha osservato<br />

un intervento <strong>di</strong> Heffer, membro del partito laburista, al convegno del suo partito nel 1980,<br />

notando che, in coincidenza con l’enunciazione <strong>di</strong> una lista tripartita, i gesti del politico<br />

<strong>di</strong>ventavano progressivamente più ampi a ogni parte della lista e le mani tendevano, alla fine<br />

(dopo la terza parte della lista), a incrociarsi davanti al corpo, posizione attraverso la quale il<br />

politico comunica al pubblico la fine del messaggio, sollecitandone l’applauso.<br />

Anche Heritage e Greatbatch (1986), dopo aver analizzato alcuni <strong>di</strong>scorsi tenuti da politici<br />

inglesi, riscontrarono che l’applauso che si verificava da parte dell’u<strong>di</strong>torio, al seguito<br />

dell’utilizzo <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong>spositivi retorici, non era stimolato solo ed esclusivamente da questi<br />

ultimi, ma anche dall’uso <strong>di</strong> alcuni accorgimenti non verbali, come lo sguardo terminale rivolto al<br />

pubblico, le variazioni e l’aumento del tono della voce, il cambio del ritmo e dei gesti finalizzati<br />

ad aumentare l’enfasi del <strong>di</strong>scorso.<br />

Bull (1986), infine, esaminando un <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Arthur Scargyll (Presidente del National<br />

Union of Mineworkers) notò che le ovazioni più prolungate, erano prodotte da passaggi in cui<br />

veniva fatto largo uso <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi retorici (in particolare “liste tripartite”, “paragoni” e “titoli<br />

energici”), i quali, a loro volta, erano accompagnati da “movimenti vigorosi delle mani”.<br />

Uno stu<strong>di</strong>o su quali tra le categorie <strong>di</strong> gesti possano rendere maggiormente persuasivo un<br />

<strong>di</strong>scorso politico è quello <strong>di</strong> Argentin et al. (1990). Anche questi autori hanno basato il loro<br />

stu<strong>di</strong>o su un singolo caso: un uomo politico durante la preparazione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso in un<br />

congresso in cui l’obiettivo era la conquista della presidenza del partito. Gli autori hanno<br />

videoregistrato il <strong>di</strong>scorso del politico così come gli veniva naturalmente; in seguito hanno<br />

addestrato il politico a registrare lo stesso <strong>di</strong>scorso politico, mantenendo lo stesso registro verbale<br />

(parole e intonazione), ma cambiando la propria gestualità, con un aumento del numero <strong>di</strong> gesti<br />

metaforici, un ri<strong>di</strong>mensionamento dei gesti ritmici (chiamati dagli autori gesti <strong>di</strong> interpunzione) e<br />

l’eliminazione dei gesti auto-adattatori. Dal punto <strong>di</strong> vista applicativo dell’intervento, il politico,<br />

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