Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Nove maggio, giornata <strong>del</strong>la memoria:<br />
sembra esercizio retorico,<br />
di questi tempi; eppure proprio<br />
l’emergenza dei tempi impone un<br />
pensiero fermo, alla luce anche<br />
<strong>del</strong> momento elettorale, che interessa<br />
la città capoluogo come gli<br />
altri Comuni chiamati al rinnovo<br />
degli organismi amministrativi.<br />
Enzo De Luca, già senatore <strong>del</strong><br />
Pd, parte dalla lezione di Aldo<br />
Moro.<br />
«Penso sia abbastanza nota la<br />
mia posizione convintissima sul<br />
ruolo di Aldo Moro e sull’influenza<br />
che ha avuto il suo pensiero. Il<br />
fatto che il presidente <strong>del</strong>la Repubblica<br />
non smetta di trasmetterne<br />
il messaggio è un segno tangibile<br />
<strong>del</strong>la grande attualità <strong>del</strong><br />
suo messaggio».<br />
Sappiamo che non intende entrare<br />
in polemiche e beghe. Cominciamo<br />
allora dalla grande storia<br />
che si celebra oggi.<br />
Qual è secondo lei l’attualità <strong>del</strong><br />
pensiero di Aldo Moro?<br />
«Moro è uno statista morto 35 anni<br />
fa, quando fu messo in crisi il<br />
sistema istituzionale <strong>del</strong> paese.<br />
Ma quella storia non si è mai<br />
spezzata. Quello era certo un tempo<br />
diverso. Ma ricordo benissimo<br />
la grande commozione che attraversò<br />
il paese, che attraversò me,<br />
sia per il rapimento, sia quando<br />
ci fu il ritrovamento, il nove maggio,<br />
appunto, <strong>del</strong> corpo senza vita.<br />
Ricordo la reazione <strong>del</strong> Paese,<br />
rispetto all’ “attacco al cuore <strong>del</strong>lo<br />
Stato”. Moro e Berlinguer avevano<br />
il senso <strong>del</strong>lo Stato, e quel<br />
sentimento è servito per superare<br />
momenti difficilissimi <strong>del</strong>la nostra<br />
democrazia».<br />
Con che cosa coincide oggi<br />
la fine di Aldo Moro?<br />
«Moro incarnava l’anima <strong>del</strong> paese.<br />
Le brigate rosse, quando l’hanno<br />
ammazzato, hanno anche decretato<br />
la fine <strong>del</strong> terrorismo. E’<br />
venuta meno quella ideologia rivoluzionaria.<br />
E nonostante quei<br />
fatti così gravi, resta una lezione<br />
straordinaria, perché si riuscì a<br />
trovare il senso <strong>del</strong>la comunità,<br />
tanto da parlare di solidarietà nazionale<br />
e compromesso storico. In<br />
quella occasione c’erano i partiti,<br />
e c’erano gli uomini di Stato».<br />
Dicevamo, oggi, che cos’è<br />
quella storia?<br />
«La difficoltà sta nel ricercare<br />
quella stessa solidarietà. Oggi si<br />
avverte qualcosa di più drammatico.<br />
Non possiamo certo parlare<br />
di attacco al cuore <strong>del</strong>lo Stato: lo<br />
Stato è saltato. Non possiamo parlare<br />
di bene comune. Il bene comune<br />
non c’è. L’attualità <strong>del</strong>la<br />
giornata <strong>del</strong>la memoria, <strong>del</strong> nove<br />
maggio, nel ricordo di quanti sono<br />
stati uccisi dal terrorismo o<br />
dalla mafia, è ritrovare quel senso<br />
comune, quell’interesse generale,<br />
quella speranza per i giovani,<br />
le donne, perché quelle ener-<br />
3<br />
CORRIERE<br />
L’INTERVISTA<br />
Venerdì <strong>10</strong> maggio <strong>2013</strong><br />
gie positive possano entrare nelle<br />
istituzioni, oggi aggredite e vituperate».<br />
Questo salto culturale è quel che<br />
manca?<br />
«Sì, credo proprio di sì, quella storia,<br />
e quella lezione, dopo 35 ani,<br />
pare si siano spezzate, specie dagli<br />
anni novanta, con l’invasione<br />
<strong>del</strong> populismo e <strong>del</strong>la demagogia<br />
berlusconiana».<br />
Che fare, oggi?<br />
«Torno a dire, intercettiamo l’attualità<br />
<strong>del</strong>la storia, e quel che Moro<br />
richiamava nei suoi discorsi:<br />
far emergere il senso di responsabilità,<br />
altrimenti è difficile uscirne.<br />
Il Pd non è da meno, anzi, è fortemente<br />
chiamato a rispondere,<br />
sul piano <strong>del</strong>la responsabilità diffusa,<br />
specie in questi giorni, dopo<br />
le vicende <strong>del</strong> governo, e <strong>del</strong> presidente<br />
<strong>del</strong>la Repubblica. Una forte<br />
autocritica è necessaria. Credo<br />
sia altrettanto impellente una riconsiderazione<br />
<strong>del</strong>la storia morotea-berlingueriana».<br />
Detta in altri termini?<br />
«Arrivare ad un pensiero attualissimo<br />
di Moro: l’alternanza democratica.<br />
Se non si approda a<br />
questa condizione, diventa difficile<br />
uscire dalla profondissima crisi<br />
in cui viviamo. Basta spezzoni,<br />
basta frammenti di partito».<br />
Il linguaggio di unità. Ma se non<br />
c’è neanche territorialmente...<br />
«Vero, ma è anacronistico parlare<br />
di fasce costiere e aree interne, di<br />
nord e sud. Cose superate. Siamo<br />
in un contesto globale, e un anniversario<br />
importante come quello<br />
di oggi serve a capire che l’unità<br />
d’intenti è la leva, qualcosa<br />
da cui ripartire. Questo credo sia<br />
il vero senso <strong>del</strong> suo messaggio, a<br />
35 anni dalla morte per mano <strong>del</strong>-<br />
politica<br />
Enzo De Luca: ripartiamo dall’attualità <strong>del</strong>la lezione di Aldo Moro<br />
«Il monito? Responsabilità»<br />
Il messaggio ai candidati <strong>del</strong> centrosinistra, esteso anche agli avversari, per<br />
un ritrovato “senso <strong>del</strong> dovere” capace di costruire un nuovo Mezzogiorno<br />
le brigate rosse».<br />
Ma gli scontri continuano, dentro<br />
e fuori il Pd.<br />
«Dico che è inaccettabile la vio-<br />
lenza <strong>del</strong>lo scontro nel Mezzogiorno,<br />
in Campania, in Irpinia e<br />
in città. Il confronto-scontro, se<br />
vuole, deve avvenire - visto che voi<br />
<strong>del</strong> <strong>Corriere</strong> mi state sollecitando<br />
questa riflessione - sul piano progettuale.<br />
Sembrerà una frase fatta,<br />
ma è questo che serve. Serve<br />
l’idea, non l’occupazione <strong>del</strong>lo<br />
spazio. Serve agire nel giusto, non<br />
per l’interesse particolare. Serve<br />
abbandonare <strong>del</strong> tutto l’antica<br />
malattia <strong>del</strong> Mezzogiorno, che fa<br />
riferimento all’era giolittiana, trasformismo<br />
e opportunismo. Quando<br />
ho visto oltre cento parlamentari<br />
andare da una parte all’altra,<br />
mi sono fatto promotore, nella legislatura<br />
appena passata, di emendamenti<br />
con i quali ho proposto<br />
la decadenza. Non c’è stata<br />
risposta. Altro che bene comune.<br />
Altro che senso <strong>del</strong>lo Stato. Allora,<br />
recuperiamo noi stessi, recuperiamo<br />
il nostro essere soggetti<br />
di questa nazione, di questo<br />
tempo. Animiamo un confronto<br />
non tra nemici, ma tra avversari<br />
che si contrappongono e si confrontano<br />
su disegni alternativi.<br />
Non possiamo ridurci a questi<br />
frammenti. La frammentazione è<br />
indice di scarsa credibilità, e di<br />
non democrazia. Ricordo che Aldo<br />
Moro fu commemorato alla Camera<br />
con uno straordinario intervento,<br />
il più straordinario fra<br />
tutti, quello di Enrico Berlinguer.<br />
E ciò perché venne meno il vero<br />
riferimento <strong>del</strong>lo Stato».<br />
Come recuperare questa storia?<br />
«Questa lezione va recuperata nell’ambito<br />
dei partiti, anche per la<br />
crisi che stiamo attraversando,<br />
perché finalmente possiamo guardare<br />
al bene comune. Certo, sono<br />
tempi diversi, c’è una crisi economica<br />
gravissima, e istituzioni<br />
e democrazia sono ad altissimo<br />
rischio, non reggono più. Ma<br />
non si può e non si deve tacere,<br />
* “L’Irpinia non dimentica Peppino Impastato”<br />
La memoria<br />
Nel giorno <strong>del</strong> ricordo <strong>del</strong>le vittime <strong>del</strong>la mafia<br />
e <strong>del</strong> terrorismo Rifondazione non dimentica<br />
la figura di Peppino Impastato, il<br />
giovane militante comunista che a Cinisi<br />
scelse di ribellarsi alla mafia e per questo,<br />
considerato scomodo a causa <strong>del</strong>le sue denunce<br />
attraverso “Radio Aut”, fu ucciso.<br />
«Peppino logorato dalla consapevolezza decise<br />
di ribellarsi - ricorda il segretario Tony<br />
Della Pia - di urlare con forza che "la mafia<br />
è una montagna di merda" , praticò il metodo<br />
<strong>del</strong>l'inchiesta per focalizzare dinamiche<br />
e, gli intrecci che le determinavano , ideò<br />
sistemi comunicativi, Radio Aut e L’Idea<br />
Socialista, luoghi di confronto democratico,<br />
il Circolo Musica e Cultura, per sollecitare<br />
partecipazione, diffondere cultura,consapevolezza,<br />
voglia di libertà, per contrastare<br />
le paure e la rassegnazione da sempre<br />
armi letali nelle mani dei potenti. Noi<br />
non intendiamo commemorarlo non sarebbe<br />
giusto, consuetudine vuole che si celebrino<br />
i morti, ma Peppino non è morto, Peppino<br />
vive in quanti ancora oggi lottano la<br />
stessa battaglia e urlano in ogni angolo <strong>del</strong><br />
Paese che la mafia è una montagna di merda».<br />
Anche Marcello Rocco <strong>del</strong> Pd di Serino in una<br />
nota ricorda Impastato associandolo alla<br />
figura <strong>del</strong>l’ex presidente Dc Aldo Moro,<br />
vittima <strong>del</strong> terrorismo.<br />
«Due fatti di sangue contraddistinsero quella<br />
triste giornata - ricorda - l’assassinio <strong>del</strong><br />
Presidente <strong>del</strong>la Democrazia Cristina Aldo<br />
Moro, per mano <strong>del</strong>le Brigate Rosse ed il ritrovamento<br />
<strong>del</strong> suo cadavere in via Caetani<br />
a Roma, e l’omicidio <strong>del</strong> giovane militante<br />
di Sinistra siciliano Peppino Impastato ad<br />
opera <strong>del</strong>la mafia. Ricordare, a 35 anni di<br />
distanza, quelle due morti rappresenta, per<br />
tanti di noi, un momento di vicinanza verso<br />
chi, anche a costo <strong>del</strong>la vita, ha speso la<br />
propria esistenza per l’interesse generale».<br />
Impastato, conclude, «vive ogni giorno attraverso<br />
l’azione di tutti coloro che si impegnano<br />
in politica e nel sociale per migliorare<br />
la realtà nella quale vivono 365<br />
giorni all’anno e non soltanto durante le<br />
campagne elettorali. L’antipolitica ed il malaffare<br />
si combattono con la buona politica<br />
attraverso l’esercizio <strong>del</strong>la legalità, <strong>del</strong>la trasparenza<br />
e <strong>del</strong>la difesa dei più deboli. L’impegno<br />
di tanti cittadini onesti e disinteressati<br />
alla vita pubblica attraverso l’associazionismo<br />
e l’attività politica ci mostra, ogni<br />
giorno, che ci sono i presupposti per un cambiamento<br />
reale ed in meglio. C'è l'Italia che<br />
onora Andreotti e quella che ricorda Peppino<br />
Impastato ed Aldo Moro. Siamo fieri<br />
d'appartenere a quest’ultima».<br />
bisogna parlare ai giovani, al<br />
Mezzogiorno. Stiamo trattando di<br />
attualità <strong>del</strong> pensiero di Moro. Bene,<br />
è o non è attualissimo quando<br />
diceva che ognuno deve recuperare<br />
il senso di responsabilità?<br />
Moro diceva, 35 anni fa: so bene<br />
che c’è la crisi, ma dobbiamo affrontare<br />
il nostro presente in tutta<br />
la sua drammaticità: questo è<br />
il senso <strong>del</strong>la politica. Non credo<br />
ci siano messaggi più attuali di<br />
questo».<br />
Il nove maggio è la data dalla<br />
quale ripartire?<br />
«Vi ringrazio di avermi chiesto<br />
questa riflessione oggi, e poi in una<br />
fase difficile <strong>del</strong>la mia vita: ricordare<br />
questa storia, quella fase<br />
storica, significa andare nella direzione<br />
di ripristinare il senso <strong>del</strong>lo<br />
Stato, perchè quando esso non<br />
c’è, prevalgono la prepotenza e la<br />
gestione <strong>del</strong> potere per il potere».<br />
Irpinia, Avellino al voto: la campagna<br />
elettorale è ancora localistica,<br />
poco attenta al salto di qualità,<br />
al pensare ad Avellino capoluogo,<br />
riferimento <strong>del</strong>le nuove<br />
politiche territoriali.<br />
«Sono d’accordo, e mi rivolgo alla<br />
città e alla provincia di Guido<br />
Dorso per dire che una visione<br />
non solo provinciale ma direi meridionale<br />
deve entrare a fare parte<br />
<strong>del</strong>la campagna elettorale in<br />
corso. Lo sa il nostro candidato a<br />
sindaco, Paolo Foti, a cui ho consigliato,<br />
insieme con gli altri candidati,<br />
di non rispondere alle provocazioni<br />
ma farsi carico <strong>del</strong>la capacità<br />
progettuale, e far emergere<br />
quella straordinaria espressione<br />
che è il senso <strong>del</strong>la comunità, fare<br />
cioé proposte alternative per<br />
guidare la città capoluogo. Essa<br />
non è più il paesone, né deve essere<br />
il centro <strong>del</strong>lo scontro o <strong>del</strong>l’insulto.<br />
Mi auguro che lo facciano tutti: i<br />
candidati <strong>del</strong> centrosinistra ma<br />
anche gli altri, gli avversari, a cui<br />
auguro di condurre la competizione<br />
sullo stesso livello, di altissima<br />
levatura. Credo che questa<br />
sia la versa sfida, leggere a fondo<br />
la lezione di Aldo Moro, degli anni<br />
bui <strong>del</strong> terrorismo, per dare risposte<br />
alla crisi economica e alla<br />
crisi occupazionale, che apre le<br />
porte alle infiltrazioni malavitose.<br />
Chiudo con un’ultima straordinaria<br />
e attualissima lezione di<br />
Moro: "Questo Paese non si salverà,<br />
la stagione dei diritti e <strong>del</strong>le<br />
libertà si rivelerà effimera se in<br />
Italia non nascerà un nuovo senso<br />
<strong>del</strong> dovere". Parole profetiche.<br />
Che non meritano nessun altro<br />
commento, se non la loro consegna,<br />
al dottor Foti come a tutti gli<br />
altri candidati. Sia questo il nuovo<br />
Mezzogiorno».<br />
(ivana picariello)