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Università degli Studi di Roma “La Sapienza” - Padis

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influente ed efficace.<br />

Vi sono dunque già alcuni stu<strong>di</strong> che danno rilevanza al legame generale tra i gesti e il<br />

linguaggio parlato, anche se non in maniera del tutto sistematica. Sono invece rari gli stu<strong>di</strong> che<br />

hanno tentato <strong>di</strong> chiarire la relazione più specifica tra gesti delle mani e comunicazione verbale<br />

nei fenomeni <strong>di</strong> persuasione. E praticamente assenti quelli che hanno <strong>di</strong>mostrato<br />

sperimentalmente gli effetti del legame verbale-gestuale sulla persuasività della comunicazione.<br />

Rimane dunque da chiarire quanto questi gesti, e soprattutto quali fra essi e in coor<strong>di</strong>nazione con<br />

quali caratteristiche verbali della comunicazione, siano efficaci per raccogliere consensi,<br />

convincere il proprio interlocutore o far accettare la propria idea all’u<strong>di</strong>torio.<br />

1.4 Conclusioni<br />

Dagli stu<strong>di</strong> succitati emergono <strong>di</strong>verse evidenze: in particolare quali sono gli ambiti, in<br />

questo settore <strong>di</strong> ricerca, ove si è giunti a dei risultati pressoché definitivi o, almeno, ampiamente<br />

con<strong>di</strong>visi, e in quali, invece, bisogna ancora approfon<strong>di</strong>re gli stu<strong>di</strong> per verificare le <strong>di</strong>verse<br />

ipotesi, suggerite ma non ancora adeguatamente <strong>di</strong>mostrate.<br />

Il punto su cui vi è maggiore accordo tra gli stu<strong>di</strong>osi è la struttura dei gesti delle mani, e<br />

quin<strong>di</strong> la sud<strong>di</strong>visione in categorie <strong>di</strong>verse sulla base delle <strong>di</strong>fferenti forme gestuali. Le<br />

tassonomie e classificazioni presentate e descritte dettagliatamente nei precedenti paragrafi,<br />

infatti, anche basandosi su criteri classificatori <strong>di</strong>fferenti, suggeriscono una <strong>di</strong>fferenziazione dei<br />

gesti che può essere con<strong>di</strong>visa dalla maggioranza dei ricercatori. Ciò grazie anche alle verifiche<br />

<strong>di</strong> tali tassonomie condotte in ambiti, contesti sociali e culture <strong>di</strong>fferenti. Molti stu<strong>di</strong>osi, infatti,<br />

utilizzano attualmente meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> osservazione sistematica considerando, per esempio, le categorie<br />

<strong>di</strong> gesti della classificazione <strong>di</strong> Ekman e Friesen (1969), o <strong>di</strong> McNeill (1985), o <strong>di</strong> entrambe<br />

integrate in un unico sistema <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica (cfr. per esempio, Beattie et al., 2002a; Bonaiuto et al.,<br />

2002).<br />

Un altro fenomeno della gestualità delle mani, su cui si trova in qualche modo d’accordo<br />

una parte <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> questo campo <strong>di</strong> ricerca, è la co-occorrenza, e in qualche modo la<br />

corrispondenza, tra gesti delle mani e comunicazione verbale, durante i <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> interazione<br />

comunicativa.<br />

In una rassegna bibliografica sull’efficacia comunicativa dei gesti, Kendon (1994) ha<br />

concluso che questi giocano un ruolo importante nella comunicazione e forniscono informazioni,<br />

ai “co-partecipanti” all’interazione comunicativa, sul contenuto semantico delle espressioni<br />

(sebbene in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi e non ancora del tutto chiariti). Altri autori (cfr. Feyereisen, de Lannoy,<br />

1991; Krauss et al., 1996; Rimé, Schiaratura, 1991), rivisitando la stessa letteratura, sono arrivati<br />

a conclusioni <strong>di</strong>fferenti, e cioè che la partecipazione non avviene solo sul piano<br />

dell’informazione, ma anche della produzione lessicale e strutturale delle espressioni verbali.<br />

Nella presente rassegna bibliografica, la conclusione alla quale si può arrivare è che il legame tra<br />

gesti e parlato può risultare <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa natura e poggiare su <strong>di</strong>verse basi o adempiere a <strong>di</strong>verse<br />

funzioni (sia semantiche, sia strutturali).<br />

Ma le domande più importanti alle quali bisogna ancora rispondere non riguardano il fatto<br />

se i gesti possano essere usati in coor<strong>di</strong>nazione con la comunicazione verbale, ma piuttosto se<br />

essi siano usati regolarmente in tal guisa e, se così fosse, in quale circostanza essi siano utilizzati,<br />

per fornire quale tipo <strong>di</strong> informazione, e come effettivamente essi possano fornirla.<br />

Gli stu<strong>di</strong> presenti in letteratura forniscono poi spunti per ulteriori sviluppi <strong>di</strong> ricerca,<br />

soprattutto per quanto riguarda la coor<strong>di</strong>nazione tra verbale e gesti delle mani. Rimane, infatti,<br />

ancora da verificare empiricamente ma soprattutto statisticamente se esista una co-occorrenza più<br />

o meno stabile tra i gesti delle mani ed alcuni specifici aspetti della comunicazione verbale in<br />

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