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Università degli Studi di Roma “La Sapienza” - Padis

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K<br />

Grafico 1. Valori <strong>di</strong> accordo K senza zero calcolati per ciascuna categoria.<br />

1<br />

0,9<br />

0,8<br />

0,7<br />

0,6<br />

0,5<br />

0,4<br />

0,3<br />

0,2<br />

0,1<br />

0<br />

chele<br />

matassa<br />

telaio<br />

stella<br />

mulinello<br />

pennello<br />

pinza<br />

vassoio 1<br />

vassoio 2<br />

deittici-coesivi<br />

ritmici<br />

emblematici<br />

iconici<br />

metaforici<br />

deittici<br />

oggettto-adattatori<br />

auto-adattatori<br />

Come è possibile notare anche dalla Tabella IV e dal Grafico 1 gli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> accordo<br />

maggiormente problematici risultano essere quelli relativi alle sottocategorie dei gesti coesivi<br />

(chete, matassa, telaio e pennello), le quali, ricor<strong>di</strong>amo, si <strong>di</strong>stinguono fra loro soltanto per la<br />

forma che assume la mano o il suo movimento durante il gesto stesso. Tale problematicità ha reso<br />

essenziale un’analisi più approfon<strong>di</strong>ta soprattutto per quelle sotto-categorie specifiche ove K <<br />

.60, mettendo a confronto le osservazione effettuate dai due osservatori (O1 e O2), come mostrato<br />

in Tabella V.<br />

Per le co<strong>di</strong>fiche <strong>di</strong> chele, matassa e telaio si può notare che le frequenze <strong>di</strong>stribuite sulla<br />

<strong>di</strong>agonale non si <strong>di</strong>scostano in modo molto evidente da alcune frequenze al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> essa.<br />

Poiché si tratta <strong>di</strong> tre gesti eseguiti con due mani, si può ipotizzare che questi vengano<br />

<strong>di</strong>fficilmente <strong>di</strong>stinti dagli osservatori durante la co<strong>di</strong>fica. Osservando la Tabella V e<br />

confrontandola con la Tabella II (matrice <strong>di</strong> confusione generale) si può desumere che O2 tende a<br />

co<strong>di</strong>ficare il gesto chele con il gesto telaio, mentre O1 la matassa con il telaio: in generale quin<strong>di</strong><br />

il gesto telaio viene “confuso” con chela e matassa. Per quanto riguarda la categoria pennello, le<br />

frequenze<br />

nella matrice <strong>di</strong> confusione in<strong>di</strong>cano per i due osservatori valori <strong>di</strong>stanti tra loro: in<br />

altre parole vi è uno scarto elevato nella quantità <strong>di</strong> gesti pennello rilevati dai due giu<strong>di</strong>ci Questo<br />

significa che al verificarsi del ges to entrambi gli osservatori lo percepiscono ma lo co<strong>di</strong>ficano<br />

sistematicamente in categorie <strong>di</strong>fferenti; inoltre, uno dei due osse rvatori (O1 = 129) percepisce<br />

un numero maggiore <strong>di</strong> gesti pennello<br />

rispetto all’altro (O2 = 58).<br />

Le sottocategorie<br />

dei gesti coesivi vengono quin<strong>di</strong> co nfuse fra loro dagli osservatori. A<br />

<strong>di</strong>mostrazio ne <strong>di</strong> ciò è riportata la Tabella VI<br />

con la matrice<br />

<strong>di</strong> confusione e in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> accordo per<br />

la sovracategoria gesti coesivi, il quale risulta accetta bile (K = .76).<br />

Gesti<br />

K tot<br />

48

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